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Rivarolo del Re, orgoglio e unione:
il 2 giugno si festeggia così...

E' la festa della Repubblica, ma le cose vanno ugualmente dette, forse proprio per quello. Perché la repubblica non è solo i grandi centri, non è solo le città. Sono repubblica le piccole comunità. Anche e soprattutto. GUARDA LA FOTOGALLERY, IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1 E IL VIDEO DELLA MATTINATA

Un caldo sole, quello di un giugno in cui la luce comincia davvero ad essere quella intensa e vera di una ripartenza sotto tutti i punti di vista dopo un anno e mezzo di lotta, di buio e di limitazioni pesanti. Un caldo sole quello che ha accolto – in un clima più sereno – tanti grandi sindaci di piccoli comuni a cavallo tra il cremonese, il mantovano e il west. Tanti grandi capitani di altrettante piccole (grandi realtà) che sono l’asse portante di queste lande coraggiose.

Rivarolo del Re ieri è stato il centro della bassa. E poco importa – o forse importa in maniera diversa – che fosse la festa della Repubblica. E’ stata la festa della Repubblica, la festa in memoria di chi non c’è più, delle vittime del covid, la festa delle scuole, delle associazioni di volontariato. La festa di tanti piccoli (grandi comuni) di lande coraggiose che ripartono senza essersi fermati mai. Dopo aver vissuto, ai confini di tutto un periodo difficile ed intenso. Con tutte le difficoltà dei confini imperiali. Senza cedere.

Luca Zanichelli ha fatto da padrone di casa nella sua terra. 1800 anime sparse tra capoluogo e frazioni. Un primo cittadino tenace ed orgoglioso che non ha mai paura di dire le cose. Non tutti i sindaci hanno raccolto il suo invito, ma tanti lo hanno fatto. Partiamo da quelli: dall’orgoglio di tanti grandi sindaci di piccoli grandi comuni. E partiamo dai ragazzi e dalle ragazze delle scuole. Dagli uomini e dalle donne della protezione civile e da quelle di MIA e di tutto il mondo dell’associazionismo. E’ stata la loro festa. La festa di una comunità e di tante altre comunità.

Gli interventi di chi ha parlato li troverete poi nei video. Annise Grandi ha spiegato l’intenso lavoro di MIA e come si sviluppa. Patrizia Zangrossi il significato della panchina rossa. I ragazzi della scuola hanno espresso, ognuno con propri pensieri, il perché un simbolo è importante e il perché è importante non smettere di parlare della violenza sulle donne. Don Luigi ha letto una preghiera di Madre Teresa di Calcutta, padre Francesco una sua accennando alla comunità messicana che fa parte delle tende sparse nel mondo. Don Giuseppe ha dato la sua benedizione. Francesco Barozzi ha suonato il silenzio alla tromba, il soprano Maria Letizia Caretti ha cantato La vergine degli Angeli e l’Ave Maria. Alessia Zanichelli ha letto una toccante lettera sulla violenza alle donne.

LE AUTORITA’ – Si parte sempre da quelle in ogni narrazione. In questo caso però non è una noia farlo, e neppure un atto dovuto. E’ il segno di una terra e dei suoi tempi. “Questa è la dimostrazione che il nostro territorio Casalasco Viadanese è unito”. Presenti i primi cittadini Pierguido Asinari (San Giovanni in Croce), Alessandro Sarasini (Commessaggio), Carlo Alberto Malatesta (Marcaria), Valeria Patelli (Calvatone), Sara Valentini (Assessore Casalmaggiore), Pier Romeo Vaccari (Casteldidone), Fabrizio Bonfatti Sabbioni (Spineda), Mario Penci (Tornata), Dino Maglia (San Martino del Lago), Pino Baruffaldi (Pomponesco), Pietro Bortolotti (Dosolo), Giuseppe Torchio (Bozzolo), Franco Alessandria (Vice sindaco Sabbioneta), Alessia Minotti (consigliera Viadana), Nadia Poli (Dirigente ASST). Presente per Regione Lombardia la responsabile dell’Unità Prevenzione Contrasto Alla violenza contro le Donne Francesca Cerati, Patrizia Zangrossi responsabile biblioteca, Annise Grandi, responsabile di MIA, Presidente consiglio amministrazione Concass Linda Baroni, il comandante dei Carabinieri di Rivarolo del Re Stefano Rossolini, la Protezione Civile le Aquile con Maurizio Stradiotti, don Giuseppe parroco di Rivarolo del Re, don Luigi Pisani Parroco Bozzolo e padre Francesco Zambotti Tenda di Cristo.

LA CRITICA – E’ la festa della Repubblica, ma le cose vanno ugualmente dette, forse proprio per quello. Perché la repubblica non è solo i grandi centri, non è solo le città. Sono repubblica le piccole comunità. Anche e soprattutto. Nessun sindaco è stato invitato quando il presidente Sergio Mattarella è venuto a Cremona. Sarebbe stato bello, ma non è stato. “Abbiamo apprezzato molto la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lo scorso 24 maggio a Cremona – ha detto Luca Zanichelli – come segno di attenzione e vicinanza dello Stato al territorio uno dei più colpiti dalla pandemia. Come segno di coesione territoriale provinciale, sarebbe stato più significativo se ad accogliere e a salutare il capo dello stato fossero presenti tutti i sindaci della nostra provincia e non solo i sindaci dei comuni capofila, oltre a tante altre cariche istituzionali sicuramente più importanti di noi rappresentanti dei piccoli comuni. Non siamo stati invitati e per correttezza non c’è nemmeno stato comunicato il motivo. Si vede che i sindaci delle realtà minori che compongono la nostra provincia erano di troppo viste le restrizioni covid o meno importanti rispetto alle altre autorità presenti. Da sindaco di Rivarolo del re ed uniti, quale rappresentante della comunità non ho condiviso la scelta, sia a livello personale, sia per il rispetto verso la Comunità che rappresento. La pandemia ha colpito tutto il territorio, ha messo in crisi tante famiglie, ha provocato vittime ovunque, la preziosa e storica visita del Presidente della Repubblica doveva essere segno di vicinanza per tutti, era fondamentale fossero presenti a Cremona tutti i Sindaci della Provincia. Ma questi sono episodi di una politica anti-territoriale che non trovano più nessun fondamento nell’evoluzione del territorio, prese di posizione destinate a scomparire. E’ in atto una forte metamorfosi che vede protagonista in primis le necessità dei nostri territori, l’esigenza di servizi per i nostri cittadini che vengono prima delle visioni di appartenenza politica. Come dimostrato durante la pandemia, solo se il territorio è unito e coeso si riescono a superare criticità e debolezze, solo se noi amministratori avremo il coraggio di difendere il nostro territorio a qualsiasi livello istituzionale, riusciremo a creare le prospettive per un futuro adeguato alle esigenze della nostra gente. Chiederemo alla Regione una ripartenza a partire da questi territori, ricchi di potenzialità e risorse, il Recovery Plan non può dimenticare il Casalasco-Viadanese. Terremo alto l’orgoglio e i valori del nostro territorio, dei nostri paesi e della nostra gente“.

QUI SOTTO IL VIDEODIARIO DELLA MATTINATA DI RIVAROLO DEL RE

GLI EROI – Ci sono eroi importanti in questa pandemia. Il pensiero del primo cittadino – al di fuori della retorica – va a loro. Le mamme soprattutto, ma i più importanti di tutti sono tutti coloro che non ce l’hanno fatta. “Stiamo affrontando una sfida senza precedenti, siamo tutti chiamati a fare la nostra parte e come dicevo prima, ne possiamo uscire solo se giocheremo assieme questa partita. Lo hanno dimostrato tutti coloro che hanno garantito cure, sostegno e servizi essenziali a tutta la comunità: i medici, gli infermieri e tutti gli operatori socio-sanitari, le forze dell’ordine, la protezione civile, i volontari dell’Avis, le associazioni di volontariato, gli insegnanti e tutte le lavoratrici e i lavoratori che hanno continuato l’attività anche durante la pandemia. A loro va il nostro ringraziamento. C’è un’altra categoria che mi preme ricordare: sono le mamme, giovani e meno giovani. Le mamme giovani che hanno indossato il costume da equilibrista per camminare sul filo dello smart working, della didattica a distanza dei figli e molto spesso della disoccupazione avendo lavori precari. Le mamme meno giovani che non hanno potuto vedere i figli mesi interi perché confinate negli spazi protetti delle RSA o isolate per prudenza nelle proprie case. A loro va la nostra ammirazione. E’ doveroso ricordare i veri eroi di questa battaglia ossia le tante persone che hanno perso la vita senza poter nemmeno essere onorati di un degno ultimo saluto. A loro porgiamo il nostro saluto ed ai loro cari esprimiamo il piu profondo cordoglio“. In ricordo delle vittime del covid l’amministrazione Comunale, a nome di tutta la comunità, ha poi portato un vaso di questi fiori su ognuno dei tre cimiteri locali.

LA REPUBBLICA – “Era il 2 giugno 1946 quando tramite referendum venne sancito il passaggio del nostro paese da un sistema politico monarchico a uno repubblicano. Quel 2 giugno 1946 venne fatta una scelta proiettata al futuro! In quella data storica i nostri bisnonni e nonni scegliendo la Repubblica hanno deciso dopo un quarto di secolo di sudditanza di essere protagonisti del loro e del nostro futuro. Fu sperimentato il primo suffragio universale e finalmente tutte le donne maggiorenni del nostro paese poterono votare. Ventuno di loro furono elette nell’Assemblea Costituente e contribuirono fattivamente a scrivere la Costituzione Repubblicana. Furono i cittadini a scegliere la forma di stato, ad eleggere i membri della costituente, a determinare la formazione dei governi. Per questo credo che oggi si possa affermare che la festa del 2 giugno è la festa della libertà di scelta: e per questo è la festa che unisce tutti noi. La capacità di visione dei nostri Avi che hanno saputo guardare oltre la drammatica situazione socio-economica che stavano concretamente vivendo creando le condizioni per una ripartenza tramite la creazione di uno stato repubblicano, tramite la creazione di un testo costituzionale che garantisse i principi fondamentali, che garantisse uguaglianza a tutti. Tutto questo realizzato tramite la consapevolezza di un impegno comune, di essere parte di una stessa storia, di essere parte di uno stesso popolo. Oggi 2 giugno 2021 da questi valori dobbiamo ripartire, tutti noi dobbiamo essere protagonisti di una nuova ripartenza dopo questo periodo di grave pandemia. A 75 anni di distanza, questa data assume nuovamente (certo in termini differenti) il significato di una ripartenza, in una continuità ideale in cui celebriamo ciò che tiene unito il paese: la sua forza morale. Da qui vogliamo ripartire, solidali e coraggiosi, con la capacità di pensare in grande, con un cuore immenso e la consapevolezza che il futuro non dipende dal destino (che può essere cinico, pandemico o altro), ma è frutto di ciò che si decide, di ciò che si programma, di ciò che si progetta. Dobbiamo reagire in modo unitario alla grave crisi sanitaria, economica, sociale e finanziaria generata dalla pandemia. Non possiamo permetterci di pensare che dopo la pandemia, niente sarà come prima o pensare che dovrà per forza essere peggio di prima, dobbiamo vincere questa mancanza di fiducia altrimenti il covid avrà vinto una seconda volta. Il post pandemia è senz’altro difficile dal punto di vista economico e occupazionale, ma per altri versi potrebbe anche essere migliore, dopo che proprio l’esperienza del covid ha fatto svanire alcune false illusioni, alcuni falsi miti, ha rimesso in ordine la scala delle priorità. Soprattutto ha fatto capire a tutti quanto contino la competenza, ossia avere le conoscenze necessarie per affrontare al meglio un’improvvisa criticità e quanto conti la ricerca ovvero la capacità di uscire dagli schemi tradizionali per trovare soluzioni nuove. Si tratta proprio delle due capacità il cui investimento deve puntare sui nostri giovani, sulla loro preparazione, sul loro sapere per un futuro che non dipenda solo dal destino. La formazione e l’innovazione sono driver fondamentali di sviluppo. Dovremmo investire sempre di più sui percorsi formativi dei nostri ragazzi, ma anche sui percorsi educativi, in termini di civiltà, di rispetto del bene comune, di rispetto del prossimo. Sarebbe opportuna l’ora di educazione civica, far leggere ai ragazzi della scuola primaria di secondo grado la Costituzione, un testo bellissimo, in parte ancora da attuare, ma attuale e per certi versi profetico. La costituzione si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà; si basa sui principi di democrazia e dello stato di diritto, essa pone la persona al centro della sua azione, creando uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Noi tutti dobbiamo contribuire al mantenimento e allo sviluppo di questi valori comuni, nel rispetto della diversità delle culture e dell’identità nazionale. Dobbiamo promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile, assicurando la libertà delle persone, assicurando la libertà di scelta e tengo a sottolineare assicurando il rispetto delle donne, abbiamo oggi dedicato un momento speciale per sottolineare un fermo no alla violenza sulle donne. I giovani devono crescere con questi valori che i nostri avi tramite la costituzione ci hanno tramandato.

RIVAROLO DEL RE – “Rivarolo del re ed uniti, è un paese composto da una comunità solidale, laboriosa, legata alle proprie radici, legata al proprio territorio. Un paese che desidera e ha tutte le possibilità per essere sempre più protagonista in tutto il contesto dell’ambito Oglio po del territorio Casalasco – Viadanese. Il lavoro che tutti assieme dobbiamo fare è ancora tanto, sarà necessario l’impegno di un’Amministrazione attiva e di un associazionismo determinato oltre alla laboriosità di tutti, negli specifici settori produttivi che ci caratterizzano“.

IL PROSECCO – Dopo un’ora di cerimonia, come in ogni buona occasione nella bassa, la festa si è chiusa al bar del paese, in questo caso il bar dell’Oratorio a poca distanza. Era commosso al termine di tutto il primo cittadino. Un brindisi, un bicchiere di prosecco o anche due. Sindaci ed amministratori ed un calice con il quale concludere e dal quale partire. Come tutti i giorni perché nonostante tutto qui – nella bassa – nessuno si è fermato mai.

Nazzareno Condina

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