Salute

Oglio Po, nell'incontro con gli "Amici" Rossi conferma: "Il sogno è renderlo d'eccellenza nell'emergenza"

Da qui la proposta degli Amici dell’ospedale. “Chiediamo, oltre a una migliore sinergia con Cremona, che la nostra gente venga informata di più. Noi siamo disposti a fare da mediatori tra l’ASST e la popolazione, perché c’è bisogno di capire, far capire e anche di ascoltare le esigenze di un territorio".

VICOMOSCANO (CASALMAGGIORE) – L’ospedale Oglio Po come un grande Pronto Soccorso? Forse l’etichetta è un po’ riduttiva e sintetica, come tutte le etichette del resto, ma non siamo troppo lontani dalla verità. L’incontro di lunedì pomeriggio tra i vertici dell’ASST di Cremona – il direttore generale Giuseppe Rossi, il direttore sanitario Rosario Canino e il direttore amministrativo Gianluca Bracchi – e i rappresentanti degli Amici dell’ospedale Oglio Po, con il presidente Claudio Toscani e ancora Luigi Borghesi e Roberto Asinari, è servito a fare il punto sotto diversi aspetti del futuro del nosocomio di Vicomoscano.

Anzitutto il tema del distretto Oglio Po, del quale si era parlato già prima della pandemia. “L’assessore Gallera, a quanto abbiamo saputo – ha detto Toscani – avrebbe voluto concedere una sorta di autonomia frenata all’ospedale Oglio Po, dato che vi sarebbe stato un budget destinato ma al contempo una sorta di controllo da parte della direzione di Cremona. Il che rappresenta un passo avanti ma non uno smarcamento. Una sorta di via di mezzo. Va detto però che l’arrivo del Coronavirus ha un po’ tenuto in sospeso questo discorso”.

Il secondo concetto è quello del POAS, il Piano di Organizzazione Aziendale Strategica. Per fare qualsiasi passo servono soldi e, al momento, soldi da Milano non ne arrivano. Per questo, è stato spiegato agli Amici dell’ospedale Oglio Po, è difficile fare paragoni con Guastalla, dove sono stati spesi quasi 30 milioni di euro negli ultimi anni e dove dunque vi sono stati buoni margini di investimento. Toccherà dunque pazientare per una vera e propria riorganizzazione, anche se nel mentre gli Amici dell’ospedale hanno chiesto tre primariati, veri e propri punti cardine della “missione” a Cremona. “Abbiamo chiesto il primariato di Ortopedia, quello di Radiologia e un terzo a scelta dell’azienda” spiega Toscani.

Ed è qui che Rossi ha rivelato come il suo sogno sia quello di creare un grande pronto soccorso, o meglio un dipartimento di eccellenza per le emergenze, di vario genere, con la possibilità di assegnare un primariato o di Pronto Soccorso o di Terapia Intensiva all’Oglio Po. Una sorta di spia del progetto che l’ASST di Cremona ha in mente per l’ospedale casalese. “Il progetto in sé è futuribile – ha detto Toscani – tanto che io stesso, scherzando ma non troppo, ho evidenziato che probabilmente non vedrò mai questa svolta, avendo già 70 anni. Certo è un progetto che si lega al nuovo ospedale di Cremona. Ad ogni modo, vanno benissimo il pronto soccorso e l’emergenza, possibilmente davvero d’eccellenza, ma non vogliamo che questo porti a trascurare la Post Intensiva e il rilancio del reparto di Medicina, che oggi è in sofferenza ed è rimasto in piedi anche grazie alla donazione degli otto lettini fatta dalla nostra associazione. Insomma, è giusto che la “filiera della cura” sia, se non completa, quantomeno non troppo spoglia: l’Oglio Po deve rimanere ospedale per acuti e non solo un pronto soccorso”.

Altro tema, quello del rilancio dal punto di vista edilizio. Nei giorni scorsi pubblicavamo la fotografia di un ospedale con i muri ormai consumati e diverse situazioni da sistemare. “Da questo punto di vista abbiamo avuto garanzie, ma ancora una volta serve la materia prima, che nel caso specifico sono i soldi. L’azienda però – ha detto Toscani – ha dimostrato di conoscere i problemi sui quali intervenire. Per quanto concerne gli investimenti, in attesa di un segnale da Milano, l’intento è parso quello di investire i soldi risparmiati sulla ristrutturazione del Maggiore di Cremona, che non servirebbero più se questo fosse costruito ex novo, proprio sull’Oglio Po. L’altro problema è quello della mancanza di personale, che è diffuso a livello nazionale. Sono due scogli importanti”.

Da qui la proposta degli Amici dell’ospedale. “Chiediamo, oltre a una migliore sinergia con Cremona, che la nostra gente venga informata di più. Noi siamo disposti a fare da mediatori tra l’ASST e la popolazione, perché c’è bisogno di capire, far capire e anche di ascoltare le esigenze di un territorio. Noi crediamo che i Casalaschi e i Viadanesi non siano Bastian Contrari a prescindere. Occorre però spiegare nel dettaglio le mosse che si vogliono fare, con trasparenza, e perché si vogliono intraprendere, compatibilmente con mancanze, problemi di budget ed esigenze. Non sempre in passato questa apertura c’è stata: la disponibilità mostrata dai vertici cremonesi ci fa sperare in un cambio di passo”.

Giovanni Gardani

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