Salute

Cingia dè Botti, finta fermata bus ma vero benessere per i malati di Alzheimer della Germani

L’idea si basa e sfrutta anche studi scientifici: è infatti stato accertato che la presenza di una fermata autobus, anche finta, all’interno dei reparti Alzheimer, riduce lo stato d’ansia dei pazienti. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

CINGIA DE’ BOTTI – La fermata dell’autobus è finta, ma ha tutte le caratteristiche per sembrare vera: una strada che si perde sull’orizzonte, i cartelli che indicano orari e fermate, in direzione Casalmaggiore e in direzione Cremona, una panchina con l’orologio. E poi una finezza, ossia le pubblicità d’epoca, quelle anni ’50 e ’60 o poco oltre. Periodo in cui le due signore anziane che sono sedute su quella panchina erano due ragazze, presumibilmente.

Tutto parte da qui e quella fermata, pur non svolgendo una funzione effettiva, è terapeutica: serve infatti a fare stare meglio, a sentire più vicini a casa i malati di Alzheimer più gravi, che si trovano nel reparto Madre Fiordalisa, a loro dedicato, della Fondazione Elisabetta Germani di Cingia dè Botti. Una scelta che si sposa perfettamente con la ricerca del sollievo per queste persone e una delle motivazioni la illustra la dottoressa Isabella Salimbeni, geriatra e direttore sanitario della Fondazione.

“Parliamo di persone che soffrono di perdita di memoria a breve termine, dunque ogni volta che ci chiedono quando arriva il pullman, noi possiamo rispondere che sta arrivando, donando loro sollievo” spiega Salimbeni. L’altra motivazione sta in una richiesta giunta dagli stessi malati. La domanda che propongono agli operatori sanitari è infatti: “Quando andiamo a casa?”. E spesso il desiderio si accompagna alla volontà di salire su un pullman. Ecco allora che la finta fermata può produrre vero benessere, alleviando le condizioni in cui questi malati vivono.

A presentare il progetto e la finta fermata, con tanto di taglio del nastro, vi erano anche il presidente della Fondazione Germani Riccardo Piccioni, il direttore generale Marina Generali, che ha ricordato come “l’Alzheimer sia una malattia che riguarda, con il suo peso sul servizio sanitario e sociale, tutti noi, non soltanto le persone che ne soffrono”, e l’amministratore delegato di KM, società del gruppo Arriva Italia, Giorgio La Valle, che ha ringraziato la Fondazione stessa perché in questo modo ha offerto la possibilità all’azienda di trasporti cremonese di rendersi utile, regalando agli anziani pazienti una maggiore sicurezza e psicologicamente pure una maggiore vicinanza a casa. “E’ un po’ come offrire a queste persone la possibilità di viaggiare e raggiungere con il pullman, come loro stessi espressamente chiedono, i propri affetti” ha evidenziato La Valle.

L’idea si basa e sfrutta studi scientifici: è infatti stato accertato che la presenza di una fermata autobus, anche finta, all’interno dei reparti Alzheimer, riduce lo stato d’ansia dei pazienti. In tutto i malati di questo morbo ospitati dalla Fondazione Germani di Cingia dè Botti sono 34. Da mercoledì potranno sentirsi, idealmente e grazie a un progetto di semplice realizzazione ma efficace, tutti un po’ più vicini a casa. Viaggiando tutte le volte che lo vorranno, senza limiti.

Giovanni Gardani

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