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50 educatori in tutto per 60 bambini: così il Grest di San Giovanni tiene duro e respinge il Covid

Dato che alcuni di questi adulti lavorano, ecco che per loro subentrano i turni: in media tre educatori adulti per ciascun gruppo, composto al massimo da 8 bambini per chi è in età da scuola elementare e al massimo da 10 invece per chi frequenta le medie. E inoltre per partire è servito un faldone impressionante di incartamenti tra permessi e richieste. GUARDA IL VIDEO

SAN GIOVANNI IN CROCE – Cinquanta educatori per sessanta bambini e ragazzi. L’anno scorso erano 140, gli iscritti, ma quest’anno il Coronavirus ha costretto a dire qualche no, a limitare le iscrizioni, appunto, mentre qualche genitore non s’è fidato per il timore del contagio. Tuttavia il Grest a San Giovanni in Croce è regolarmente partito, sotto la guida di don Diego Pallavicini, di 24 educatori giovani e di 26 adulti, indispensabili per rispettare le stringenti normative. Si tratta per lo più di volontari, che però hanno esperienza di catechesi e di insegnamento, dunque rispondono ai requisiti. Dato che alcuni di questi adulti lavorano, ecco che per loro subentrano i turni: in media tre educatori adulti per ciascun gruppo, composto al massimo da 8 bambini per chi è in età da scuola elementare e al massimo da 10 invece per chi frequenta le medie. E inoltre per partire è servito un faldone impressionante di incartamenti tra permessi e richieste.

Ogni gruppo, composto rispettando le classi d’età, ha un proprio tavolo anche per il pranzo e un dispenser di igienizzante fisso: la durata del Grest va dalle 7.30 alle 18 con ingressi scaglionati – un gruppo ogni dieci minuti in entrata e in uscita – e con spazio iniziale e finale per la preghiera personale. A tutti i partecipanti sono stati consegnati gadget come cappellino, maglietta e mascherina tricolore. Ci si ingegna pure per trovare nuovi giochi, che favoriscano il distanziamento sociale, come il calcio a distanza, e oltre che in oratorio, si sfruttano al meglio gli spazi e i parchi verdi del paese, per tenere alto il ritmo tra un “blocco” e l’altro della giornata. Il vero traguardo, per il quale è valsa la pena, è la soddisfazione dei ragazzi e bambini, che da quattro mesi in pratica – a scuole chiuse – non si vedevano.

Giovanni Gardani

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