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Infrastrutture, Torchio tuona: "Parma-Brescia, qualche segnale c'è. Ma stop al gioco delle tre carte"

"L’ultima opera su questo territorio la inaugurammo quando io ero presidente della Provincia di Cremona, nel 2007: è ora di smetterla con questa volontà di abbandonare il nostro comprensorio. Basta con lo scaricabarile".

BOZZOLO – Da un lato le buone notizie, almeno parziali, che arrivano via rotaia; dall’altro tante speranze, per il momento disattese, su asfalto. E’ un Giuseppe Torchio a tutto campo quello che si espone sulle infrastrutture del comprensorio Oglio Po. Con una premessa doverosa. “L’ultima opera su questo territorio la inaugurammo quando io ero presidente della Provincia di Cremona, nel 2007: è ora di smetterla con questa volontà di abbandonare il nostro comprensorio”.

La buona notizia è che è arrivata la cosiddetta bollinatura dal Governo con la firma dei Ministri Toninelli e Tria e l’ok della Corte dei Conti ricevuto il 13 maggio, per quanto concerne i lavori di potenziamento da Brescia a Ghedi della Brescia-Parma: è vero che i lavori non arrivano al Casalasco, ma l’impegno di 150 milioni di euro dà una scossa a quella che un tempo era la bella addormentata, secondo Torchio, e che ora deve tornare a essere strategica anche dal punto di vista del trasporto merci, considerate le industrie presenti in quella zona, oltre che delle persone. A questi si aggiungano i 50 milioni per il raddoppio della Cremona-Olmeneta e i 320 per il raddoppio della Cremona-Mantova sul tratto di Piadena.

In attesa di un ulteriore passaggio. “Necessitiamo ora dei disegni e dei progetti, anche per risolvere un problema legato al traffico ferroviario, ossia quello dei passaggi a livello e delle code infinite, in particolare a Bozzolo e sulla Padana Inferiore. Non possiamo essere costantemente la maglia nera d’Italia per quel che concerne le ferrovie. Si aprono peraltro alcune opportunità: ad esempio nel golfo di La Spezia abbiamo un porto che è stato attrezzato per super container, che non arrivano più solo a Genova: ciò significa che da lì inizia la possibilità con il raddoppio della Pontremolese ferroviaria di arrivare fino a Fontevivo anche per una grande quantità di merci. E Fontevivo non è lontano dal nostro territorio”.

Alle opportunità, però, non paiono corrispondere investimenti. “Quello che mi chiedo, ad esempio, è perché non si punti sul potenziamento delle infrastrutture: ad esempio il ponte ferroviaria sul Po a Casalmaggiore non ha una portata adeguata, e ci sono industrie, come Marcegaglia, che non hanno un raccordo ferroviario adeguato. C’è il problema dell’elettrificazione. Il vertice di Mantova delle scorse ore prelude a un documento firmato da tutti i sindaci della cabina di regia, che hanno evidenziato come né l’incontro di marzo per sopprimere i passaggio a livello, né quello di maggio per l’autostrada Cremona-Mantova siamo avvenuti, nonostante le promesse. Quando ci incontra il Governatore Fontana?”.

Il dramma, però, rimane sugli asfalti, con incontri in Regione rimandati e un rimpallo di colpe che soprattutto rimanda la soluzione, che invece va adottata in fretta. Senza aspettare la Cremona-Mantova autostradale, altrimenti secondo Torchio si andrebbe alle calende greche. “Nei 30 milioni di euro tra Gronda Nord e Pope, la Poggio Rusco-Pegognaga, chiediamo venga inserito il completamento della Gronda a Viadana, che giungendo fino al ponte di Viadana potrebbe diventare una strada degna e una vera Castelnovese, non come quella attuale che taglia in due centri abitati come Vicomoscano: lì sì, avremmo una uscita adeguata. Così come aggiungo uno snodo migliore per Casalmaggiore, per uscire al Fenilone spostandosi su San Giovanni”.

Gronda Nord, Padana Inferiore, Asolana e Castelnovese: queste le quattro strade da mettere nel mirino. “Sulla Padana Inferiore abbiamo il grande sogno del raddoppio con sistemazione del ponte sull’Oglio sul nostro territorio; ma anche sull’Asolana, a Casalmaggiore, abbiamo il ponte sul Po. E ancora la nuova Castelnovese che si potrebbe pensare in concerto con la Gronda Nord su Viadana. Ma agli incontri devono esserci tutti: Comuni, Province, Regioni e Governo, altrimenti avremo sempre il solito gioco delle tre carte dove alla fine tutti scaricano la colpa sugli altri e nessuno fa nulla. Abbiamo comitati, raccolte firme, cittadini che aspettano: la zona è in deciso fermento”.

Giovanni Gardani

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