Cronaca

Agoiolo, La Favorita si rinnova
restando fedele a se stessa

Era il novembre 1969 quando Achille Mazzi decise di aprire il bar osteria 'La Favorita' al lato della strada che unisce Agoiolo a Martignana di Po e poi va, secando numerosi comuni, verso Cremona da una parte (o il casalasco/parmense/mantovano dall'altra)

Ha rinnovato l’esterno, ma ha tenuto intatta l’atmosfera di sempre. Di quando vai a casa della vecchia zia che ti prepara quello che ha in dispensa, e scopri sapori, profumi e suoni che ti riportano alla memoria i tempi lontani. Ha cambiato vestito – un gran bel vestito, un lavoro fatto a regola d’arte – ma l’anima quella no, quella è rimasta intatta. E’ l’anima poetica della bassa quella che si respira qui da sempre.

Era il novembre 1969 quando Achille Mazzi decise di aprire il bar osteria ‘La Favorita’ al lato della strada che unisce Agoiolo a Martignana di Po e poi va, secando numerosi comuni, verso Cremona da una parte (o il casalasco/parmense/mantovano dall’altra). Achille ora non c’è più, scomparso nel novembre di tre anni fa. A portare avanti l’attività i figli Renzo Mazzi, Giuseppe Mazzi e la moglie Maria Grazia Colameo.

E’ un locale storico riconosciuto. 40 posti per la ristorazione, 8 camere (e 16 letti) come albergo. Attualmente le camere sono tutte occupate. Ad insediarsi gli operai della ditta che sta lavorando al porfido di Casalmaggiore. Serviti e riveriti, colazione pranzo e cena. La Favorita è anche bar e tabacchi. Al bancone ad accoglierti c’è quasi sempre Renzo. Nelle sere d’inverno, prima della chiusura, quando ai tavolini ci sono poche persone e il tempo si dilata, è bello farci due chiacchiere. Renzo è un po’ la storia – come lo era suo padre – della piccola frazione Casalasca. La memoria di queste lande a pochi passi dal fiume e dalla campagna.

“Facciamo tutto da soli – ci spiega – non abbiamo bisogno di personale. Ogni giorno proponiamo un menù a prezzo fisso. Tre o quattro primi, sei o sette secondi tra cui scegliere”. Dicono che l’importanza di un locale che fa il servizio de La Favorita lo vedi quando, passandoci di fianco, conti i mezzi fermi, le persone che entrano e che escono. Sono operai, lavoratori, stradini. Sono a volte camionisti di passaggio, lavoratori edili. E sono davvero tanti, tutti i giorni, sabato e domenica esclusi.

La specialità? Lo stracotto d’asino su tutti. E’ soddisfatto Renzo: “Abbiamo fatto un bel lavoro” ci racconta sorridente, tra gente che viene a bere il caffé e un anziano che legge il giornale. E’ ancora presto a metà mattina, la gente a mangiare arriverà nella pausa pranzo. E qui lo sanno. Spesso è un’ora, o poco più, per cui poco tempo da perdere, ordinazioni e piatti in maniera rapida.

Un bel lavoro. Ne avrebbe sorriso anche papà Achille. Anche lui lo trovavi a volte, sino a quando non è partito, dentro al bar, seduto su una sedia ad osservare una partita a carte. Poche parole, ma sempre un piccolo sorriso da dare a chi entrava.

La Favorita si è rinnovata, restando fedele a se stessa: è la storia dei locali della ristorazione del Casalasco, ha resistito al lockdown ed è ripartita come solo la gente di queste lande sa fare. A testa bassa, tra mille pensieri, e qualche piccolo, grande sogno. Una garanzia insomma, i fratelli Mazzi e Maria Grazia. Una garanzia la storia e la poesia di un locale come quasi non ne esistono più…

Nazzareno Condina

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