Ponte Po, ci sarebbero richieste di accesso agli atti: domani si saprà se vi saranno ricorsi o meno
Entro domani sera intanto si saprà se i lavori partiranno nei tempi previsti o meno. In tanti sperano nel cantiere: imprese, commercio, industria e semplici cittadini.

CASALMAGGIORE – Domani scade l’ultimo serio ostacolo alla partenza dei lavori a Ponte Po. I lavori di recupero funzionale della vecchia struttura che provvisoriamente (nel senso che a detta degli stessi tecnici non potrà durare per più di dieci anni) ridarà, entro la metà (più plausibile la fine) dell’anno prossimo la possibilità a tantissimi casalaschi e parmensi di scavalcare il fiume per raggiungere l’opposta sponda.
Sono ore d’attesa, anche per la provincia di Parma. Da fonti ufficiose – dunque non confermate – sarebbero state due le richieste di accesso agli atti del bando. Il che, di per se non vuol dire nulla e potrebbe voler dire che quantomeno, qualcuno, si è interessato agli esiti del bando che, ricordiamo, ha visto la Coimpa di Parma prevalere per 0,20 punti sulla seconda classificata. Un margine esiguo.
Due dunque i dati che porterebbero a pensare ad un ricorso ancora possibile. Un ricorso che – se fatto – potrebbe procastinare i tempi dei lavori ai tempi decisi da un tribunale. Una ipotesi che qui tutti si augurano alla fine non venga percorsa. Ma i soldi in gioco sono tanti. Terzo dato questo che aumenta l’ansia nell’attesa e non fa dormire a nessuno sonni tranquilli.
Il ponte verrà riparato e, quando riaperto, costantemente monitorato da sensori che ne valuteranno 24 ore su 24 la percorribilità. Va da se che al primo segno di qualche problema, la struttura verrà in automatico richiusa al traffico. Ancora, peraltro, non è possibile valutare in quale modo il ponte sarà riaperto. Se con forti limitazioni, a doppio o a senso unico alternato. In quest’ultimo caso resterebbero grossi problemi da risolvere su sponda cremonese. La rampa d’accesso infatti è estremamente corta, non consentirebbe lunghe attese se non con il rischio di causare enormi disagi all’altezza della rotatoria per il viadanese e per Mantova o Cremona. Un problema in più per chi, una volta riaperta la struttura, dovrà, in base ai dati sulla sicurezza dell’infrastruttura, decidere il da farsi.
Non resta che attendere domani dunque, alla scadenza dei tempi tecnici nella speranza che quell’assegnazione di bando da provvisoria divenga definitiva. E poi, giocoforza e già a cantieri aperti, si dovrà cominciare a ragionare sul ‘dopo’. Sono molti infatti i tecnici che – come Maurizio Agostino, tecnologo parmense del calcestruzzo, uno dei maggiori esperti (e dei pochi) in Italia in materia – hanno mostrato nei mesi passati più di una perplessità su questo tipo di intervento. Il calcestruzzo ha un suo ciclo di vita, e ponte Po avrebbe già raggiunto il suo limite, o quasi.
Se l’intervento su ponte Po è stato reso possibile grazie allo stanziamento posto in essere durante il governo Gentiloni e al bando della Provincia di Parma, il ponte nuovo dovrà essere frutto dell’impegno dello Stato, del nuovo governo e di ANAS che le risorse per affrontare la realizzazione della nuova struttura ce le hanno. Stato e ANAS che problemi, sulle varie infrastrutture italiche e sui ponti sul Po ne hanno parecchi.
Entro domani sera intanto si saprà se i lavori partiranno nei tempi previsti o meno. In tanti sperano nel cantiere: imprese, commercio, industria e semplici cittadini.
Nazzareno Condina