Cronaca

Covid: morti nelle Rsa, in procura una mole di esposti e denunce. Martedì summit

“E’ evidente che ci sono state situazioni in cui queste persone non sono state curate, anche per mancanza di mezzi”, aveva spiegato il procuratore. La convinzione dei dirigenti è che sia stato fatto il possibile. Un ‘possibile’ che probabilmente non ha portato a grandi benefici, probabilmente un possibile insufficiente”.

Continuano ad arrivare numerosi negli uffici della procura di Cremona, da parte di familiari ma anche da fonti più svariate, esposti e denunce per gli ospiti morti nelle Rsa cremonesi o negli ospedali. Il lavoro degli uomini del Nas, che stanno esaminando una grande mole di documentazione sequestrata in otto case di riposo del cremonese e del cremasco è a buon punto, tanto che martedì prossimo è previsto un summit con il procuratore Roberto Pellicano per fare il punto sullo stato dei lavori e per verificare cosa è emerso dai carteggi clinici, dai documenti, dalle mail, comprese le comunicazioni che si inviavano i direttori sanitari delle Rsa, oltre al Fasas, il fascicolo socio assistenziale e sanitario di ciascun anziano. “Faremo una ricostruzione di quanto avvenuto per cercare di capire cosa è successo”, aveva detto il procuratore  in riferimento alle morti per sospetto Covid degli ospiti avvenute nei mesi di piena emergenza sanitaria.

“E’ evidente che ci sono state situazioni in cui queste persone non sono state curate, anche per mancanza di mezzi”, aveva spiegato il procuratore. La convinzione dei dirigenti è che sia stato fatto il possibile. Un ‘possibile’ che probabilmente non ha portato a grandi benefici, probabilmente un possibile insufficiente”. Di certo nelle Rsa il Covid ce l’ha portato qualcuno, con ogni probabilità gli stessi dipendenti che entravano e uscivano e a cui non è stato fatto il tampone. Troppe le morti di anziani avvenute in queste case di riposo, se poi si pensa che invece altre non sono state toccate dal virus. Le ipotesi di reato su cui si lavora sono omicidio e lesioni colpose – perlopiù nell’esercizio della professione sanitaria, aggravati dalla violazione delle norme di sicurezza sul lavoro, ed epidemia colposa. A Cremona ci sono già degli indagati, anche se, come aveva già sottolineato il procuratore generale Guido Rispoli, “l’iscrizione nel Registro non comporta in alcun modo una valutazione di responsabilità della persona iscritta che si compie solo alla fine delle indagini”.

Sara Pizzorni 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...