Cronaca

Vaccini per la fascia 60-79 anni nella 'cintura' tra Brescia e Bergamo. Illustrato il piano

Fontana, in conclusione, ha escluso che sono pronti nuovi provvedimenti: “La situazione è sotto attenzionamento, quando si preseteranno situazioni che lasciano intendere dei rischi interverremo, ma per adesso non siamo ancora nelle condizioni di doverlo fare”.

Vaccini per le persone di età compresa tra i 60 e i 79 anni nella ‘cintura’ tra le province di Brescia e Bergamo. E’ questa la decisione assunta da Regione Lombardia che nella giornata di oggi, mercoeldì 24 febbraio, ha illustrato il piano vaccinale lombardo. “Abbiamo adottato – ha spiegato la vicepresidente regionale Letizia Moratti – una doppia strategia. Da un lato è di mitigazione per cercare di intervenire in situazioni circoscritte per fare in modo che il virus non esca da queste zone e dall’altro di contenimento indirizzando le risorse vaccinali verso le zone di maggiori criticità”.

“Abbiamo cercato – ha aggiunto Bertolaso – di immaginare qualcosa di diverso che nasce dai segnali di preoccuapazione che ci sono. Lo abbiamo fatto basandoci sull’esperienza e su quanto fatto in altri Paesi com l’Inghilterra e Israele”. Per riuscirci sono stati individuati 4 centri vaccinali (Chiuduno e Antegnate nel Bergamasco, Iseo e Chieri nel Bresciano) e saranno coinvolte, oltre agli over 80, circa 24mila persone proprio nella fascia 60-79 anni. Il consulente stima che verranno vaccinate tra le 4 e le 5mila persone al giorno. Una decisione presa perché si è visto che in Israele “le ammissioni in ospedale scendono per effetto del vaccino molto più negli over 60 che ne resto della popolazione”.

Una volta finito con i 16 comuni interessati, si individueranno i comuni bresciani più colpiti (15/16) dove verranno trasferite le 36 linee vaccinali approntate (18 nel Bresciano e altrettante nel Bergamasco). “Non possiamo farlo contemporaneamente perché non abbiamo abbastanza dosi”, ha chiarito Bertolaso. A Bollate, nel frattempo, accanto agli over 80 verranno vaccinati gli insegnanti, a Viggiù i transfrontalieri. Non verranno, secondo quanto assicurato dai vertici regionali, toccate le dosi per gli anziani, ma “ci sarà un rallentamento nel settore cosiddetto 1bis”, come ha precisato Bertolaso perché “non abbiamo una coperta corta, ma un fazzoletto e dobbiamo muoverci con quelle che sono le priorità”.

In generale si parla di 214 milioni di euro complessivi, in aprte attingendo a fondi statali e in parte regionali, per tutto il piano vaccinale lombardo. Un piano che, salvo riduzioni nella fornitura di dosi, vede il suo termine confermato entro giugno 2021. Sono stati anche individuati i criteri per scegliere gli hub vaccinali che verranno comunicati nel dettaglio settimana prossima. Quel che è certo che è si andrà da aree di circa 400 metri quadrati ad altre di circa 13mila metri quadrati. Saranno, in ogni caso, 66 hub di grandi dimensioni e circa 600 spoke.

Per quanto riguarda il fabbisogno di personale, oltre ad allargare agli specializzandi che saranno remunerati mentre opereranno il sabato e la domenica e al di fuori del proprio orario di lavoro, saranno necessari 550 medici liberi professionisti, 800 infermieri liberi professionisti, oltre a richiedere 104.026 prestazioni aggiuntive per i medici dipendenti pubblici e 166.4422 per gli infermieri dipendenti pubblici.

In questo senso, come ha spiegato il dg Pavesi, “gli ospedali privati avranno un ruolo importante, così come la medicina convenzionata (medici di base, ndr)”. Proprio Pavesi ha speigato che gli impegni di Regione Lombardia riguardano il fatto di “non lasciare fermi in frigorifero i vaccini”, che “tutte le vaccinazioni saranno erogate in un un setting assistenziale adeguato” e che “verranno rispettate le categorizzazioni dei cittadini”.

Moratti ha quindi richiesto di “poter ritardare la somministrazione di chi ha contratto la malattia a sei mesi dopo l’infezione per la prima dose e a seguire la seconda”. Una seconda dose per cui, contestualmente, è stato domandato di allungare i tempi per la somministrazione perché “si è visto che una sola dose fa abbassare in maniera drastica il rischio di malattia grave”. Fondamentale sarà riuscire ad aumentare le dosi vaccinali richieste. Se da un lato la Lombardia attingerà alle riserve attualmente presenti scendendo sotto la soglia fissata dal Ministero di conservare il 30% delle dosi, dall’altro Bertolaso spinge affinché venga consentito l’uso di Sputnik.

Si attende che il vaccino russo venga validato dagli organismi competenti con una visita presso i laboratori di Mosca, anche se il consulente lombardo sottolinea: “Piuttosto che vedere diffondersi la variante inglese e vedere le terapie intensive riempirsi, sarei più popenso ad utilizzare vaccini comunque sicuri e che non hanno ammazzato nessuno. Credo sia giusto che i Governi italiano ed europeo studino tutte le misure possibili per aumentare le produzioni dei vaccini esistenti”.

Il governatore Fontana ha salutato con favore l’incontro che il nuovo ministro per lo sviluppo economico Giorgetti avrà con le case farmaceutiche italiane per produrre un vaccino nel nostro Stato, con Bertolaso che rincara la dose: “Se avessimo una fabbrica di vaccini in Lombardia ci sarebbero per tutti e sarebbero sicuri”. Ma sulle poche somministrazioni del prodotto di AstraZeneca, il consulente taglia corto: “Ci sono persone che si sono inventate patologie per evitare le vaccinazioni con AstraZeneca”. Fontana, in conclusione, ha escluso che sono pronti nuovi provvedimenti: “La situazione è sotto attenzionamento, quando si preseteranno situazioni che lasciano intendere dei rischi interverremo, ma per adesso non siamo ancora nelle condizioni di doverlo fare”.

redazione@oglioponews.it

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...