Viadana, scaduti i termini: l'unico apparentamento è Zaffanella-Perteghella Così un ritorno al bipolarismo?
Con l'apparentamento Zaffanella-Perteghella, le possibilità dei 5 Stelle di entrare in consiglio si assottigliano ulteriormente, dunque il "liberi tutti" potrebbe essere una possibilità contemplata dai pentastellati anche alla luce di questa prospettiva.
VIADANA – L’impressione è che a Viadana sia sparito il “centro”. O meglio che il centro, politicamente, sarà ai margini del ballottaggio. Di sicuro nessuna lista di centro si è apparentata e alla fine la lotta conclusiva per la poltrona di sindaco sarà racchiusa nella dicotomia più classica degli ultimi anni in politica: con tutte le sfumature possibili, sarà destra contro sinistra. Nicola Cavatorta corre da solo, lo si sapeva e del resto il 43% raccolto al primo turno gli consente di farlo, senza bisogno di rosicchiare voti di qua e di là. Per lui il rischio più grande sta nell’affluenza, che è sempre più bassa al secondo turno rispetto al primo.
Fabrizia Zaffanella, invece, che ha bisogno di recuperare 1.700 voti, ha sigillato (come certificherà la nuova scheda elettorale) l’apparentamento ufficiale con la lista Viadana Democratica di Silvio Perteghella, andando così a riunire il centro-sinistra e la sinistra. Restano fuori dalla partita, in via ufficiale appunto, le quattro liste di Alessia Minotti e il Movimento 5 Stelle di Lorenzo Gardini, anche se va precisato che quest’ultimo, per essere presente in consiglio comunale, deve sperare nella vittoria di Cavatorta, dunque potrebbe spostare qualche voto in quella direzione. Va al contempo spiegato che, con l’apparentamento Zaffanella-Perteghella, le possibilità dei 5 Stelle di entrare in consiglio si assottigliano ulteriormente, dunque il “liberi tutti” potrebbe essere una possibilità contemplata dai pentastellati anche alla luce di questa prospettiva.
Un calcolo matematico è naturalmente possibile ma non così utile: Zaffanella, ripetendo gli score del primo turno, salirebbe di poco sotto al 33% alla luce di questo apparentamento, distanziata ancora di 10 punti percentuali da Cavatorta. Come detto, un conteggio di questo tipo non andrebbe mai fatto – se non per tentare un pronostico – nel passaggio dal primo al secondo turno, in quanto si tratta di una tornata completamente diversa, dove si riparte da zero, o meglio dalla base di qualche sicurezza (e insicurezza) acquisita il 20-21 settembre. Lo stesso Cavatorta, del resto, si è detto stupito, in positivo, del gran numero di preferenze ottenute. In sostanza, anche perché in continuità con l’amministrazione uscente, poteva starci un Cavatorta favorito alla viglia, ma in pochi avrebbero pronosticato questo margine. Un margine che gli consente di essere decisamente più tranquillo, anche alla luce dell’unico apparentamento, arrivato entro la scadenza di domenica a mezzogiorno, che di fatto ricompatta semplicemente il centro-sinistra (o la sinistra), senza però erodere voti nella parte più a destra o moderata.
Partita chiusa dunque? No, è presto per dire questo, ricordando l’esperienza della vicina Casalmaggiore nel 2014: all’epoca nessun apparentamento poteva far pensare al ko di Claudio Silla, sindaco uscente che, avanti di 1000 voti al primo turno, uscì sconfitto per una cinquantina di preferenze da Filippo Bongiovanni, il quale puntò – senza “matrimoni” ufficiali – su un motto: “Più del 50% non ha votato l’amministrazione uscente, dunque non è soddisfatto degli ultimi cinque anni e ora a logica dovrebbe votare per me”. In quel caso, al netto degli infiniti meccanismi della grande macchina politica, funzionò. A Viadana, con dinamiche diverse (come del resto accade in ogni elezione), come andrà?
Giovanni Gardani