Lettere

"Quel razzismo latente che
vediamo nella guerra e prima
ancora nella quotidianità"

da Circolo Pd San Martino dall'Argine

Caro direttore,
Il “PRINCIPIO PRIMO” della dichiarazione universale dei diritti del fanciullo sancita e sottoscritta nel 1959 da tutti i paesi aderenti all’ONU enuncia che “il fanciullo deve godere di tutti i nella presente Dichiarazione. Questi diritti debbono essere riconosciuti a tutti i fanciulli senza eccezione alcuna, e senza distinzione e discriminazione fondata sulla razza, il colore, il sesso, la lingua, la religione o opinioni politiche o di altro genere, l’origine nazionale o sociale, le condizioni economiche, la nascita, o ogni altra condizione, sia che si riferisca al fanciullo stesso o alla sua famiglia”.

A 60 anni da quella fondamentale dichiarazione, siamo spettatori indifferenti di quei diritti ogni giorno negati. Per effetto di guerre, mancanza dei fondamentali elementi di sostentamento, acqua e cibo, per le violenze nei nuclei familiari e per mille altri motivi i bambini sono spesso le prime vittime.
Come potrebbe non esserlo, se ogni 20 secondi, nel mondo muore un bambino a causa di quei “diritti negati”. Ma oggi ci sono anche altre manifestazioni di negazione di quei principi sanciti dalla dichiarazione del 1959: ci sono rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, movimenti politici che, scientemente e per ragioni pericolose, si nascondono.

Assistiamo increduli ad atti e comportamenti a dir poco incivili: dalle scritte razziste sulla porta di chi ha adottato un ragazzo di un centro profughi; a chi mette un bambino di colore delle elementari alla finestra con le spalle girate verso la classe inveendo sulla sua bruttezza chiedendo ai compagni di fare lo stesso.
Sono solo due esempi emblematici dell’imbarbarimento e della negazione dei diritti di quei bambini e ragazzi. Questi comportamenti ci devono preoccupare e ci riportano alla memoria drammatici eventi del passato. Non è più tempo del silenzio, tutti siamo chiamati a fare un passo in avanti, a difesa dei diritti dei più deboli, a difendere il futuro dei fanciulli, tutti, senza esclusioni, religiose, politiche, o colore della pelle. Per questo chiediamo, alle istituzioni locali e regionali, un impegno profondo ed efficace a difesa dei diritti del fanciullo.

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