Cronaca

Rave Party a Viterbo, nel 2017
l'intervento dell'Arma a Reggiolo

I militari, oltre alle denunce, avevano sequestrato anche il materiale audio necessario a questo tipo di raduni. Impiantistica per un valore di 200 mila euro

Ha fatto molto discutere l’approccio da più parti ritenuto soft tenuto dagli organi di pubblica sicurezza rispetto al Rave Party non autorizzato iniziato il 13 agosto scorso a Valentano (Viterbo) e terminato solo ieri, col deflusso degli ultimi partecipanti. Una scelta, quella di non intervenire, stigmatizzata da più parti politiche e giustificata con il rischio elevato di incidenti e possibilità di feriti o morti.

Sulla questione si registra anche l’intervento del Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Guastalla ed ex Comandante della Compagnia di Casalmaggiore Luigi Regni, uomo schietto da sempre che ha citato un’analoga operazione (anche se i numeri dei partecipanti erano molto più limitati, 600 contro i 10 mila di Viterbo). Non è una critica alle decisioni prese nel Lazio, solo la sottolineatura di un diverso approccio, possibile solo con numeri molto più limitati. “A proposito di Rave Party: storico quello che interrompemmo il 22 gennaio 2017 a Reggiolo con 18 pattuglie della mia Compagnia di Guastalla. 600 denunciati, ma gli facemmo più male con il sequestro di impianti di diffusione per un valore di 200.000 euro. Da allora sono trascorsi 4 anni e mezzo, mai più Rave in questa zona. Su fb si scatenò il putiferio…”.

IL FATTO – Era il 22 gennaio del 2017. In un capannone dismesso di via Magellano a Reggiolo si erano dati appuntamento per lo sballo gli amanti dei rave party. Avvertiti dell’occupazione abusiva e dell’evento privo di alcun tipo di autorizzazione la compagnia di Guastalla intervenne in forze. 586 furono le persone denunciate e schedate per reati che vanno dall’nvasione di terreni ed edifici, danneggiamento aggravato, deturpamento e imbrattamento di cose altrui e per aver organizzato e partecipato a una manifestazione non autorizzata. I militari, oltre alle denunce, avevano sequestrato anche il materiale audio necessario a questo tipo di raduni. Impiantistica per un valore di 200 mila euro.

IL RAFFRONTO – Come già sottolineato i numeri erano diversi, e tutto andò bene. Più difficile pensare ad un intervento a Viterbo, in un area peraltro di pregio naturalistico, con 10 mila persone presenti senza rischiare conseguenze dettate dal caos o dai tentativi di fuga. Le forze di Pubblica Sicurezza hanno fatto probabilmente l’unica cosa possibile per evitare incidenti, anche gravi. Quel che resta comunque è l’impressione di una manifesta impotenza, da parte dello Stato, di fronte ad eventi di questa portata. Di prevenirli, in primo luogo e di sospenderli quando i numeri raggiungono questo tipo di presenza.

N.C.

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