Cronaca

Da Sabbioneta alle Grazie a piedi:
una tradizione che compie 15 anni

Causa Covid dall’anno scorso la fiera non ha avuto luogo quindi si sono rifocillati in un bar. Il rientro naturalmente è in auto ma prima c’è chi fa due passi al laghetto, chi beve ancora qualcosa e chi invece entra al santuario per una preghiera

Gianfrancesco Gonzaga, marchese di Mantova, l’11 agosto 1425, con una grida dichiarò il piazzale antecedente il Santuario della Beata Vergine delle Grazie luogo di libero mercato di merci. La grida informava che nel giorno dell’Assunzione di Maria Vergine e la vigilia: “cadauna persona teréra o forestéra possa vendere et comprare vino, pane, carne cruda et cocta… senza datio né gabella alcuna a minuto et non ingrosso”.

Da allora ogni Ferragosto la Fiera delle Grazie ebbe luogo esprimendo sempre il suo dualismo di fiera religiosa e celebrativa della Madonna e di fiera mercato, vero connubio tra sacro e profano. Nel 1973 ad impreziosirla si aggiungono i Madonnari, che con i loro gessetti colorati, nella notte tra il 14 e il 15 agosto, creano effimeri quanto straordinari capolavori. Purtroppo la pandemia ha messo in standby questo evento che attira centinaia di persone provenienti da più parti, ciononstante, c’è qualcuno che non rinuncia alla consueta visita a questo luogo magico, come lo sono tutti i santuari, avvalendosi solo delle proprie gambe.

Era il 2007 quando Federica Gangemi, appassionata di spinning, entrò negli spogliatoi della palestra dopo il quotidiano allenamento, con un’idea che volle condividere: “che ne dite se quest’anno facciamo la camminata fino alle Grazie?” La prima ad accogliere la proposta fu Fausta Raschi, seguita a ruota dal marito Stefano Bianchi e da altre due compagne di fitness Laura e Noemi.

Detto fatto, alle 6 del 14 agosto 2007 la combriccola partiva per la prima volta da Sabbioneta direzione Le Grazie. Negli anni altri pellegrini si sono aggiunti al gruppo per poi lasciare, Laura e Noemi ne hanno saltati davvero pochissimi mentre Federica e Fausta non hanno mai mancato un appuntamento: ogni anno stessa ora, stesso luogo di partenza, e stesso percorso. Il tragitto è quello delle basse, delle strade di campagna che, seppur un po’ più lungo, è decisamente più bello e suggestivo. Circa 41 km passando per Sabbioneta, Brugnolo, Gazzuolo, sede di una tappa di ristoro prima di affrontare, passato il ponte, il tratto più lungo in aperta campagna, sotto un sol leone ormai alto e cocente.

Finita la bellissima ed estenuante country road, ecco le prime segnaletiche che indicano LE GRAZIE DI CURTATONE e dopo tre km, tra le 13.00 e le 14.00, finalmente il piazzale del Santuario si mostra ai viandanti in tutta la sua magica bellezza. Più o meno sette ore di cammino quasi sempre sotto una canicola greve eccetto due volte, quando acqua, tuoni e fulmini li accompagnarono per tutto il tempo tanto che dovettero rifugiarsi al cimitero di Brugnolo, in attesa che l’ira del Dio Thor si placasse un po’, per poi ripartire secondo la ferma legge del pellegrino che “si ripara ma non desiste”.

Stefano per tutto il tragitto offre servizio di assistenza e sicurezza, segue il gruppo con un furgone attrezzato per ogni eventuale necessità: acqua fresca, impermeabili, felpe, t-shorts di ricambio, cassetta del pronto soccorso. All’arrivo di solito si accomodano in uno degli stand gastronomici della fiera per gustare una meritata piadina con salsiccia e una birra fresca.

Causa Covid dall’anno scorso la fiera non ha avuto luogo quindi si sono rifocillati in un bar. Il rientro naturalmente è in auto ma prima c’è chi fa due passi al laghetto, chi beve ancora qualcosa e chi invece entra al santuario per una preghiera. In effetti ognuno, nel perpetrare l’impresa, mette la propria motivazione, chi perché estremamente sportivo e sfida la propria resistenza, chi perché ama i lunghi cammini nella natura e chi il cammino lo vive, da vero pellegrino, come percorso spirituale e di fede.

La perseveranza nel non saltare mai un anno, quali che siano le condizioni atmosferiche e nonostante il tempo che passa metta sempre più a dura prova la resistenza fisica, hanno portato Federica, Fausta e Stefano al raggiungimento del quindicesimo cammino: iniziarono che erano più o meno trentacinquenni e si sono lasciati dietro ben tre lustri. Un appuntamento a cui tengono tantissimo, che vivono con intensità di emozioni, introspezione e fatica e che, finché il corpo lo permetterà, non hanno intenzione di disertare. “Quando si va verso un obiettivo, è molto importante prestare attenzione al Cammino. È il Cammino che ci insegna sempre la maniera migliore di arrivare, e ci arricchisce mentre lo percorriamo.” (Paulo Coelho, Il cammino di Santiago)

Giovanna Anversa

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