Arte

Mondo dell'arte in lutto: si è spento lo scultore Aldo Falchi, era nato a Sabbioneta

Numerosi premi internazionali hanno gratificato un’attività nata da una vocazione a scultura e disegno maturata in una famiglia di artisti. Tramite impegno, pratica e dedizione, Aldo Falchi ha raggiunto un’autonomia espressiva resa in uno stile originale e immediatamente riconoscibile.

SABBIONETA – Il panorama artistico nazionale e internazionale ha perso uno dei suoi punti di riferimento. Si è spento a 84 anni nella sua abitazione di Mantova lo scultore Aldo Falchi, personalità eclettica e apprezzata dagli Stati Uniti all’Europa. Lascia, a testimonianza di una vita in cui ha saputo cogliere grandi affermazioni, una serie di opere che ne manifestano appieno l’originalità e la grande abilità tecnica ed espressiva.

Nato a Sabbioneta, Aldo Falchi è orientato verso l’arte figurativa per una predisposizione innata e per l’esempio del padre Paride, apprezzato pittore. Inizia giovanissimo a modellare e, a 18 anni, nel 1954, si trasferisce a Milano, dove frequenta l’accademia serale di Brera. Discepolo del maestro Remo Brioschi con il quale collabora alla realizzazione del monumento alla Resistenza di Reggio Emilia come modello e come scultore, è autore di diverse sculture per il Cimitero Monumentale e per la chiesa ‘Dei quattro Evangelisti’ a Milano.

Nel 1959 si stabilisce in Germania, scultore della prestigiosa fabbrica di porcellane Rosenthal. Del periodo 1965-69 è il celeberrimo servizio dal titolo “Il Flauto Magico” (uno dei quali acquistato dall’Aga Khan e uno dalla moglie dello Scia di Persia Farah Diba). Realizza ritratti di compositori e collabora con il designer danese Bijorn Wiinblad e il pittore viennese Ernst Fuchs, maggiore rappresentante della Wiener Schule del Realismo Fantastico. Il suo spirito di ricerca in continua evoluzione accentua la propensione di Falchi ad avventurarsi in speculazioni interpretative dell’immagine umana. Lavora anche a Copenaghen e nel 1973 riceve l’incarico dall’ambasciatore statunitense di realizzare gruppi di sculture commemorativi in porcellana, tra i quali “La Dichiarazione d’Indipendenza”, 1974, che si trova sul tavolo del Presidente degli Stati Uniti alla Casa Bianca e una copia è conservata nel Palazzo dei Congressi di Philadelphia.
Nel 1978 crea per l’Ente provinciale del Turismo di Mantova la statua di Rigoletto ad altezza naturale, posta nel giardino della Casa di Rigoletto in Piazza Sordello a Mantova. Seguono il busto di Virgilio e le medaglia per il restauro della Basilica di Sant’Andrea e della Cappella del Mantegna, una delle quali acquistata dal British Museum di Londra e una dal Vaticano. Realizza nel 1991 un busto del duca e sei altorilievi per il quattrocentesimo anniversario della morte di Vespasiano Gonzaga, collocati nell’atrio del Palazzo comunale di Sabbioneta. Molte gallerie in Italia e all’estero hanno ospitato le opere di Falchi, interessando con commenti estremamente positivi la critica e il pubblico.
Numerosi premi internazionali hanno gratificato un’attività nata da una vocazione a scultura e disegno maturata in una famiglia di artisti. Tramite impegno, pratica e dedizione, Aldo Falchi ha raggiunto un’autonomia espressiva resa in uno stile originale e immediatamente riconoscibile. Oltre alla scultura a figura intera ha saputo eccellere nel bassorilievo dove evidenzia una particolare idea prospettica. Anche nei dipinti ai quali si è dedicato nell’ultimo decennio tende ad accostare l’arte classica e figurativa ad altre forme più moderne e contemporanee. In molte sue opere egli racconta la realtà secondo una propria visione e la integra con elementi fantastici. Realismo e fantasia si fondono, con forme ricche e particolareggiate, in un ecclettismo capace di portarlo a vertici notevoli anche nell’arte sacra, nonché alla raffigurazione di episodi mitologici. Personalità riservata, dotata di grande umanità e sensibilità, Aldo Falchi, lascia un grande vuoto nel panorama artistico mantovano e nazionale.
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