La tecnologia Arvedi per il rilancio dell'acciaio Usa: commessa da 1 miliardo e Trump si congratula
Cremona – Braddock (Pennsylvania, USA) – Primetals Technologies, tra i leader mondiali nella ricerca, sviluppo, progettazione e installazione di tecnologie per impianti dell’industria siderurgica, e il Gruppo Arvedi hanno siglato un importante accordo per la fornitura a US Steel Corporation – iconico produttore di acciaio statunitense specializzato nella produzione di acciai ad alto valore aggiunto per l’industria automobilistica, degli elettrodomestici, delle costruzioni e del Oil & Gas – di un impianto di colata e laminazione in continuo basati sulla tecnologia Arvedi ESP (Endless Strip Production)*. L’impianto, la cui entrata in funzione è prevista nel 2022, fa parte dello stabilimento siderurgico Edgar Thomson presso la sede produttiva di Braddock, in Pennsylvania. Il valore complessivo dell’investimento da parte del player americano è di oltre 1 miliardo di dollari.
Grazie alla unica tecnologia fornita da Primetals Technologies, responsabile per la fornitura delle linee Arvedi ESP, che comprende l’ingegneria, l’impiantistica, i sistemi di controllo automatizzati (di fatto tutto l’hardware ed il software impiantistico) il consumo e i costi energetici saranno ridotti fino al 45% rispetto ai processi convenzionali di colata e laminazione, con una importante riduzione delle emissioni di CO2.
I nuovi impianti – che andranno in parte a sostituire gli attuali basati ancora su tecnologie più tradizionali – saranno completamente automatizzati e disporranno complessivamente di una capacità produttiva di oltre 2,5 milioni di tonnellate di acciaio annue. Produrranno laminati a caldo ultrasottili (spessori fino a 0,8 mm e larghi fino a 1.956 mm) e di alta qualità, offrendo al committente la possibilità di servire al meglio gli esigenti mercati e i clienti locali con prodotti di altissima qualità, tra i quali gli acciai più avanzati di ultima generazione definiti come AHSS, specifici per il settore dell’autoveicolo.
Arvedi fornirà alcune componenti chiave dell’impianto, oltre a un “pacchetto” completo di formazione e di assistenza, supportando con personale altamente specializzato l’avviamento e la gestione dell’impianto (che in Italia opera con successo dal 2009).
Il Presidente del Gruppo Arvedi, Giovanni Arvedi ha dichiarato: “Siamo particolarmente soddisfatti dell’accordo concluso negli USA. Dopo la Corea, il Sud Africa, l’Olanda, la Cina ora gli Stati Uniti ed è per noi un motivo di grande orgoglio constatare che importanti operatori siderurgici in tutto il mondo decidano di investire nella tecnologia sviluppata nel nostro Paese da un’azienda come la nostra che ha sempre creduto nell’innovazione e nella possibilità di sviluppare una siderurgia sostenibile e di assoluta qualità. Da parte nostra assicureremo il massimo impegno affinché questi impianti scelti divengano un esempio mondiale di efficienza, qualità e mix produttivo”.
“Si tratta – ha concluso Arvedi – di un progetto di grande rilevanza, sia sotto l’aspetto tecnologico e industriale, sia per volumi ed elevata qualità di gamma di prodotti. Desidero condividere questa soddisfazione con i tecnici di Acciaieria Arvedi e tutti i dipendenti cui va il merito di questa importante realizzazione”.
“Questo è un investimento davvero rivoluzionario per noi – ha dichiarato David B. Burritt, Presidente e CEO di U. S. Steel – perché ci consente di abbinare al nostro tradizionale processo produttivo questa tecnologia leader nel mondo di colata e laminazione in continuo assicurando così un futuro roseo sia alla nostra acciaieria sia alla nuova generazione di lavoratori. Tale investimento è in linea con il nostro obiettivo di continuare a rappresentare un punto di riferimento nel settore dei prodotti di alta qualità e valore aggiunto. Grazie a queste soluzioni innovative saremo in grado di soddisfare i più articolati bisogni dei clienti per il futuro. Crediamo infine che aggiungendo tecnologia e sostenibilità all’acciaio si possa creare valore a lungo termine per i nostri dipendenti, i nostri territori, i nostri clienti e i nostri investitori”.
IL WALL STREET JOURNAL E IL TWEET DI TRUMP – “La US Steel Corp. ha delineato i progetti per la più grande operazione di ammodernamento nella produzione dell’acciaio degli ultimi decenni, investendo più di 1 miliardo di dollari nei propri impianti vicino a Pittsburgh”. Così inizia l’articolo del quotidiano finanziario americano che dà notizia del rilancio del distretto dell’acciaio in Pennsylvania, negli stabilimenti di Braddock, quasi un sobborgo di quella vera e propria capitale dell’acciaio che per decenni è stata Pittsburgh. “Steel city” era il suo appellativo e Steelers il nome della locale squadra di football. Negli anni Settanta del secolo scorso l’industria andò in crisi e molti stabilimenti, allineati lungo il corso del fiume Monongahela furono abbandonati per essere qualche anno dopo riconvertiti in gallerie d’arte e sedi di aziende tecnologiche.
L’industria dell’acciaio ora guarda alle più moderne tecniche di produzione sviluppate a Cremona per il suo rilancio. E il presidente Donald Trump non perde l’occasione per rimarcare l’inizio di una nuova era, nel segno di una collaborazione Stati Uniti – Europa, emblematica delle politiche protezionistiche che sta mettendo in atto. Lo si deduce da un suo tweet in risposta all’annuncio dato da Us Steel, definendo quello di Braddock l’impianto più innovativo d’America, in grado di restituire prosperità e ricchezza alla Pennsylvania e al Paese. “I dazi stanno funzionando”, si legge “Pittsburgh è tornata ad essere la Città dell’Acciaio”. g.biagi