Politica

San Martino d/A, la minoranza: "Quei
lavori invasivi che rovinano il paese"

Contestano i lavori in centro a San Martino dall'Argine i consiglieri di minoranza Idalgo Ziliani, Roberta Salomoni e Maria Giuseppa Cappetta. E lo fanno partendo dalla storia.

Contestano i lavori in centro a San Martino dall’Argine i consiglieri di minoranza Idalgo Ziliani, Roberta Salomoni e Maria Giuseppa Cappetta. E lo fanno partendo dalla storia: “San Martino dall’Argine nasce su un antichissimo argine naturale del fiume Oglio. Valle dell’Oglio e valle dei Bugni testimoniano insediamenti palafitticoli. La storia del nostro borgo ha origini antiche ed è stata interessata da diverse dominazioni, tra le quali quella dei Longobardi, Austriaci e dei Gonzaga, e dal controllo priorale dei Monaci Benedettini. I Monaci Benedettini si dice popolassero un monastero dove ora sorge Chiesa Castello, voluta da Scipione Gonzaga e costruita nel 1582. I portici gonzagheschi, così ben costruiti, hanno fondamenta con la stessa forma delle arcate superiori.  La nostra comunità ripone la sua cultura e crescita rurale ed urbana nei secoli scorsi. Ferrante Aporti, figura fondamentale della cultura mantovana risorgimentale, fondò nel 1834 nel nostro paese la prima scuola rurale dell’infanzia, nel palazzo di Piazza Castello dove si trovano l’ex biblioteca e sala civica”.

“All’ombra di questa storia, in queste settimane – si legge nel comunicato della minoranza – se ne sta costruendo un’altra, sicuramente meno affascinante e dai contenuti veramente assurdi e incomprensibili. Parliamo dei lavori di “abbellimento” effettuati in Piazza Castello. L’Amministrazione Comunale ha pensato di intervenire in quel luogo, ma il risultato è a dir poco devastante. La piazza in questione spezzata in due porzioni attraverso piantumazioni, la siepe precedente e i marciapiedi spariti, un abbruttimento vero e proprio. Ora si accampano scuse, parlando di incidenti accaduti in passato e di pericolosità della sistemazione precedente. Il Sindaco ci vorrebbe convincere che non si potesse fare altrimenti, per evitare di posizionare la segnaletica stradale. Noi affermiamo che Piazza Castello andava inibita a parcheggio, poiché una piazza storica non deve essere adibita a questo uso. I parcheggi sicuramente non scarseggiano in paese, ne abbiamo a sufficienza. Siamo certi che ora quel parcheggio sia rischioso. Per uscire serve retrocedere verso la via principale, dove circolano auto, camion, moto, biciclette e pedoni. A quest’ultimi è stato negato persino il marciapiede”.

“Le giustificazioni addotte sono peggiori dell’intervento stesso. Tra l’altro, proprio nei giorni scorsi, pare che un piccolo sinistro sia già accaduto. Da qualche settimana assistiamo alla presenza di auto parcheggiate sul manto erboso adiacente al Monumento ai Caduti. Chiediamo di porre fine a questa cattiva abitudine, facendo intervenire la Polizia Urbana. Inoltre ci chiediamo come sia possibile permettere la posa di una struttura che potrebbe essere scambiata per un tendone da circo, una forte stonatura in una piazza storica come piazza Castello. Due anni fa il nostro Comune aderì alla campagna “COMUNE AMICO DELLE API”. Ora troviamo sia in Piazza Matteotti che in Piazza Castello numerosi oleandri, tossici per le api e velenosi per gli umani. Ci pare assurdo eseguire piantumazioni dalle quali le api si tengono distanti, non favorendo l’impollinazione, alla base della nostra sopravvivenza”.

“Come minoranza consiliare siamo contrari a questo modo di procedere in quei luoghi, lo abbiamo già affermato anche con documenti ufficiali, chiedendo di risanare e riportare l’assetto storico all’aspetto originale. La storia urbana, la cultura e l’assetto architettonico vanno difesi. Ciò che i nostri avi hanno saputo conservare nei secoli va salvato e tutelato. I “sogni nel cassetto” a volte possono diventare incubi. Il PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO(PGT), all’art.1 recita quanto segue: “il PGT regola e disciplina l’assetto e l’utilizzo dell’intero territorio comunale, nel rispetto dei principi fondamentali dell’ordinamento comunitario, statale e regionale, nonché delle peculiarità storiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche locali”. Come minoranza consiliare non possiamo far passare sotto silenzio interventi così invasivi e contrari a ciò che andrebbe eseguito, in un luogo che rappresenta la storia antica della nostra comunità”.

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