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Coppi, Bartali e i pionieri rivivono a Gaiole in Chianti: anche tre casalaschi partecipano all'Eroica

“Mi piacerebbe creare un movimento del genere anche nel Casalasco - ammette Rivetti -. Sarebbe uno stimolo per riscoprire il fascino dei tempi andati e per fare sì che qualche vecchia bicicletta torni a nuova vita”. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

Nella foto da sinistra Rivetti, Pagliarini e Franco all'Eroica

GAIOLE IN CHIANTI – Le chiamano biciclette ritrovate. E la chiamano l’Eroica, da 23 anni a questa parte, da quando cioè è stata ideata. Non è una vera e propria gara, si può fare – per così dire – anche al passo. Eppure il nome, fidatevi, è azzeccato. Quest’anno all’Eroica hanno preso parte anche tre cicloamotori del Casalasco, Giovanni Rivetti di Gussola, Giovanni Pagliarini di Casalmaggiore e Leonardo Franco da Martignana di Po.

Di cosa si tratta? Nata e tuttora organizzata a Gaiole in Chianti, provincia di Siena, è una delle rievocazioni più importanti del mondo legate al ciclismo e al fascino delle due ruote di una volta, capace di attirare solo quest’anno ben 8mila partecipanti da tutto il pianeta. Accade in Toscana, come detto, regione che da sempre attira turisti per l’aspetto gastronomico, che però in questo caso si unisce all’orizzonte sportivo. Quest’anno all’Eroica, con partenze scaglionate a seconda dei percorsi da 46, 81, 106, 135 e 209 chilometri, sono giunti anche 120 atleti dagli Stati Uniti, quattro dall’Australia e ben 500, una vera e propria armata, dalla Germania. Sviluppata in tutto il mondo, con diverse tappe pure nel continente americano e in quello africano, oltre che addirittura in Giappone, l’Eroica originale, istituita nel 1997, nasce dunque sulle colline dove si produce il Chianti.

E ha un regolamento ben preciso: si corre quasi esclusivamente su strade bianche, dunque non asfaltate, in mezzo a vigneti e paesaggi da fiaba, e si affronta con biciclette che non possono essere state costruite dopo il 1987. Per i percorsi più lunghi, anzi, il tagliando della bici deve essere ancora più vecchio… In qualche caso i copertoni sono ancora incollati al cerchione. Per questo i problemi meccanici sono dietro l’angolo: “A parte qualche salto di catena a noi è andata bene” spiega Rivetti, che ha corso a bordo della sua Benotto del 1970 autografata da Moser, tenuta come un gioiello. Per Pagliarini invece la soddisfazione di pedalare su una Bianchi degli anni ’70, per Franco la due ruote era la Ducale, risalente agli anni ’50.

Tutti vestiti con abiti da ciclismo pionieristico, perché la componente vintage passa pure dall’abbigliamento, i tre Casalaschi hanno completato in cinque ore gli 81 km scelti, con due tappe merenda, altra caratteristica dell’Eroica. E con una foto ricordo sulla bicicletta Bianchi originale di Fausto Coppi, sulla quale il Campionissimo conquistò la tappa di Pinerolo dopo una fuga leggendaria di 190 km in solitaria nel Giro d’Italia 1949. Alla sera poi fiorentina e Chianti, per riprendere le forze. E non finisce qui: “Mi piacerebbe creare un movimento del genere nel Casalasco – ammette Rivetti -. Sarebbe uno stimolo per riscoprire il fascino dei tempi andati e per fare sì, perché no?, che qualche vecchia bicicletta, da semplice pezzo da museo, magari abbandonato in qualche garage, torni a nuova vita”. Biciclette ritrovate, insomma, pronte a ripartire.

Giovanni Gardani

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