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Questione Italgas, Cavallari: "Minotti ha scarsa memoria e Fava approvò i bilanci"

Grave invece è il fatto che un cittadino sia a conoscenza di informazioni riguardanti cause in corso, riservate e protette da protocollo interno, subito dopo che queste sono pervenute all'Ente

VIADANA – Risponde, il sindaco facente funzioni Alessandro Cavallari, alla polemica relativa al pignoramento Italgas. Una lunga risposta in cui Cavallari ripercorre tutte le tappe rimarcando che l’amministrazione in carica, al contrario di quanto sostenuto dalle opposizioni, ha fatto tutto il possibile in una vicenda peraltro ereditata dall’amministrazione Penazzi.

“Prima di tutto è necessario far presente che tra la Società Italiana per il Gas s.p.a. – Italgas e il Comune di Viadana la controversia relativa alla determinazione del prezzo di riscatto delle reti gas è nata nel 2012 con l’allora Giunta Penazzi.

Nel 2012 appunto è sorta una controversia relativa al contratto di concessione del servizio di distribuzione del gas rep.8619 del 09.03.1970, come integrato da atto aggiuntivo rep. 4621/1986 e da atto rep.1894/2001, relativa alla determinazione dell’importo dovuto al gestore della rete del gas a titolo di stima industriale degli impianti.

Tale controversia è nata in conseguenza della decisione dell’allora Amministrazione in carica di procedere al riscatto della rete per cui è necessario sottolineare che anche questa vicenda annosa che questa amministrazione si è trovata a gestire rapprenta una ‘simpatica’ eredità delle amministrazioni precedenti.
Vicenda che è stata affrontata fin da subito con la massima attenzione, dedizione, serietà e competenza dal Sindaco e dall’Assessore ai lavori pubblici Franco Rossi.
Per la risoluzione della suddetta questione ITALGAS propose istanza di avvio di procedimento arbitrale, attivando la clausola compromissoria di cui all’art. 16 del citato contratto, notificando in data 18.09.2012 al Comune di Viadana, nella persona del Sindaco pro tempore, istanza di avvio di procedimento arbitrale e contestuale nomina di arbitro.
All’esito di un procedimento durato oltre sei anni, in data 5 febbraio 2019 è stato sottoscritto il lodo arbitrale che ha determinato il valore di riscatto degli impianti in € 10.947.567,18 oltre a interessi al 3% e rivalutazione monetaria, al netto di € 8.500.000,00 dovuta da ITALGAS al comune di Viadana sulla base di una CTU ( Consulenza tecnica d’Ufficio) che in parecchi punti riteniamo non corretta nè condivisibile.
Quindi l’esito dell’arbitrato è noto dal Febbraio del 2019 quanto era ancora assessore della Giunta Cavatorta Alessia Minotti, ora candidato Sindaco che ancora una volta dimostra di avere poca memoria o forse di aver avuto poca attenzione. Nel corso del 2019 ha avuto luogo un incontro con i delegati di Italgas ai quali è stato chiesto se fossero disponibili a una soluzione transattiva della vertenza in cambio della rinuncia ad impugnare il lodo arbitrale per nullità avanti la Corte di appello di Brescia.
In quella seduta i delegati Italgas non hanno proposto nessuna soluzione, limitandosi a dire che chiedevano il pagamento di quanto dovuto, tale posizione di assoluta chiusura è stata confermata con una prima fattura emessa nell’Agosto del 2019 puntualmente respinta dal comune di Viadana. Che la vertenza fosse in corso era comunque noto anche a tutti i Consiglieri comunali, tant’è che è stata oggetto di discussione nell’Ottobre del 2019 nella seduta di Consiglio Comunale.
Analogamente sono pubblici i Bilanci che attestano che dal 2011 ad oggi il Comune ha incassato € 7.200.000 da ITALGAS.
Gli stessi Consiglieri a conoscenza dell’arbitrato in corso, tra i quali Giovanni Fava, hanno sempre approvato i bilanci del Comune nei quali risultavano indicate le entrate derivanti dal canone di Concessione, che hanno portato al complessivo incasso di € 7.200.000 come si è appena ricordato.
Attualmente il canone di concessione è di circa € 600.000 annui a fronte degli € 100.000 annui che si percepivano fino al 2010 . A ciò si aggiunga uno sconto del 50% sulle estensioni e prezzi fissi sugli allacci nuovi.
Per quanto riguarda la somma dovuta in forza del lodo, nelle more della decisione della Corte d’Appello sulla sua nullità, necessità rilevare che la stessa ammonta oggi ad € 3.659.189,60 a fronte della somma chiesta da ITALGAS di € 4.271.067,04.
L’importo indicato nell’atto di pignoramento è invece superiore del 50% perché ciò è previsto dalla legge. Preme però ribadire che il debito sorto in forza del lodo (totalmente contestato) è di € 3.659.189,60.
Per quanto riguarda le azioni promosse, il Comune di Viadana non si è limitato ad impugnare per nullità il lodo arbitrale (la prima udienza si terrà avanti la Corte d’Appello il prossimo 7 ottobre in quanto rinviata dallo scorso mese di marzo a causa Covid), ma ha promosso anche un accertamento tecnico preventivo attualmente in corso, relativo alla verifica della regolare esecuzione delle reti di distribuzione gas, a seguito di segnalazioni dell’ufficio tecnico in particolare riguardanti la profondità di posa delle tubazioni, le modalità di reinterro e le interferenze con altri sottoservizi.
Qualora tale procedura, come pare probabile, abbia esito positivo, il Comune potrà pretendere la completa messa a norma dell’impianto, a tutto vantaggio della sicurezza dei cittadini. Và poi detto che la legittimità e l’importo del pignoramento sono sub judice, in quanto è già stata proposta una causa di opposizione contenente un’istanza di sospensione dell’efficacia esecutiva del lodo arbitrale, sulla quale il Tribunale di Mantova sarà chiamato a pronunciarsi prossimamente.
Il che dimostra che il Comune di Viadana non lascia nulla di intentato al fine di tutelare i diritti suoi e dei suoi cittadini, dal momento che ritiene che la somma portata dal lodo non sia corretta ha già presentato opposizione. Importantissimo sottolineare che il pignoramento non inciderà sull’azione amministrativa dell’Ente o sui Cittadini in quanto tutte le somme sono già state destinate ed impegnate.
Grave invece è il fatto che un cittadino sia a conoscenza di informazioni riguardanti cause in corso, riservate e protette da protocollo interno, subito dopo che queste sono pervenute all’Ente. Tali informazione sono garantite ai Consiglieri ma necessita che questi ultimi effettuino richiesta di accesso agli atti, cosa che invece non è avvenuta”.
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