Cultura

"L'occhio e la macchina": in Biblioteca a Casalmaggiore via alla rassegna sul cinema russo

Curata da Giuseppe Romanetti, ogni giovedì sera alla Biblioteca Civica a partire dal 26 settembre, una serie di incontri dedicati ai grandi autori del cinema muto, all'interno della cornice dello Stupor Mundi dedicata alla Russia.

“A qualcuno sembrerà una rassegna d’antan o nostalgica, ma dal mio punto di vista credo ci sia sempre più bisogno di andare a vedere quanto è stato fatto in passato per sdoganare un periodo cinematografico storico e il muto in generale”. Così Giuseppe Romanetti, direttore artistico del Teatro Comunale di Casalmaggiore, con la presenza dell’assessore alla Cultura Marco Micolo, ha presentato ‘L’occhio e la macchina: il cinema come concezione del mondo’,  una rassegna di film d’autore sul cinema sovietico degli anni Venti e Trenta del Novecento che si terrà in Biblioteca Civica, ad ingresso libero, ogni giovedì sera a partire dal 26 settembre.

“Ricomincia Stupor Mundi con una seconda programmazione invernale: ci sono eventi da definire rispetto alla locandina, perciò ho preferito presentare gli eventi non insieme ma per blocchi”, ha spiegato Micolo. Il quale ha colto l’occasione anche “per comunicare che andrà in Giunta il bilancio consultivo del teatro, con  circa 10mila euro di spese in meno e arrivando ad una percentuale di copertura record del 77% rispetto al precedente esercizio. Per questo – ha concluso l’assessore -, devo ringraziare Romanetti e Carena per il lavoro svolto, continuando su questa linea per nulla togliere questo servizio ai cittadini”.

Dato che il paese di questa edizione di Stupor Mundi è la Russia, “non si poteva non dimenticare questa arte e la sua grande stagione del muto”, ha introdotto Romanetti. Un periodo tra il 1918 e il 1935, fino all’avvento del realismo socialista, nel quale i cineasti sovietici “hanno raggiunto le più alte vette della cinematografia di tutti i tempi, con capolavori assoluti e innovazioni capaci di superare limiti pratici e ideologici, segnando per sempre una stagione artistica e non solo”, ha aggiunto il curatore della rassegna. Ogni serata verrà introdotta da esperti diversi come il professor Stefano Prandini, il presidente del Fotocine Casalasco Antonio La Montanara e il giovane Jacopo Orlo. 

“Ciò che davvero caratterizza questi autori è il fatto di essere artisti della macchina da presa e al tempo stesso grandi teorici – ha affermato Prandini alla presentazione -. Insieme all’espressionismo tedesco, è stato un movimento culturale dell’epoca dotato di grandi personalità e di uno stile così distinto difficile da trovare nella storia del cinema; entrambi sono il canto del cigno del muto giunto al suo massimo splendore”. Dunque la rassegna diventa occasione, secondo Romanetti, “per vedere e capire che, forse, i film del passato sono cose sbiadite ma non sconosciute. Sono sicuro che avvicinandosi a queste opere, gli spettatori troveranno invece piacevolezza e sorpresa in questi film”.

Dal “teorico del copione aperto” Sergej Ejzenstein e la sua famosa ‘Corazzata Potemkin’ (1925) al maestro della “sceneggiatura di ferro” Vsevelod Pudovkin con ‘La madre’ (1926), alle intuizioni fotografiche e tecniche di Dziga Vertov con ‘L’uomo e la macchina da presa’ (1929) fino al lirismo poetico di Alexander Dovzhenko in ‘La terra’ (1930). Grandi pensatori e sperimentatori della forma, del montaggio e del linguaggio cinematografico da riscoprire per conoscere le origini della Settima Arte.

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