Politica

Medici di base: passa la mozione
M5S in Regione, non quella del Pd

“La Lombardia della Lega non ha fatto nulla per vent’anni, ora il problema della carenza di medici è un’emergenza. A una programmazione regionale, che si è dimostrata gravemente insufficiente, rispondiamo con una mozione la quale pone strumenti concreti".

Il consiglio regionale della Lombardia ha votato a favore per la mozione del M5S che chiede iniziative urgenti al fine di sopperire alla carenza di medici di medicina generale. Commenta Marco Degli Angeli, consigliere pentastellato di Regione Lombardia: “La Lombardia della Lega non ha fatto nulla per vent’anni, ora il problema della carenza di medici è un’emergenza. A una programmazione regionale, che si è dimostrata gravemente insufficiente, rispondiamo con una mozione la quale pone strumenti concreti, utili a superare il momento critico”.

Aggiunge il conigliere: “Grazie al nostro atto si coinvolgeranno i medici di base, incentivandoli ad assumere più pazienti. È chiaro – precisa Degli Angeli – che l’aumento di numero dei pazienti per ogni medico dovrà essere temporaneo e solo per l’emergenza; non certo strutturale né dovrà fare da paravento all inerzia dimostrata fino ad oggi dalle istituzioni. Andrà quindi adeguata la parte economica, con maggiori contributi e, finalmente, verranno predisposti strumenti funzionali al miglioramento dell’attività”.

Tra questi strumenti, il lavoro in rete e la telemedicina. La dematerializzazione delle ricette in fascia c, la certificazione di malattia dei medici ospedalieri e mettendo a disposizione personale dedicato e spazi non temporanei, ma che possano essere mantenuti. “Non basta – sottolinea Degli Angeli – un piccolo rimborso ai medici per restituire la sanità ai lombardi: va loro garantita la possibilità di svolgere l’attività in modo ottimale ed efficace”.

“Ricordo che la carenza di medici di medicina generale – conclude Degli Angeli – impatta direttamente sulla continuità e l’effettività dell’assistenza. Una maggior offerta nel medio-lungo periodo non rappresenta certo un costo per le casse pubbliche, ma al contrario un risparmio. Questo perché consentono una prevenzione diffusa e rendono la sanità più efficiente ed economica. È ora che la Lombardia cominci ad investire seriamente per la salute e il benessere diffuso dei suoi cittadini”.

“I medici di base rappresentano la spina dorsale del sistema sanitario nazionale, sono il primo punto di riferimento e di assistenza per i cittadini. Per questo è necessario porre in essere una serie di misure per bloccare il drastico calo di medici che si sta verificando e invertire questa tendenza. Come Lega, abbiamo presentato una serie di proposte concrete che la Giunta porterà sui tavoli dei Ministeri competenti”. Così il consigliere regionale leghista Federico Lena sul documento approvato dall’Aula, che mira a risolvere le problematiche legate alla carenza di medici di medicina generale.

“Nel testo chiediamo al Governo di incrementare i finanziamenti per le borse di studio, riportandole almeno alla quota prevista per il triennio 2019/2022, ovvero 313 – spiega Lena – quindi anticipare la fine del corso di formazione del triennio 2018/2021, mantenendo ovviamente inalterato il monte ore formativo. In questo modo 379 tirocinanti diventerebbero effettivi già nei prossimi mesi e non l’anno prossimo”.

“Non solo – prosegue l’esponente della Lega – siccome come lombardi siamo abituati ad agire, per quanto in nostro potere e di nostra competenza, la Giunta regionale ha istituito il tirocinio professionalizzante per consentire ai medici in formazione di concorrere all’assegnazione degli ambiti con carenze e riuscire così ad assistere fino a 1.000 pazienti. Questo tirocinio andrà a sostituire l’attività svolta in affiancamento presso un ambulatorio del medico di medicina generale”.

Tornando alla mozione, i firmatari chiedono anche, sempre alla Giunta, di farsi portavoce con il Governo per rivedere l’Accordo Collettivo Nazionale in funzione di una premialità per i medici di medicina generale che decidono di aumentare il massimale di assistiti; quindi di aumentare la quota di assistiti per i medici in formazione al terzo anno da 650 a 1.000 mantenendo la borsa di formazione, oltre a semplificare l’accesso agli ambiti carenti di medici già in possesso di specializzazione o soprannumerari che volessero intraprendere la carriera di medico di medicina generale. “È fondamentale inoltre valutare una rimodulazione degli accessi alla facoltà di Medicina, così da superare i problemi legati alla carenza di medici di base”, sottolinea il consigliere regionale.

“Occorre intervenire subito con azioni mirate e concrete per tamponare questo drastico calo – aggiunge – nei prossimi cinque anni infatti, a livello nazionale, avremo nel Paese oltre 14mila medici in meno. Si tratta del 53 per cento del totale e significa che circa 14 milioni di italiani resteranno senza copertura di un medico di base. La nostra regione in particolare sarà quella più penalizzata, visto che ne perderà da qui al 2028 ben 4.167. Numeri drammatici, sui quali occorre una pronta risposta. Con la mozione approvata, abbiamo consegnato una lista precisa di interventi che possono concretamente arginare il problema”.

“Ma negli anni a venire non basterà solo tamponare, occorrerà rivedere il sistema per riuscire ad invertire la tendenza. E questo sarà possibile solo investendo sempre di più sulla formazione e quindi con le borse di studio. E soprattutto eliminando, o quantomeno rendendolo molto più elastico, il numero chiuso alle Facoltà. L’emergenza Covid ha dimostrato come sia fondamentale la presenza di medici sul territorio. Negli ultimi decenni, i governi di centrosinistra hanno effettuato tagli irresponsabili alla Sanità, i cui effetti negativi sono stati parzialmente tamponati da Regione Lombardia per quanto possibile. Ora, è il momento di agire in senso opposto e tornare a far crescere la nostra sanità pubblica” conclude.

“Per i medici di base è emergenza, ma la Regione non fa nulla di quello che dovrebbe e, come sempre, dà la colpa al Governo”. Ad affermarlo è il consigliere regionale Matteo Piloni, a seguito della discussione e del voto in aula di due mozioni abbinate sul tema, della Lega e del Movimento 5 stelle e una del Pd stesso, bocciata dalla maggioranza.

“La Lega e i suoi alleati hanno scoperto che per medici di base è emergenza solo da una settimana – afferma Piloni -. Per anni hanno sostenuto che i medici di base non contavano nulla. Ora non trovano di meglio che incolpare il Governo dell’emergenza, mentre è proprio Regione che potrebbe fare molto e da subito. Chiede al Governo di accorciare i tempi di formazione, ma già potrebbe farlo da sola. Chiede di aumentare i posti nelle facoltà di medicina e nelle scuole di specializzazione, ma non si preoccupa di riattivare sul tema il tavolo avviato in passato con i rettori lombardi”.

“L’unico provvedimento che ha saputo chiedere e ottenuto la Lega – continua Piloni – a cui abbiamo opposto un fermo no, è stato di aumentare il numero degli assistiti fino a 2000, fatto assolutamente inaccettabile perché lesivo della dignità dei medici che già ad oggi faticano a offrire un servizio ai propri assistiti e inadeguata per i cittadini che di fatto si troverebbero con un’assistenza solo sulla carta.La  pandemia non gli ha proprio insegnato nulla”.

“La Lega rifiuta di assumersi responsabilità – incalza Piloni -. Invoca l’autonomia ma quando può esercitarla non lo fa. Gioca a rimpiattino. Rifiuta di impegnare la Giunta su quanto potrebbe fare subito, voltando di fatto le spalle ai cittadini”. Con una mozione il Pd ha chiesto atti concreti e fattibili: aumentare il numero di borse per specializzandi e medici di medicina generale, come del resto la Lega ha fatto negli scorsi anni e di aumentarne l’importo utilizzando le risorse che ha a disposizione, i residui di oltre 340 milioni di euro del bilancio del 2020, 90 dei quali sulla sanità.

Ha chiesto di incentivare i medici di base a coprire gli ambiti territoriali carenti da almeno 12 mesi, concedendo per i primi 5 anni spazi pubblici in concessione gratuita da utilizzare come studio e rimborsando fino all’80% delle spese sostenute per assumere personale infermieristico e amministrativo. Di pianificare in largo anticipo le sostituzioni dei medici di base che cessano la propria attività, così da non lasciare centinaia di ambiti sguarniti e di  aumentare il numero di pazienti che i medici in formazione possono convenzionare, come sostituti, dai 500 pazienti attuali a 1500; di semplificare per i cittadini l’iter di “scelta e revoca” del medico di base, attivando convenzioni con farmacie e uffici postali che consentano di effettuare l’intera procedura prevista; a prevedere le risorse necessarie da destinare alle ATS lombarde affinché possano assumere un contingente adeguato di giovati medici neoformati in medicina generale e cure primarie da impiegare sul territorio, così da poter effettivamente creare un welfare di comunità e di prossimità.

“Ma la nostra mozione è stata bocciata – conclude Piloni – a riprova che alla Lega non interessa la salute dei cittadini ma far credere loro di aver risolto i problemi.  L’imbarazzo della maggioranza si è rivelato anche nel fatto che, a voto segreto, ha ottenuto quasi gli stessi voti delle opposizioni. Da parte nostra certamente auspichiamo un’interlocuzione con il Governo, ma quello che serve ora è avere il coraggio di intervenire in prima persona”.

“Se la soluzione che Regione Lombardia pensa di adottare per risolvere il problema della carenza cronica di medici di base è aumentare da 1.500 a 2.000 il numero di pazienti che ogni medico può prendere in carico, questa emergenza non la risolveremo tanto presto” aggiunge Antonella Forattini, sempre del Pd. “Oltre ad appesantire ulteriormente i pochi medici di base a disposizione, già abbastanza gravati, in questo modo i cittadini andranno incontro ad ancora più problemi. – spiega Forattini – Di certo non accorceremo le liste d’attesa e probabilmente ci saranno molti cittadini, anche anziani, che dovranno sobbarcarsi chilometri per raggiungere uno dei pochi medici a disposizione. Altre soluzioni esistono e sono fattibilissime. Per esempio aumentare le borse di specializzazione, equiparazione anche l’importo a quello delle altre specializzazioni mediche. Favorire, poi, il ricambio generazionale e aumentando il numero di medici, consentendo agli specializzandi di subentrare ai medici che vanno in pensione”.

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