"Il Coronavirus, la politica
e un paese che rischia
di andare alla deriva"
Egregio Direttore,
Un paio di mesi fa ho mandato al vostro giornale una lettera in cui sostenevo che si poteva attraverso questa situazione sanitaria e economica tornare ad essere un paese normale. Alcuni mi hanno fatto sapere che siamo già un paese normale e che non bisogna demonizzare il nostro modo di comportarci, altri, come un Sindaco del Cremonese mi ha scritto dicendomi amichevolmente che non lo diventeremo mai un paese normale.
Devo dire che a ragion del vero aveva visto giusto il Sindaco. In questi mesi stiamo assistendo a fatti inimmaginabili di speculazione economica politica e sociale, sembra che i drammatici avvenimenti causato dal coronavirus non abbiano intaccato la coscienza di una parte spregiudicata di abitanti. L’immagine più significativa è quella di Irene Pivetti, ex presidente della Camera, che sfruttando la situazione della difficoltà del nostro paese ad avere le mascherine necessarie per soddisfare i bisogni nazionali, ha “ intrallazzato “con i cinesi per importare le mascherine, da questo fatto poi sono seguiti controlli e denunce.
Vi immaginate Nilde Iotti , prima donna ad essere presidente della Camera, protagonista nella resistenza al nazifascismo intrallazzare per ottenere cospicui ricavi economici. Oppure impensabile che l’ex Presidente del Consiglio Enrico Letta, oppure Bersani o Vendola intervenissero sul voto di fiducia al governo che stavano sostenendo , affermare in modo ricattatorio che un nuovo governo con altre forze politiche lo si trovava in 15 minuti .Mentre Matteo Renzi , ex segretario del P.D. ex Presidente del Consiglio, in un modo candido lo ha affermato pochi giorni fa durante la fiducia al guardasigilli Bonafede.
Renzi con questa sua dichiarazione dimostra di essere per la politica una mina vagante, un politico non affidabile, al quale purtroppo a lungo tempo in tanti hanno dato fiducia. Da non sottovalutare il pesante compito che deve affrontare e accompagnare il Governo in questo momento dove la pandemia del coronavirus provoca oltre al problema sanitario, disagio sociale ed economico. Si passa dal definire Eroi e Angeli tutti gli operatori sanitari, ma quando gli si deve dare un giusto riconoscimento economico per le ore prestate, per i rischi corsi , per la loro capacità professionale, gli si riconoscono umilianti briciole .
In questi giorni balzano nel dibattito socio politico dei fatti impensabili, dei malavitosi percepiscono il reddito di cittadinanza perché chi di dovere non aveva effettuato i controlli necessari, un rischio questo del distribuire soldi a chi non li merita che è sottotraccia anche nei contributi che verranno distribuiti per far fronte alla crisi causata dal coronavirus, e succede se i controlli si fanno dopo avere assegnato i soldi. Di solito in queste vicende prende chi non ne ha bisogno, e chi ha bisogno sta alla finestra, perché la sua voce non fa opinione.
Come la ciliegina sulla torta a rafforzare quello che ho appena scritto è l’arresto di un manager , antitangenti ( che aveva messo in moto le tangenti sulla sanità siciliana del 5%) e commissario Covid, per l’emergenza Coronavirus in Sicilia. La Guardia di Finanza ha affermato” Corruzione sistematica nella sanità Siciliana,” arrestato assieme a faccendieri e ad imprenditori. Se la politica non torna al suo posto centrale nella vita del paese, se la politica con la sua ramificazione sul territorio nazionale non riesce a prendere corpo, avanzerà sempre di più la politica personale, la politica dell’uomo solo al comando, senza filtri e senza controlli.
Provengo da una scuola politica, quella del P.C.I dove fondamentale era il ruolo delle sezioni, il rapporto di queste con le realtà territoriali. Anche partiti come la DC e il PSI erano organizzati territorialmente, avevano organismi dirigenti locali che si riunivano periodicamente, analizzavano la situazione politica nazionale , ma anche locale. Avevano delle commissioni di lavoro che seguivano i settori più importanti dei paesi, il mondo del lavoro, la scuola ,i trasporti, i servizi per i cittadini, insomma un collegamento con il tessuto sociale dei paesi.
Non a caso le sezioni territoriali venivano definite, le antenne sul territorio, quelle che percepivano i segnali che provenivano dalla società in tempo reale. Strutture simili le avevano anche le amministrazioni comunali, con commissioni (consultive) che coinvolgevano sia maggioranza che minoranza, ma sopratutto le professionalità territoriali che aiutavano a percepire la situazione in un modo diretto, poi era ed è il CONSIGLIO COMUNALE a fare le scelte e a votarle.
Oggi queste commissioni sono ancora elencate nei regolamenti o negli statuti comunali, ma in parecchie località non sono più state costituite, perché si dice che sono un freno per la snellezza delle operazioni comunali. Io sono convinto che il freno non è il coinvolgimento dei cittadini, ma la burocrazia che impera costantemente. Anche la sinistra si deve dare una mossa, tornando a svolgere pienamente il suo ruolo propositivo e di controllo, altrimenti si fa di tutta l’erba un fascio e vincono sempre gli approfittatori. Impareremo la lezione che ci obbliga questo periodo?
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