Cronaca

A Rivarolo del Re dopo il silenzio un nuovo abbraccio: l'albero di Natale di Franco Sbolzani

Inevitabile il riferimento alla pandemia, in questo 2020, ma pure qui la visione di Sbolzani si conferma originale: non si piange ciò che è stato, al massimo si concede il dovuto silenzio, ma si guarda avanti, attendendo appunto un nuovo abbraccio. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

RIVAROLO DEL RE – Non manca mai, in via Cò dè Vanni, l’albero di Natale della famiglia Sbolzani. Franco Sbolzani, artista di Rivarolo del Re, ha deciso da diversi anni di realizzare uno dei simboli di questa festività in modo originale, prendendo spunto da un tema differente ogni Natale. Nel 2019 il ricordo andava ai morti sul lavoro, oggi il suo albero (doppio), che campeggia sopra l’ingresso di casa, è un inno alla speranza e un invito ad abbracciarsi. “Nel silenzio… un nuovo abbraccio” è il titolo della composizione, realizzata in parte in legno, in parte in plexiglass con alle spalle la gigantografia di un tricolore, da sempre simbolo di unità nazionale, come se l’invito partito da Rivarolo del Re, ad avere fiducia, riguardasse tutta Italia. Oltre che tutto il mondo.

Inevitabile il riferimento alla pandemia, in questo 2020, ma pure qui la visione di Sbolzani si conferma originale: non si piange ciò che è stato, al massimo si concede il dovuto silenzio, ma si guarda avanti, attendendo appunto un nuovo abbraccio. Sbolzani all’interno della sua casa laboratorio, vicino alla sagoma studiata per realizzare l’albero, ha esposto anche un presepe realizzato con materiale di risulta, di ispirazione astratta ma con la chicca di alcuni antichi strumenti utilizzati dagli agricoltori nei nostri campi. L’ultima installazione è invece il monumento alla “Sorte”, un percorso sempre in salita dell’uomo, fino ad arrivare al punto di domanda: come a dire, fin dove si può arrivare? E cosa c’è alla fine della salita?

Tornando all’albero, è accompagnato da una riflessione della poetessa Luciana Monteverdi, che parla di “innesto”, di alberi che si incastrano e si fondono l’uno nell’altro “senza violenza, con una ricerca di quell’abbraccio che non sai da dove e da chi parta”. Lo stesso artista, infine, suggerisce una riflessione: “Perché tagliare alberi veri, per festeggiare il Natale? Si tratta di esseri viventi e, quando li addobbiamo, siamo di fronte in realtà a un funerale, non ad una festa”. Meglio il riciclo, con una finalità anche ecologica. Come anche il comune di Casalmaggiore ha fatto in questo 2020. E proprio come Sbolzani fa da diversi anni.

Giovanni Gardani

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