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Il Rugby Viadana verso il 50esimo Fava a tutto campo tra lavori allo stadio e altri progetti

"Si dovrebbe realizzare un intervento teso a rendere lo Zaffanellla un impianto energeticamente autosufficiente con la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’uso delle più moderne tecniche di gestione del calore". Ma non è l'unica novità...

VIADANA – Gianni Fava è il presidente della Associazione Rugby Viadana, socio unico della Ssd Rugby Viadana 1970, da poco entrato a far parte anche del consiglio di amministrazione di quest’ultime, in veste di vice presidente dopo l’elezione a sorpresa del presidente Giulio Arletti. Con lui proviamo a capire meglio cosa sia successo a Viadana in questi anni e cosa ci dobbiamo aspettare per le prossime stagioni.
Presidente, come vede dall’interno la situazione del rugby viadanese? “Bene, anzi, molto bene. Cinque anni fa con Davide Tizzi ed altri amici abbiamo raccolto un testimone complicato e credo sia finita la traversata nel deserto. Cinque anni a recuperare la vocazione del rugby giallonero con grandi difficoltà che oggi sono superate”.

L’ambiente sembra galvanizzato dal rinnovo della struttura tecnica e dirigenziale o sbaglio?  “L’ambiente è in effetti molto sereno. La gente ha capito il messaggio.  Se ripenso a quando Tizzi anni fa fu costretto ad andare a comprare materialmente i cartellini dei ragazzi viadanesi sparsi per le varie società nei dintorni e guardo la situazione di oggi, con tutti questi ragazzi del nostro vivaio in organico, penso che il mondo sia proprio cambiato. E la gente lo avverte. Lì è stato tracciato un solco e le scelte di questi tempi sono in continuità”.

Ci sono stato anche alcuni abbandoni però… “Vero. La rinnovata struttura tecnica ha provato in tutti i modi a recuperare il maggior numero di  giovani atleti formati a Viadana e in alcuni casi c’è riuscita, in altri no. Ma la scelta è stata degli atleti e non della società. Basti pensare al caso più eclatante, ossia il ritorno di Giorgio Bronzini, quello che personalmente giudico il più importante colpo del mercato, al di là dei meriti sportivi del ragazzo. Lì ci sta tutta la filosofia di questo gruppo dirigenziale”.

Nel frattempo abbiamo registrato l’arrivo del primo presidente non viadanese e la cosa ha colpito molto. “A parte che non è vero. Io ho fatto il presidente negli anni ’90 ed abitavo a Pomponesco. Quindi non è il primo. E poi Giulio Arletti era sicuramente la scelta migliore fra le varie ipotesi di successione a Tizzi. Un imprenditore di successo, giovane e motivato. Con una grande passione e le idee chiare. Ha scelto di sposare a fondo la filosofia del club e non a caso nel Cda di fatto sono rimasti molti del precedente. Con lui un’altra novità positiva è rappresentata dall’arrivo di Paolo Bottari, altro imprenditore e stavolta viadanese doc legato al mondo del rugby in quanto da anni sponsor del Viadana”.

A proposito di sponsor, siete tornati ad avere uno sponsor principale, altra novità significativa. “Sì. In questo caso è merito di Giulio Arletti che con l’aiuto di Ulises Gamboa ci ha portato un main  sponsor che mancava da tempo. IM Exchange è una società internazionale che vanta al proprio interno molti dirigenti appassionati di rugby e interessati al mercato italiano. Ma Giulio non ha fatto solo quello, con una donazione importante ha sponsorizzato il restauro della struttura dello Zaffanella che ne aveva bisogno”.

Si sente parlare di un grande progetto di rilancio dello stadio, di cosa si tratta? “Beh, intanto sono previsti e in corso di realizzazione molti lavori per gli spogliatoi, la palestra e il recupero di locali inutilizzati. Ma soprattutto si dovrebbe realizzare un intervento teso a rendere lo Zaffanellla un impianto energeticamente autosufficiente con la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’uso delle più moderne tecniche di gestione del calore. Alcuni lavori manutentivi sono già partiti, per altri stiamo stiamo aspettando una pronuncia del comune di Viadana, che è il proprietario della struttura che abbiamo in concessione. Vorrei ricordare che si tratta di lavori per centinaia di migliaia di euro tutti realizzabili con fondi privati e senza gravare di un euro le casse pubbliche, così come prevede la nuova normativa sullo sport”.

E sul versante più squisitamente agonistico che stagione dobbiamo aspettarci? “Difficile azzardare previsioni. La prima squadra quest’anno dispone di un organico di atleti con un’età media fra le più basse del top 12. Tanti giovani e tanti viadanesi. Questa la formula. In questo caso ci si prende qualche rischio e si sa, ma la serietà di un club la si misura dalla capacità di mantenere fede alla propria filosofia. E questo credo sia il valore principale. Nelle prossime settimane potrebbero arrivare altri atleti che hanno dimostrato interesse per il nostro progetto, vedremo… Di certo si apre un nuovo ciclo che andrà valutato almeno alla fine del prossimo triennio. E poi molto dipenderà da quello che crediamo sia il nostro asso nella manica: Victor Jimenez”.

Già Jimenez, un altro grande ritorno. “Sì infatti. Una decisione presa in tempi lontani ormai con il chiaro obiettivo di consegnare l’organizzazione della parte tecnica a qualcuno che conosca bene non solo il rugby, ma l’ambiente giallonero. E qualcuno che avesse un curriculum adeguato: Victor in pratica. Su di lui abbiamo grandi aspettative. Certo a nessuno si chiederanno miracoli sul fronte dei risultati, ma su quello dell’ambiente e della disciplina sì”.

E sul fronte del settore giovanile quali novità in arrivo? “Le giovanili per Viadana sono sempre state un interesse primario. Il presidente sta completando l’organigramma della struttura tecnica e dirigenziale per il prossimo anno e anche ci saranno sorprese e ritorni”.

Per i Caimani (una sorta di seconda squadra del Viadana) cosa avete in mente? “Continua il processo di integrazione con la squadra cadetta. L’allargamento della rosa a tanti giovani va anche in questa direzione. Le regole federali impongono scelte ben precise. A tutti i ragazzi viene offerta la possibilità di giocarsi le chance della prima squadra o in subordine viene chiesto di provare a continuare il proprio percorso di crescita giocando un campionato competitivo come quello della serie B (a maggior ragione nel forte girone Veneto). Ci saranno solo scelte tecniche nell’interesse sia del club che degli atleti, che restano il principale patrimonio del club appunto”.

Il prossimo anno sarà quello del 50esimo compleanno del rugby a Viadana. “Infatti abbiamo in mente grandi eventi per celebrare il nostro primo mezzo secolo. Pensavamo a settembre di costituire un comitato organizzatore in seno alla associazione, del quale chiamare a far parte alcuni degli storici esponenti del rugby giallonero. Penso a un paio su tutti: Achille Coppi e Paolo Benazzi. Credo siano gli unici ininterrottamente tesserati, come giocatori prima e come dirigenti poi, esattamente dalla fondazione della società. Un record da celebrare. A questo punto non resta che aspettare l’inizio della stagione agonistica. Confidando nella presenza e nel sostegno del nostro affezionato pubblico”.

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