Politica

Sindacati delusi da cabina di regia su fase2 in Regione: 'Le quattro D sono al massimo buone intenzioni'

Nessuna idea su come organizzare i servizi su tutto il territorio lombardo che assicurino a tutti i lombardi che dovranno tornare a quelle che il Presidente Fontana ha definito le “attività ordinarie” almeno un tampone settimanale per verificare la presenza di contagio e il test sierologico per certificare la presenza di anticorpi.

I sindacati confederali  giudicano insoddisfacente l’esito della cabina di regia convocata oggi dalla Regione con le parti sociali e i capigruppo del Consiglio Regionale, curante la quale  – si legge in un comunicato di Cgil, Cisl e Uil regionali – “non abbiamo purtroppo ascoltato dalla Regione nemmeno una sola proposta che si possa onestamente definire concreta. Non una proposta su come si vuole garantire quotidianamente a tutti i lavoratori e ai cittadini gli indispensabili DPI (mascherine e guanti idonei) per poter muoversi e lavorare.

Nulla su come si intende assicurare a tutti di poter viaggiare sui treni, sul metrò, sui bus, rigorosamente mantenendo almeno un metro di distanza dagli altri viaggiatori. Nessuna proposta di un elenco dettagliato di attività e mansioni che devono esser  svolte dal proprio domicilio in lavoro agile, con il conseguente obbligo alle aziende di osservarlo.
Nessuna idea su come organizzare i servizi su tutto il territorio lombardo che assicurino a tutti i lombardi che dovranno tornare a quelle che il Presidente Fontana ha definito le “attività ordinarie” almeno un tampone settimanale per verificare la presenza di contagio e il test sierologico per certificare la presenza di anticorpi.

Vorremmo ricordare che i luoghi di lavoro sono anche gli ospedali e le RSA: difendere le condizioni di tutti coloro che lì lavorano o sono curati e assistiti è una priorità che continua, affiancata dalla necessaria ricostituzione del ruolo della sanità territoriale del tutto assente per scelta organizzativa e politica della regione. Le quattro “D” per ora restano al massimo buone intenzioni. “CGIL CISL UIL Lombardia ribadiscono che le date e le modalità con cui si attuerà la“fase 2” si decidono solo a livello nazionale per tutto il Paese, con un confronto preventivo con le parti sociali, così come per noi è indispensabile una corretta e diffusa applicazione del protocollo su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sottoscritto il 14 marzo, a partire dalla costituzione dei comitati oggi insediati in meno del 30% delle imprese. Se in Lombardia ci si vuole preparare al meglio per quella data, serve che le annunciate misure diventino concrete opportunità garantite a tutti. Una ripartenza della mobilità e delle attività produttive non essenziali (in assenza di vaccino) se non vengono garantite le citate misure di sicurezza, ha come unica conseguenza un’altra ripartenza: quella dell’epidemia, dei ricoveri e dei decessi”.

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