Politica

Alessandro Rosa (Listone), il commiato da consigliere. Un uomo d'altri tempi

"siate uomini e donne di Stato! Onorate, rispettate e difendete sempre con le unghie e con i denti questo Consiglio! Perché le forze politiche, i partiti...passano! Fra 100 anni noi stessi non saremo altro che un vago ricordo per quelli che verranno dopo"

CASALMAGGIORE – Sempre pacato, sempre portato al dialogo più che allo scontro. E comunque deciso nel suo agire politico. Interventi fatti con ‘cognizione di causa’, studio delle questioni e competenza. Mancherà in consiglio proprio per quella capacità di non adirarsi, di non cadere nelle ‘caciara’, di non farsi travolgere dagli stati d’animo. Un uomo d’altri tempi che – detto per un ragazzo di 26 anni appena – potrebbe risultare un po’ stonato. Ma poi, in fondo non è così: Alessandro Rosa è un ‘cavallo di razza’ che a 26 anni ha deciso di costruirsi e sino in fondo una vita che al momento non può contemplare l’impegno da consigliere comunale. Soprattutto per come ‘fare’ il consigliere comunale lo intende lui.

Ieri sera il suo ultimo consiglio in cui ha voluto salutare tutti con lo spirito che da sempre lo contraddistingue. In maniera pacata, ricordando che gli uomini passano ma l’istituzione resta e prescinde dai protagonisti in campo.

“Con questo ultimo Consiglio comunale si congelano, fino alle prossime elezioni, le attività amministrative e si conclude una delle esperienze più impegnative e al tempo stesso più emozionanti della mia vita. Ricoprire questo ruolo per il quale i cittadini mi hanno dato mandato al fine di rappresentarli e dare loro voce, è stato un impegno ma soprattutto un onore che conserverò nella mente e nel cuore.

Ma come ogni bella storia, anche questa, almeno per me, termina qui: negli ultimi mesi si sono aperti per il sottoscritto nuovi orizzonti di crescita umana e professionale, in settori diversi dalla Politica, e queste nuove prospettive portano con sé nuove sfide che ho deciso di affrontare e che saranno del tutto incompatibili con un mio eventuale, contingente, rinnovato impegno politico.
Ho quindi deciso, anche se a malincuore, di non candidarmi alle prossime elezioni amministrative; né come Sindaco, come qualche folle aveva prospettato, né come semplice consigliere.

Ho chiesto dunque la parola per lasciarvi con una piccola riflessione e dare un piccolo contributo alla prossima legislatura: già 5 anni fa, quando ad appena 21 anni, ho cominciato a fare Politica attivamente, mi sono domandato se io fossi in possesso della competenza, della preparazione e del carisma necessari per adempiere a questa funzione. Ho capito con il tempo che l’unica risposta ai miei interrogativi avrei potuto e dovuto ricercarla nella consapevolezza dell’importanza che queste stesse Istituzioni rappresentano per tutti noi.

Spesso, infatti, è stato questo Consiglio, con le sue pareti, i suoi banchi, la sua solennità, a conferirmi la forza di svolgere al meglio il mio ufficio. Quando interveniamo seduti su questi banchi, quando studiamo i documenti per redigere nuove istanze, quando presenziamo agli incontri nell’esercizio del nostro mandato, ci sforziamo di essere persone migliori perché forti della consapevolezza che stiamo servendo un bene superiore,una missione più nobile delle nostre singole individualità.

Questo è l’effetto catartico delle Istituzioni, fornirci di un’armatura che trascende colori o ideologie. Ed è il motivo per il quale, soprattutto in questo momento storico di crisi ideologica, quando varchiamo il cancello di questo palazzo o addirittura personifichiamo un’Istituzione, dobbiamo adempierne le funzioni con disciplina e onore, come sancito dall’articolo 54 della nostra Carta Costituzionale.

Questa, per concludere, è la richiesta che rivolgo a tutti e in particolare a quei colleghi consiglieri che nei prossimi anni siederanno di nuovo in questo Consiglio in maggioranza o in opposizione: siate uomini e donne di Stato! Onorate, rispettate e difendete sempre con le unghie e con i denti questo Consiglio! Perché le forze politiche, i partiti…passano! Fra 100 anni noi stessi non saremo altro che un vago ricordo per quelli che verranno dopo. Chi in futuro siederà fra questi banchi parlerà di noi come noi parliamo adesso dei tempi della DC e del PC.

Questa Istituzione, però, resterà. E sarà sempre qui per proteggerci, anche da noi stessi, anche quando la daremo per scontata”.

Nazzareno Condina

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