Cronaca

Cannone degli Artiglieri rimesso a nuovo grazie a Gerevini e ad alcuni volontari

Abbiamo deciso di ristrutturare il vecchio cannone - ha spiegato Marco Gerevini - che è un 105-28 della prima guerra mondiale utilizzato anche nella seconda guerra mondiale

CASALMAGGIORE – Un restyling completo, fatto per ridare un po’ di dignità ad un monumento che cominciava a dare i segni del tempo. A prendersene cura l’associazione Bersaglieri di Casalmaggiore e il Gruppo Armi e Bandiere. A sponsorizzare l’operazione – sostenendola economicamente – l’Armeria Gerevini di Casalmaggiore, mentre l’Amministrazione comunale ha messo a disposizione due dei suoi mezzi per i lavori.

“Abbiamo deciso di ristrutturare il vecchio cannone – ha spiegato Marco Gerevini – che è un 105-28 della prima guerra mondiale utilizzato anche nella seconda guerra mondiale. Ormai sono pochissimi i pezzi come questo rimasti in Italia, sono circa 8. Con l’aiuto delle associazioni lo abbiamo rimesso a nuovo. Il vecchio cannone era stato affidato all’associazione Artiglieri che ormai a Casalmaggiore non esiste più”.

Il cannone da 105/28 fu un pezzo di artiglieria utilizzato dal Regio Esercito nel corso della prima e della seconda guerra mondiale come artiglieria pesante campale (dal 1935 al 1946 questa specialità fu denominata artiglieria di corpo d’armata). Operò, oltre che in Italia, sul fronte Nord Africano, sul fronte Greco e sul fronte Russo. Dopo la seconda guerra mondiale continuò ad equipaggiare alcune batterie dell’artiglieria pesante campale dell’Esercito Italiano.

Quello di Casalmaggiore, messo nel 1973 e dedicato ai caduti di tutte le guerre, era stato affidato all’associazione Artiglieri un tempo attiva sul territorio. Erano loro a prendersene cura sino a che hanno potuto, sino a che ci sono stati. I Bersaglieri e l’associazione Armi e Bandiere, insieme al Voltese Giuseppe Franceschi, appassionato, e a Marco Gerevini, consigliere comunale oltre che titolare dell’armeria omonima lo hanno rimesso in sesto. Per ricordare i caduti di tutte le guerre e per ridare dignità ad un angolo di città che ne aveva necessità.

N.C.

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