Cronaca

Banche e assicurazioni, analisi delle misure anti-Covid adottate curata dall'Osservatorio FISAC

La “maggiore rigidità si è incontrata, in specie nel settore bancario, nella riconferma anche nella seconda ondata di pandemia di quelle misure cautelative che avevano caratterizzato il primo confinamento”, in particolare modo per quanto riguarda “la turnazione e l’apertura a giorni alterni delle filiali”.

Foto di repertorio (Sessa)

L’Osservatorio AntiCovid della Fisac Cgil Lombardia nasce dall’esigenza di fotografare il livello di protezione contrattato nelle aziende della categoria bancaria nella prima ondata di pandemia – da marzo a maggio/giugno 2020 -, e ripristinato, in tutto o in parte, o comunque aggiornato nella seconda ondata di pandemia che ha investito l’Italia e la Lombardia a partire dai mesi appena trascorsi di ottobre e novembre.

L’obiettivo è “fotografare e mettere in comune”. Capire cosa è stato fatto per rendere sicuri i nostri luoghi di lavoro, a che punto siamo, se ha funzionato o se ci sono margini di miglioramento e, soprattutto, come possiamo  progredire mescolando le differenti esperienze e traendone reciproca ispirazione”. L’analisi aveva lo scopo di “comparare le misure attuate nelle singole imprese per estrarne un contributo di buone pratiche” che possano “ispirare e contaminare altre aziende e altri comparti del settore”.

L’Osservatorio ha condotto un primo sondaggio sulle misure di sicurezza e i diversi provvedimenti adottati dalle aziende del comparto bancario e assicurativo in questa fase, incalzate dalle OO.SS. e dai RLS in azione spesso coordinata. Il sondaggio ha coinvolto 9 gruppi di grandi dimensioni: Allianz, AXA, Generali, UnipolSai, Zurich per le compagnie assicurative e Banco BPM, Intesa SanPaolo, unitamente a UBI di fresca acquisizione, MPS, Unicredit per gli istituti bancari.

Sono state considerate 9 aree di intervento, per ognuna delle quali sono stati individuati e indagati aspetti di dettaglio: dpi, misure di sicurezza, gestione delle presenze, gestione degli spazi, ricorso al lavoro agile in estensione nell’emergenza, misure di particolare tutela, gestione delle informazione ai dipendenti, attività di prevenzione, monitoraggio e copertura sanitaria e relazioni tra le parti sociali. Per quanto riguarda il distanziamento, in tutte le aziende – eccetto Banco BPM che si attiene alla  misura di legge di 1 metro – è ancora più prudenziale (un metro e ottanta in MPS) e aumenta fino a raddoppiare (due metri in ISP/UBI, Unicredit, UnipolSai, Zurich e Axa). La rilevazione della temperatura corporea in ingresso ai dipendenti viene effettuata prevalentemente a cura  degli stessi dipendenti con termometri messi a loro disposizione nei luoghi di lavoro. Solo Unicredit – che dispone la misurazione della temperatura anche alla clientela – UnipolSai e Axa si sono dotate di un apposito servizio di assistenti esterni.

Solo ISP/UBI e Unipolsai segnalano l’adozione di orari speciali e l’ampliamento della flessibilità nell’orario di  ingresso. Zurich dota i dipendenti che operano in agile di dotazioni ergonomiche. Tutto il campione segnala la dotazione di tablet o pc aziendale e, anche se non per tutti i dipendenti interessati, di telefoni cellulari. La connessione internet è fornita da Banco BPM e Zurich e, non per tutti i dipendenti, da UnipolSai. Il lavoro agile è comunque una soluzione adottata in modalità estesa da tutti i gruppi aziendali e per tutte le realtà, compresa la rete filiali nelle banche, ad eccezione di Banco BPM.

Sul piano della prevenzione gli interventi più diffusi e comuni riguardano la disponibilità del medico  competente e di “centri di ascolto psicologico”. Molto diffusa anche la disponibilità del vaccino antinfluenzale  o, stante la difficoltà di approvvigionamento, del suo rimborso mediante apposita convenzione (MPS e  UnipolSai). Unicredit offre ai dipendenti la somministrazione con iniezione, ma non il vaccino.

Generali, Zurich, UnipolSai, MPS e Unicredit hanno stipulato polizze sanitarie specifiche Covid. Axa e ISP/UBI, quest’ultima sia pure in via sperimentale, limitata e con adesione volontaria degli interessati, offrono ai dipendenti la possibilità di effettuare test di positività Covid (tampone e sierologico). Ad eccezione di Allianz, Axa, Zurich e, per le banche, Unicredit, sono state istituite apposite caselle postali aziendali per la segnalazione di ogni eventuale situazione di rischio.

“Molte di queste buone pratiche – dice il sindacato – sono acquisizioni comuni anche in osservanza delle disposizioni di cui alla decretazione governativa: DPI, misure igieniche, plexiglass, rilevazione temperatura, distanziamento e regole comportamentali nei luoghi di lavoro, l’accesso della clientela solo dietro appuntamento, il ricorso esteso al  lavoro agile, con particolare benefici ai genitori e soggetti fragili, le pulizie e le sanificazioni, le misure preventive che hanno molti margini di crescita, con particolare riferimento alla possibilità di effettuare i test ai dipendenti delle nostre aziende per individuare l’eventuale presenza del virus”. La “maggiore rigidità si è incontrata, in specie nel settore bancario, nella riconferma anche nella seconda ondata di pandemia di quelle misure cautelative che avevano caratterizzato il primo confinamento”, in particolare modo per quanto riguarda “la turnazione e l’apertura a giorni alterni delle filiali”.

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