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Oney Tapia, davvero più forte del buio. Lezione di vita in Baslenga del primatista mondiale F11 del disco

Il recordman mondiale di getto del disco categoria F11 (cecità totale), il vincitore di ‘Ballando con le stelle’ edizione 2017, l’abile scrittore che con parole semplici introduce concetti complessi ha tenuto desta l’attenzione per i 90 minuti

CASALMAGGIORE – Più forte del buio. Il buio, quello della totale cecità, frutto di un incidente di lavoro nel 2011. Da allora Oney Tapia di strada ne ha fatta davvero tanta. Una lectio magistralis la sua al Centro sportivo Baslenga domenica scorsa, nell’incontro organizzato dall’Atletica Interflumina e soprattutto dal professor Carlo Stassano, uno dei precursori dello sport legato alla disabilità in Italia. Una lezione sul continuare a mentenere sogni, ad allevarli, a lottare con determinazione per raggiungerli. Senza paura delle sconfitte che ci sono nel percorso della vita ma senza paura neppure di ripartire ogni volta, con la stessa determinazione ed ottimismo.

Le paure si affrontano, il dolore pure, e pure la cecità – come lui stesso ha spiegato – può essere un dono. “Vedo più adesso le persone di quanto non le vedessi prima” ha candidamente raccontato ad una nutrita platea, composta da tanti ragazzi. La cecità ha insegnato ad Oney a muoversi affinando gli altri sensi, a comprendere di più le parole, a sentire più forte.

Il recordman mondiale di getto del disco categoria F11 (cecità totale), il vincitore di ‘Ballando con le stelle’ edizione 2017, l’abile scrittore che con parole semplici introduce concetti complessi ha tenuto desta l’attenzione per i 90 minuti del suo intervento rispondendo alle domande del giornalista di Popolis Valerio Gardone e del cronista Nazzareno Condina.

Concetti come appunto quello del ‘dono’ della sconfitta, del vedere quando non si vede con gli occhi, del rimodulare la propria vita rimanendo fermi nel principio di fondo che i limiti veri sono solamente quelli che noi come persone ci diamo. Questo ha spiegato anche ai bambini, con il suo tenace ottimismo, facendo capire loro che c’è sempre un modo, un’altra possibilità che la vita offre per invertire la rotta se quella che si è seguita è quella sbagliata. Può essere un compito andato a male, un risultato sportivo, un qualunque particolare della vita.

Oney è venuto a Casalmaggiore con lo stesso entusiasmo con il quale affronta tutti i frangenti della vita. Bisogna provarci, con convinzione, bisogna lottare senza paura e non arrendersi perché la vita è bella, in qualunque condizione la si viva, se si conserva l’ottimismo e la voglia di crederci. La prova? lui stesso. In una specialità già difficoltosa (in atletica) per chi vede come quella del lancio del disco, ha imparato a muoversi nello spazio, a lanciare oltre la gabbia. Non sempre ci riesce (a Doha fu un disastro, una sconfitta ‘benedetta’ come l’ha lui stessa definita poiché gli ha permesso di affrontare nuove problematiche legate alla presenza pressante del pubblico ed ai rumori che percepisce più forte) ma il campione è proprio quello che sa ‘guardare’ oltre e ripartire.

Insieme a lui il suo allenatore, il tecnico Guido Sgherzi. Ha parlato delle difficoltà dell’allenamento di Oney, ma anche dell’ostinata determinazione del campione, sempre pronto ad allenarsi per migliorare.

Oney Tapia ha parlato del suo rapporto con lo sport, con la musica e gli affetti familiari, della sua giovinezza, della boxe imparata per difendersi nella strada. Una lezione di vita insomma. Di quelle intense, uniche, travolgenti. Proprio come la sua, cambiata all’improvviso nel 2011 ma non nella voglia di fare e di esistere. Non certo nella volontà di continuare a lanciare e a lanciarsi nuove sfide.

NC

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