Ponte chiuso, ecco i due punti sui quali verte il ricorso della Edil 2000
La Edil 2000 si è affidata a un direttore lavori, già nominato in fase di presentazione della documentazione, di primo livello e con un curriculum importante. Inoltre la Provincia, solo dopo l’apertura delle buste avrebbe chiesto a ciascuna ditte alcune specifiche tecniche.

CASALMAGGIORE/COLORNO – Il ricorso al Tar della ditta Edil 2000 per la questione del ponte di Casalmaggiore-Colorno, che rischia di bloccare tutto per diverse settimane? Come noto si discuterà al Tar di Parma il prossimo 5 dicembre, almeno per quel che concerne la sospensiva, ma la novità riguarda il contenuto del ricorso della ditta con sede in provincia di Catanzaro.
La Edil 2000, in associazione di impresa in questo caso specifico, chiede anzitutto di annullare gara, bando ed eventuale contratto, come noto in via di assegnazione definitiva – se il Tar respingerà la sospensiva – alla Coimpa di Parma. Il ricorso si basa su due punti fondamentali, il primo dei quali già noto sin dalle prime ore dopo la pubblicazione della graduatoria definitiva (ma che ora si può approfondire ulteriormente). La Edil 2000 si è infatti affidata a un direttore lavori, già nominato in fase di presentazione della documentazione necessaria, di primo livello e con un curriculum importante. Un direttore lavori al quale, però, erano stato assegnati zero punti. Un calcolo che ha sballato le previsioni della Edil 2000, togliendo di fatto dalla corsa la ditta che in effetti si è classificata ultima su cinque.
Con un punteggio diverso, la Edil 2000 potrebbe scalare la classifica del bando, giungendo addirittura al primo posto: e questa è la speranza della ditta calabrese. Tuttavia la Provincia di Parma, che ovviamente si difenderà davanti al Tar e che reputa irricevibile, inammissibile e infondato il ricorso, ha spiegato che il direttore lavori nominato non ha mai lavorato prima per la Edil 2000, né sarebbe mai entrato nei quadri dell’azienda per nessun appalto prima di questo. Insomma un’unicità considerata quasi “sospetta”, sulla quale si basa la difesa della Provincia di Parma.
Il secondo punto del ricorso, invece, è legato alle tempistiche: la Provincia, infatti, solo dopo l’apertura delle buste avrebbe chiesto a ciascuna ditte alcune specifiche tecniche sull’appalto e sul progetto presentato, che avrebbero – sempre secondo la Edil 2000 – cambiato le carte in tavola, inquinando in questo modo l’autenticità e soprattutto la regolarità del bando stesso. Su questo secondo punto potrebbe emergere, a sensazione, qualche problema in più. La parola, in ogni caso, passa al Tar di Parma nell’appuntamento del prossimo 5 dicembre.
Giovanni Gardani