"Vogliamo tutto", siamo assolti o coinvolti? Una mostra azzeccata per riflettere sul '68
La Fiera di San Carlo a Casalmaggiore è infatti terminata tra domenica e lunedì scorsi, ma il ricordo rimane non solo del divertimento e dei momenti mangerecci, bensì anche degli aspetti culturali e delle varie mostre come sempre allestite. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
CASALMAGGIORE – Il 1968 rivisto a distanza di cinquant’anni: perché a volte è proprio il cannocchiale del tempo passato a dare un senso a tutto il resto, a consentire di capire se una rivoluzione ha funzionato, se ne è valsa la pena, cosa ha lasciato. Partiamo da qui, dalla mostra allestita in Santa Chiara a Casalmaggiore dall’Associazione Famiglie Santo Stefano, ancora attiva fino a domenica 11 novembre e visitata in questi giorni anche dalle scuole casalesi. La Fiera di San Carlo a Casalmaggiore è infatti terminata tra domenica e lunedì scorsi, ma il ricordo rimane non solo del divertimento e dei momenti mangerecci, bensì anche degli aspetti culturali e delle varie mostre come sempre allestite dalle varie associazioni.
La mostra sul 1968 dal titolo “Vogliamo tutto!”, riporta l’urlo lanciato dal cielo da quei movimenti giovanili che si ribellarono, in quell’anno specifico passato alla storia, anche se va detto che l’ispirazione risale a quattro anni prima a Berkeley in California, con Mario Savio, statunitense di origini italiane, che il 2 dicembre diede vita con un discorso memorabile a un corteo che portò all’arresto di 792 studenti. Possiamo immaginare che il 1968 europeo (e mondiale) partì da lì, da quel primo fuoco di contestazione. La mostra è stata pensata e realizzata con pannelli – ma anche con interessanti video introduttivi mostrati a chi arriva alla chiesetta di Santa Chiara – da professori e studenti dell’Università Cattolica di Milano, che per un anno intero hanno lavorato con ricerche, studio dei documenti e passione, osservando quello che i loro coetanei di 50 anni fa misero in atto, con la voglia di cambiare il mondo.
Ci riuscirono? E il 1968 ebbe gli stessi esiti in Occidente così come a Est, con la Primavera di Praga che portò in piazza in carrarmati? Mettete dei fiori nei vostri cannoni cantavano i Giganti, ma lì, ben al di là del messaggio pacifista, si spense il comunismo dal volto umano. Non manca nell’esposizone un’analisi del mondo cattolico, così come delle figure che segnarono un’epoca irripetibile. Poi, parafrasando Faber, che con b costituisce la bella colona sonora della mostra, per non sentirsi assolti, perché in realtà siamo tutti coinvolti, vi è una riflessione finale: cosa ha lasciato oggi il 1968?
Casalmaggiore, peraltro, in tempo di Fiera ha mostrato anche altre bellezze e fornito altri spunti culturali: dalle arti plastiche e visive, con la mostra sui paesaggi d’inverno di Adriano Artoni e le sculture degli allievi di Francesco Vitale e di Ceramicarte in Pro Loco, alle fotografiche del gruppo Fotocine Casalasco in Auditorium Santa Croce dedicato agli artisti da strada. Tanti i fotografi dell’associazione in mostra tra giochi di luce, coreografie, madonnari, saltimbanchi e, tra tanti scatti, pure i Casalmattori, così giusto per non scordare che, a San Carlo, a Casalmaggiore si gioca in casa.
Giovanni Gardani