Cronaca

Aragona, l'attesa dei parenti al freddo e al gelo: "Perché non si pensa a un gazebo?"

In determinati giorni della settimana, infatti, i parenti degli ospiti e dei pazienti dell’Aragona si ritrovano fuori dalla struttura per consegnare la borsa con il cambio degli indumenti, raccogliendo al contempo quelli sporchi. Ovviamente, a causa del Covid, questo “scambio” avviene al di fuori della struttura con infermiere deputate a ricevere le borse.

SAN GIOVANNI IN CROCE – Una critica che è però assieme anche una proposta. Di certo una segnalazione che giunge da una parente di un ospite della Fondazione Aragona, la casa di riposo di San Giovanni in Croce. Una proposta che è assolutamente attuale, considerando il maltempo degli ultimi giorni. In determinati giorni della settimana, infatti, i parenti degli ospiti e dei pazienti dell’Aragona si ritrovano fuori dalla struttura per consegnare la borsa con il cambio degli indumenti, raccogliendo al contempo quelli sporchi. Ovviamente, a causa del Covid, questo “scambio” avviene al di fuori della struttura con una o più infermiere deputate a ricevere le borse del materiale pulito e a consegnare quelle del materiale sporco. E’ così da mesi, ormai, ossia da quando l’epidemia ha costretto a tenere a distanza e in isolamento i pazienti della RSA dal resto del mondo.

Il problema è che il cambio non è sempre immediato e, nei giorni scorsi, è capitato che questa operazione richiedesse anche un paio d’ore, per due motivi: da un lato l’assoluta necessità di non confondere il materiale da consegnare, dunque il mantenimento della distanza di sicurezza tra un utente e l’altro; dall’altro il fatto che i giorni di consegna siano contingentati, non consentendo così di spalmare la consegna degli indumenti su un periodo più lungo (o semplicemente su un maggiore numero di giorni).

Così è capitato che spesso i parenti degli ospiti siano stati costretti ad attendere fuori al freddo e, nei casi più estremi, sotto la pioggia, come si è visto nel cuore della scorsa settimana. “Capiamo le difficoltà nelle quali si è costretti ad operare e sappiamo che questa soluzione si rende necessaria in questa fase emergenziale, che speriamo passi presto ma intanto dura da mesi – spiega una delle parenti in attesa – ma l’Aragona deve capire anche i nostri disagi. La nostra proposta è molto semplice e speriamo possa essere accolta: perché non installare un gazebo, o magari un paio, per mantenere il distanziamento, e intanto consentire di sostare in tranquillità pure nei giorni di maltempo?”. Una proposta che raccogliamo e lanciamo, con spirito costruttivo, al Cda della Fondazione.

Giovanni Gardani

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