Cronaca

Voltido: il sindaco, San Rocco e il colera del 1855: "Senza vaccino, la chiusura è un palliativo"

“Questo è il "mio" San Rocco - scrive Borghetti - invocato nella pandemia di colera del 1855 che provocò localmente a Recorfano 40 morti tra fine luglio e fine agosto, ci salvi da questa pandemia senza vaccino perché questo è il problema”.

VOLTIDO – Si guarda al passato, per sperare in un futuro migliore, ora che la terza ondata è entrata nel vivo e che, secondo gli esperti, tra una settimana circa dovrebbe cominciare la propria fase discendente. Un pensiero scritto su Facebook dal sindaco di Voltido Giorgio Borghetti ricorda un’altra grande epidemia storica. “Questo è il “mio” San Rocco – scrive Borghetti – invocato nella pandemia di colera del 1855 che provocò localmente a Recorfano 40 morti tra fine luglio e fine agosto (San Rocco si festeggia infatti il 16 agosto, ndr), ci salvi da questa pandemia senza vaccino perché questo è il problema”.

Il pensiero di Borghetti, dal passato, si ricollega al presente, evidenziando – non senza tono polemico, legato anche alle chiusure – la lentezza nella somministrazione del vaccino, che soltanto negli ultimi dieci giorni ha preso ritmo, dopo due mesi e mezzo senza indicazioni precise. “Senza vaccino, siamo quasi nella condizione del 1855, anche se per fortuna ora abbiamo gli antibiotici che mitigano il flagello che silenziosamente ci assale. Intanto discutono la chiusura che è un pannicello caldo come la camomilla con la febbre a 40”. Ricordiamo che Voltido da inizio pandemia ha avuto 25 casi su una popolazione di 360 abitanti, pari a quasi il 7% dei contagi sui residenti.

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