Cronaca

Domenica con Legambiente
alla scoperta del Ballottino

Luogo simbolo di questo “mix” che supera confini e “steccati” è l’Isola del Ballottino, posta a cavallo del confine amministrativo fra Emilia Romagna e Lombardia, diviso fra il Comune parmense di Roccabianca e quelli cremonesi di Motta Baluffi e Torricella del Pizzo

E’ uno di quei luoghi che, forse più di tanti altri, può simboleggiare quanto sia fondamentale, si potrebbe dire imprescindibile, promuovere il Grande fiume, in chiave ambientale, turistica e culturale (su un unico binario) in modo unitario, lasciando perdere confini comunali, provinciali, regionali, campanili e partiti vari (peccato che alcuni “incravattati” lo debbano ancora capire, con la speranza che quanto prima possano togliere, nel vero senso del termine, il disturbo… perché di disturbo, vero e proprio, si tratta).

Del resto anche lo stesso riconoscimento della Riserva della Biosfera del Po Grande (che, giova ricordarlo per chi ancora non lo ricordasse, si trova nel tratto centrale del Fiume Po, in un bacino che è stato significativamente influenzato dalle attività dell’uomo, comprende 13 habitat di interesse comunitario e si estende nell’area di 85 comuni e 3 regioni tra Veneto, Emilia Romagna e Lombardia) dimostra che, quando si parla del fiume, della sua promozione e dei progetti che lo riguardano, non ci devono essere confini né steccati di sorta ed entrambe le rive, con le loro eccellenze e le loro potenzialità, ne devono beneficiare camminando e muovendosi di pari passo (magari anche con regole uguali).

Del resto è anche noto, almeno per chi vive in queste terre (per molti altri, no), che il Po non è un confine naturale. Ci sono, per intenderci, terreni in sponda sinistra che, amministrativamente, appartengono all’Emilia Romagna e, viceversa, superfici in sponda destra che ricadono in Lombardia.

Luogo simbolo di questo “mix” che supera confini e “steccati” è l’Isola del Ballottino, posta a cavallo del confine amministrativo fra Emilia Romagna e Lombardia, diviso fra il Comune parmense di Roccabianca e quelli cremonesi di Motta Baluffi e Torricella del Pizzo.

Una suggestiva terra emergente tra due rami del fiume Po. Lo si raggiunge via terra attraversando la lanca sulla sponda parmigiana o approdando, con imbarcazioni, sulla bellissima spiaggia, luogo per altro di importanti ritrovamenti paleontologici e archeologici.

Meno di dieci anni fa, la porzione cremonese dell’isola è stata oggetto di un intervento di rimboschimento ad opera del Consorzio Forestale Padano, in cooperazione con i comuni di Motta Baluffi e Torricella del Pizzo che hanno messo a disposizione questi terreni demaniali per trasformali in un bosco di più di 35 ettari. Il progetto fa parte delle realizzazioni previste nell’ambito dall’iniziativa, finanziata da Regione Lombardia, “10mila ettari di Nuovi Boschi e Sistemi Verdi Multifunzionali”.

Affinchè il progetto potesse portare ai migliori risultati in termini di qualità ambientale ed ecologica, è stato coinvolto anche il WWF di Cremona, affiancato successivamente, nell’opera di promozione della conoscenza di questi ambienti naturali, da Legambiente Aironi del Po. Il bosco oggi è cresciuto ed è possibile fare lunghe passeggiate tra boschi, radure, prati arbustati e spiagge fluviali, ammirando le tante essenze arboree ed arbustive e gli animali che vi trovano dimora.

Domenica 3 ottobre, grazie alla giornata promossa proprio da Legambiente Aironi del Po e WWF Cremona, questa splendida area, potrà essere conosciuta grazie ad una visita guidata che inizierà alle 9.30, col ritrovo al Parco delle Scalette di Stagno di Roccabianca. Ci sarà quindi lo spostamento al vicino Ballottino dove la visita inizierà intorno alle 10 per concludersi alle 11.30. Una occasione da non perdere per chi vuole conoscere meglio il Grande fiume con le sue eccellenze ambientali, storiche e culturali.

Paolo Panni, Eremita del Po

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