Potenzialità dell’agrivoltaico
allo studio di Confai Lombardia
Secondo Confai, le caratteristiche del sistema socio-economico proprio dell’agricoltura lombarda consentirebbero di cogliere adeguatamente l’ampiezza delle opportunità d’affari che l’agrivoltaico potrebbe implicare.

“Gli approfondimenti che i tecnici della nostra organizzazione stanno effettuando circa le potenzialità insite nel cosiddetto agrivoltaico ci inducono a ritenere che sia opportuno lavorare speditamente su questo importante capitolo della transizione energetica, favorendo un clima di aperta e proficua collaborazione tra istituzioni, imprese e associazioni”.
Così si è espresso il coordinatore di Confai Lombardia, Sandro Cappellini, a pochi giorni di distanza della prima manifestazione di interesse dell’organizzazione intorno al progetto di Enea sulla coltivazione dei terreni sottostanti agli impianti fotovoltaici.
“Puntare sistematicamente ad un doppio uso della terra per produzione di energia ed alimenti, laddove le condizioni agronomiche e logistiche lo consentano, – aggiunge Cappellini – genererebbe benefici sotto molti punti di vista. Il risultato più evidente riguarda l’aumento in termini di efficienza e produttività che deriverebbe dal concentrare su una stessa superficie due attività tra loro compatibili. In ogni caso, l’agrivoltaico porterebbe ad ottenere alcuni vantaggi addizionali, quali una maggiore difesa delle colture da grandine, gelate e altri fattori climatici avversi, così come una riduzione del consumo di acqua nell’attività di coltivazione, grazie ad un minore impatto diretto del vento e delle radiazioni solari sulle colture”.
Secondo Confai, le caratteristiche del sistema socio-economico proprio dell’agricoltura lombarda consentirebbero di cogliere adeguatamente l’ampiezza delle opportunità d’affari che l’agrivoltaico potrebbe implicare, considerando soprattutto i costi d’investimento decrescenti che caratterizzano questi nuovi mercati.
“In pochi anni – osserva il presidente di Confai Lombardia, Leonardo Bolis – il settore agricolo potrebbe modificare sensibilmente la propria missione tradizionale di produzione di beni alimentari, puntando ad essere incluso tra i protagonisti di prim’ordine della transizione verso un’economia verde. In questo scenario, gli imprenditori agromeccanici e agricoli potranno diventare interpreti a pieno titolo di una missione che ci coinvolge tutti, come imprenditori e come cittadini, alla ricerca di nuovi traguardi di sviluppo sostenibile”.
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