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Italgas, mutuo da 3milioni. Cavatorta: "Bilancio sbloccato". Perteghella: "Dubbi su legittimità dell'atto"

Come coprirà questa spesa il comune? “Un milione e 100mila euro - spiega Cavatorta - sono stati accantonati da tempo a bilancio, mentre 3 milioni e 10mila euro arriveranno da un mutuo che abbiamo acceso alla Cassa Depositi e Prestiti”. In aggiunta 360mila euro dalla spesa corrente.

VIADANA – Si è scaldato in particolare sulla questione del pignoramento dei fondi da bilancio comunale legato alla sentenza Italgas, il consiglio comunale di sabato pomeriggio a Viadana. Una spaccatura netta tra maggioranza e opposizione, che alla fine ha portato comunque all’approvazione dell’ordine del giorno (9 voti favorevoli, 6 contrari più un astenuto, uscito dall’aula al momento del voto), che se non altro consentirà al comune di riprendere la propria attività amministrativa. L’amministrazione Nicola Cavatorta affronta dunque subito una grande salita, dato che il secondo consiglio comunale della giunta guidata dal nuovo sindaco ha presentato un ostacolo molto significativo, con la sentenza ereditata dall’amministrazione precedente guidata dal fratello Giovanni e nell’ultimo anno e mezzo dal vicesindaco Alessandro Cavallari. “Vanno distinti – ha precisato Cavatorta – i debiti fuori bilancio derivati da sentenze e i debiti fuori bilancio collegati invece a servizi. Nel primo caso si parla di oltre 5 milioni di euro, nel secondo di 17.500 euro, per debiti che partono dal 2007”.

Partiamo da quest’ultima questione, di più semplice soluzione. “Gli uffici hanno lavorato alacremente fissando un ordine cronologico di scadenze dei pagamenti: trattandosi di una cifra ridotta, anche perché abbraccia un periodo di tempo di 13 anni, abbiamo le risorse per saldare per intero questi debiti e ripianare quel segno “meno”. La questione gravosa, invece, era la prima, perché con una cifra così alta da versare e il pignoramento imposto dalla sentenza, non potevamo utilizzare i fondi a bilancio e, ad esempio, distribuire gli aiuti statali nella pandemia Covid per le partite Iva, così come non è stato possibile pagare scrutatori e presidenti di seggio. I fondi a bilancio erano cioè congelati. Sbloccando con la delibera la faccenda del pignoramento, possiamo ora sbloccare anche queste situazioni che si protraevano da tempo”.

Entriamo nel merito del maxi pagamento dovuto a Italgas, che di fatto è un’acquisizione forzosa della rete gas, dato che questa diverrà ora di proprietà del comune di Viadana. Il totale dovuto è di 5 milioni e 263mila euro. Ma in realtà una parte della cifra si compone con l’Iva che Italgas deve allo Stato e che dunque girerà al comune di Viadana, il quale a sua volta la verserà a Roma. Di fatto, dunque, il vero esborso è di 4 milioni e 460mila euro (3 milioni e 336mila euro incassati al netto da Italgas, il resto è Iva). Come coprirà questa spesa il comune? “Un milione e 100mila euro – spiega Cavatorta – sono stati accantonati da tempo a bilancio, mentre 3 milioni e 10mila euro arriveranno da un mutuo che abbiamo acceso alla Cassa Depositi e Prestiti”. In aggiunta 360mila euro dalla spesa corrente. “Non potevamo accendere un mutuo più oneroso perché la legge prevede – spiega Cavatorta – che fin dove il comune può usare risorse proprie, deve farlo, sfruttando i soldi a bilancio. Solo a quel punto il mutuo viene in aiuto: tengo a precisare che Italgas non ha concesso nemmeno la rateizzazione del credito e questa è stata una difficoltà in più. Ad ogni modo il mutuo costerà all’incirca 150mila euro l’anno, comprendendo gli interessi dovuti, comunque a tasso agevolato. Ovviamente il nostro piano è stato approvato dai Revisori dei Conti”.

La minoranza è comunque critica e si compatta con l’intenzione di segnalare la mossa del comune alla Corte dei Conti, in quanto ritenuta di dubbia legittimità. Silvio Perteghella, consigliere di Viadana Democratica, è colui che per primo ha sollevato la questione. “A febbraio 2019, quando la sentenza era appena uscita e il comune avrebbe sborsato 2 milioni e mezzo di euro, si dovevano accantonare da subito le risorse. I costi sono lievitati per gli interessi legali e di altro genere, ma – attacca Perteghella – l’impressione è che l’amministrazione abbia acceso un mutuo, non potendolo fare. Abbiamo qualche dubbio sul modus operandi e lo segnaleremo sia alla Corte dei Conti che alla Cassa Depositi e Prestiti: vogliamo capire se sia possibile accendere un mutuo per quello che non è un investimento, bensì il saldo di un debito, e soprattutto vogliamo capire se sia vero un altro passaggio, un po’ complesso. In buona sostanza il comune deve utilizzare risorse proprie di bilancio fin quando può, ma stando alla legge dovrebbe anche agire sulle aliquote e sulla tassazione per ridurre al minimo possibile il mutuo: questo secondo passaggio non è stato fatto. Sembra un modo per mascherare nell’immediato un salasso che però la cittadinanza viadanese dovrà pagare, a rate, per i prossimi venti anni”.

Giovanni Gardani

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