Cronaca

Pietro e Rinaldo Ferrari, due fratelli morti a distanza di quattro giorni: Scandolara Ravara e il Casalasco li piangono

“Quando ho chiamato Pietro per dirgli di venire in cooperativa, dato che faceva parte della nostra struttura nell’ambito sociale anche dopo la pensione - spiega Mantovani - mi ha risposto il fratello Rinaldo, dicendomi che stava dormendo perché non stava bene. Non immaginavamo che la situazione potesse precipitare così, per tutti e due”.

Nella foto a sinistra Pietro, a destra Rinaldo Ferrari

SCANDOLARA RAVARA – Si sono rincorsi anche nella morte, Pietro e Rinaldo Ferrari. I due fratelli di Scandolara Ravara se ne sono andati a distanza di quattro giorni l’uno dall’altro. Entrambi ricoverati all’ospedale Oglio Po, non ce l’hanno fatta a superare la crisi portata dal maledetto virus: non si erano mai sposati, Pietro e Rinaldo. Il primo aveva 73 anni, il secondo 65: avevano iniziato a lavorare, da giovani, per l’impresa edile del padre, poi avevano preso altre strade.

Erano conosciutissimi, anche per il mestiere che svolgevano: Pietro Ferrari, che è morto il 1° aprile, è stato il primo operatore ecologico della Cooperativa Gardenia, che ha sede a Camminata, frazione di Casalmaggiore. Era il 2004. Un lavoro che svolgeva con grande professionalità, quasi come una vocazione. “Mi ricordava sempre – spiega Marco Mantovani, responsabile amministrativo della Cooperativa – che la sua missione era lasciare ai giovani un mondo migliore. E la sua strada era dunque favorire la raccolta differenziata”. Rinaldo Ferrari, morto domenica pomeriggio, era invece lo “stradino” di Scandolara, impiegato per il comune e sempre attivo. Il dispiacere della comunità è quello di non poterli salutare con un funerale, stanti le disposizioni vigenti, proprio loro che – in maniera diversa – quella comunità avevano sempre servito con diligenza.

Più introverso Pietro, conosciuto scherzosamente come “il barba” o “Bin Laden”, più aperto Rinaldo: ma erano entrambi generosi, si spendevano per gli altri, dietro la corazza di un carattere agli antipodi. Vivevano da soli. “Quando ho chiamato Pietro per dirgli di venire in cooperativa, dato che faceva parte della nostra struttura nell’ambito sociale anche dopo la pensione – spiega Mantovani – mi ha risposto il fratello Rinaldo, dicendomi che stava dormendo perché non stava bene. Non immaginavamo che la situazione potesse precipitare così, per tutti e due”. Invece se n’è andato Pietro e, quattro giorni dopo, pure Rinaldo. Hanno seguito idealmente la sorella Caterina, che era passata a miglior vita soltanto tre anni fa. A piangere Pietro e Rinaldo, insieme per tutta la vita sotto lo stesso tetto, e pure nella morte, restano i nipoti Mario e Angelo, quest’ultimo assieme alla moglie Cristina e alla figlia Valentina. Oltre, chiaramente, a tutto il comune di Scandolara Ravara e a una buona fetta del Casalasco, che entrambi hanno sempre servito, a modo loro e con mansioni differenti, al meglio.

Giovanni Gardani

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