Cronaca

Ponte Po, da Colorno invocazione ad agire: "Ponte nuovo, fate presto!"

L'Associazione 'Io Amo Colorno' ha scritto alle Regioni coinvolte (Emilia Romagna e Lombardia), alle due province (Parma e Cremona) e ai sindaci di Colorno e Casalmaggiore affinché facciano tutto quanto è nelle loro facoltà per sollecitare chi di dovere ad agire, e a far presto

CASALMAGGIORE – Ponte Po durerà 10 anni (forse). E uno è già passato. Serve – e non solo a parole – cominciare a pensare seriamente alla nuova infrastruttura che sostituirà quella ‘incerottata’ e servirà, al contempo, tenere alta l’attenzione su quel che c’è per preservarlo.

L’Associazione ‘Io Amo Colorno’ ha scritto alle Regioni coinvolte (Emilia Romagna e Lombardia), alle due province (Parma e Cremona) e ai sindaci di Colorno e Casalmaggiore affinché facciano tutto quanto è nelle loro facoltà per sollecitare chi di dovere ad agire, e a far presto.

Il ponte è stato riaperto il 5 giugno dell’anno scorso, dopo 21 mesi di chiusura che hanno messo in ginocchio la bassa parmense e il Casalasco. 21 mesi di sacrifici, di chiusure, di perdita di fatturato, di viaggi epici a piedi sul ponte chiuso per raggiungere il posto di lavoro o gli affetti. Una situazione angosciosa che si spera non si ripeta più.

“Abbiamo voluto rammentare alla politica – spiegano i referenti di Io Amo Colorno’ – la necessità di intervenire rapidamente per tutta una serie di motivi. Intanto è un ponte incerottato con una durata prevista di 10 anni, di cui uno è già passato. Nell’ultimo anno la Polizia Stradale di Casalmaggiore ha effettuato circa il 30% di sanzioni, che sarebbero potute essere molte di più se vi fossero stati presidi fissi di sanzionamento. Il traffico è notevolmente aumentato sul manufatto a causa della chiusura del ponte Verdi che ad oggi è chiuso e non riaprirà come previsto al 25 di settembre, convogliando ulteriore traffico sul ponte di Colorno – Casalmaggiore. L’installazione dei sensori ad oggi non è stata ancora portata a termine. La realizzazione del ponte nuovo è ancora molto lontane e ad oggi sembra utopia”.

Il ponte va tutelato maggiormente. “Quotidianamente sul ponte non si rispettano i limiti di velocità, con veicoli che compiono anche manovre di sorpasso pericolose ed azzardate, mettendo a rischio l’incolumità di tutti e aumentando sollecitazioni dei pilastri. Abbiamo ritenuto doveroso cercare di sensibilizzare ancora una volta le istituzioni, onde evitare nuove chiusure e possibili durissime ripercussioni verso territori già fin troppo danneggiati e che ancora faticano a rialzare la testa, specialmente dopo il duro periodo di lockdown a causa del Coronavirus. Da cittadini siamo preoccupati e chiediamo che i nostri appelli non continuino a cadere nel vuoto ma che possano arrivare a tutti, affinché si riesca finalmente a risolvere un problema che ormai sembra destinato ad incancrenirsi sempre di più e che stiamo continuando a denunciare da fin troppo tempo”.

Sotto il testo della lettera.




Preg.mo presidente,
la seguente per porre necessariamente ancora l’attenzione sul ponte sul PO tra Colorno e Casalmaggiore.
Il manufatto in questione è elemento essenziale per la viabilità ed il collegamento di due regioni. Chiuso per ben 21 mesi ha procurato enormi disagi sia al territorio colornese che casalese e ad oggi è riaperto a seguito di lavori tampone con tempo di durata non superiore ai 10 anni. Ad oltre 1 anno dalla sua riapertura poco o nulla si è riusciti a fare per garantirne la sua tenuta, se non dei controlli più o meno frequenti da parte delle forze di polizia. Controlli che hanno un costo elevato e che non permettono di garantire la totale tutela del manufatto 24 ore su 24.
Ad onor del vero, oggi si attende l’attivazione dei sensori atti ad inviare dati importanti all’univerisità e che permetterà in futuro la possibilità di installare sistemi fissi di sanzionamento. Tempi che però non possiamo permetterci di sostenere dato che quotidianamente, mezzi pesanti superano indisturbati il ponte con carichi di ben superiori alle 44 tonnellate previste, nonché veicoli che superano di gran lunga i 50 km/h, ponendo a rischio sia l’incolumità di chi lo attraversa, procurando forti e pericolose sollecitazioni dei pilastri. Lo dimostrano i continui controlli della Polizia Stradale che ha comunicato che nell’ultimo anno, i controlli effettuati hanno sfiorato il 30% di sanzioni. Sanzioni che sarebbero di certo potute essere molte di più se fossero pervenute da presidi fissi.
E’ inoltre doveroso ricordare che attualmente il ponte Verdi, manufatto nemmeno troppo datato, continua ad avere problemi. Ad oggi infatti è chiuso e la sua data di riapertura prevista per il 25 di settembre, sembra ormai lontana. Il traffico si sposta sul “nostro ponte incerottato” incrementando il rischio di ulteriori danni.
Anche la realizzazione del nuovo ponte sembra lontana e per tale ragione occorre a tutti i costi difendere ciò che abbiamo.
Chiediamo quindi alla luce di quanto sopra scritto, di mobilitarsi con celerità sia per l’installazione dei sensori previsti, ma anche e più di tutto di autovelox, e mezzi atti a determinare e sanzionare in maniera “dinamica” (in movimento) i veicoli che non rispettano il peso delle 44 tonnellate. Doverosa è quindi una rapida consultazione con tutti gli enti preposti ed il prefetto.
Per favore, non rischiamo di ritrovarci nuovamente a vivere quel tragico 7 settembre 2017. Non possiamo permettercelo.
Vogliamo confidare nella vostra professionalità e sensibilità.




N.C.

 

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