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Mario Daina: "Maggioranza, non c'è voglia di confronto, e nessuna politica"

Negli ultimi tre mesi ce ne siamo stati buoni, abbiamo capito che non era tempo di polemiche per senso delle istituzioni e per la gravità della situazione. Non siamo intervenuti anche quando avremmo potuto e dovuto farlo

CASALMAGGIORE – C’è amarezza, ma anche la volontà di non demordere. L’incontro di mercoledì sera del PD Casalasco è partito dalle riflessioni relative all’ultimo consiglio comunale, quello in cui si erano respinte tutte le mozioni di CNC. “Gli iscritti non l’hanno presa bene – racconta il segretario Mario Daina – ed ho lasciato anch’io passare qualche giorno per un ragionamento a mente fredda. L’amministrazione non solo ha bocciato la mozione, cosa che è successa tante altre volte salvo poi, come sulla questione del centro per l’impiego, tornare in una qualche maniera sui propri passi, ma non ha proposto nulla di alternativo al tavolo di lavoro che avevamo portato avanti. L’impressione è che non ci sia piena consapevolezza sulla gravità del periodo che stiamo vivendo, e che questo virus fondamentalmente non abbia insegnato nulla di diverso da quello che eravamo prima”.

Mario Daina esprime preoccupazione. Lui che il mondo del lavoro lo conosce bene. “Ho assistito alla solita difesa della considerazione che il pubblico non debba interferire nel privato. Un sistema che non regge più: siamo arrivati ad un punto in cui o l’ente pubblico si fa promotore, diventando il perno della realtà sociale, o accettiamo che a prevalere sia un modello privato, quello che fa il mercato padrone di tutto. Quello che è venuto fuori nel consiglio comunale è il modello Seghezzi, che poi è il modello Formigoni che sappiamo quanti danni ha fatto. Lui ne è il paladino. Abbiamo cercato di far capire che c’è un prima e un dopo Covid e che il ruolo del territorio diventa ancor più decisivo in ogni settore. Abbiamo una situazione in cui il mondo del lavoro è in estrema sofferenza, e lo sarà ancor di più nei prossimi mesi. Tra le altre cose penso alla cassa integrazione: non potrà durare in eterno e dobbiamo essere pronti, ognuno per quel che può fare, ad agire. Il Casalasco ha da sempre vissuto le crisi nazionali con qualche mese di ritardo. Abbiamo un vantaggio proprio in questo: possiamo prevedere ed agire”.

Il tavolo è uno strumento vecchio… “Questo ci è stato detto, non comprendendo che è solo dal confronto con tutte le forze in campo, con tutti i soggetti che hanno responsabilità che si può avere un quadro completo sulla realtà oggettiva ed agire. Il mercato casalasco è diverso da quello cremasco e cremonese: la previsione, secondo i nostri studi, è che il 20% delle imprese medio piccole non ce la farà. Il tavolo è uno strumento vecchio? Proponete allora un’alternativa che non può essere quella di agire a spot, di vivere alla giornata. L’impressione è che non vi sia un’idea di comunità, di rilancio. Che ci sia un vuoto pneumatico di idee. Se parliamo di comune ad esempio, dobbiamo parlare di politiche legate al commercio, alla società. Dobbiamo rimettere in discussione la mobilità e parlare di uno sviluppo complessivo e sostenibile del territorio, dobbiamo affrontare il problema casa. Dobbiamo coinvolgere i vari enti in campo perché la soluzione può venire solo dal lavoro comune. “.

“Negli ultimi tre mesi ce ne siamo stati buoni, abbiamo capito che non era tempo di polemiche per senso delle istituzioni e per la gravità e la complessità della situazione. Non siamo intervenuti anche quando avremmo potuto e dovuto farlo. Abbiamo dato la massima disponibilità a collaborare. Il sindaco è stato eletto, ed ha tutto il diritto di governare ma al momento l’impressione è che non lo stia facendo, che si stia occupando di far quadrare il bilancio, che non ci sia un’idea di come far crescere il territorio. C’è una povertà culturale grande: in un consiglio comunale come l’ultimo a parte il sindaco, Seghezzi ed Abelli, non abbiamo sentito la voce di nessun altro. Possibile che nessuno abbia idee, o proposte?”.

“Abbiamo dato la nostra disponibilità, ma non siamo fessi. Non abbiamo speculato su nulla, e sarebbe stato facile nei mesi passati farlo ma lo stesso dobbiamo sottolineare che a volte il nostro sindaco sembra se ne stia zitto per non disturbare i manovratori in regione. Un sindaco dovrebbe avere l’onestà intellettuale di dire che il sistema non ha retto. Non ha retto con le RSA, non ha retto il modello sanitario lombardo”.

“Il tavolo di lavoro non va bene, le altre proposte non vanno bene. Ci dica adesso allora questa amministrazione che intende fare per affrontare i problemi. Le conclusioni del Sindaco non ci lasciano come Pd assolutamente tranquilli. Non trasmettono nessuna fiducia e speranza. Non è sufficiente essere nati in questa città bisogna partecipare altrimenti è il vuoto. Si torni a fare politica. Se serve e servirà una mano siamo disponibili. Ma ci si dica almeno che cosa si intende fare nei prossimi mesi. Basterebbe questo”.

N.C.

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