Cultura

Tersite Rossi e il lavoro sfruttato: per "Gleba" anche Giovanni Anversa in Auditorium

“Un libro che sembra senza speranza e invece la offre quando invita a riflettere” ha chiosato Anversa davanti a una sessantina di persone. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

CASALMAGGIORE – Si chiama Tersite Rossi. Ma il nome è quello di un collettivo, ossia la fusione tra il giornalista Marco Niro e l’insegnante Mattia Maistri, alla loro quarta collaborazione editoriale. L’ultimo romanzo di Tersite Rossi è stato presentato venerdì in Auditorium Santa Croce a Casalmaggiore, perché Niro è originario proprio del comune casalese. Sono stati gli stessi autori a presentare le linee guida del romanzo, dal titolo “Gleba”, edito da Pendragon.

Lavoro sfruttato e rivendicato: tematiche d’attualità, dunque, che partono da un ficcante lavoro d’inchiesta e da lì sviluppano la trama sempre contesa tra fiction e realtà, tra sceneggiatura e documentario. Il libro, presentato anche da Giancarlo Roseghini e Sandra Furini della biblioteca Mortara di Casalmaggiore, ha richiamato a Casalmaggiore – quale relatore assieme ai due autori – Giovanni Anversa, giornalista capostruttura di Rai 3, originario di Casalmaggiore proprio come Marco Niro. Da lui un invito alla lettura.

Come è stato spiegato – Roseghini ha tracciato pure un paragone con Steinbeck, che aveva preso in considerazione le masse di contadini costrette a migrare in America per cercare lavoro – il libro fa anche una cronistoria del mondo del lavoro da Piazza Fontana in avanti, con prologo ambientato nel 1917 negli Stati Uniti definito da Anversa “spiazzante”. Temi di peso – tra i quali spiccano riferimenti al terrorismo islamico e al terrorismo di casa nostra negli anni di piombo – si intrecciano come le storie dei protagonisti. Partendo dal vuoto assistenziale e da una società che insegna ad annullare le emozioni e a mettere i futuri manager in competizione e costantemente sotto stress. “Un libro che sembra senza speranza e invece la offre quando invita a riflettere” ha chiosato Anversa davanti a una sessantina di persone.

G.G.

 

 

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