Cronaca

Santo Stefano, il calendario 2022?
Con le statue del monumentale

"Mi rendo conto - conclude don Claudio - che appendere in casa un calendario come il presente è un azzardo ma, ne sono convinto, farà bene a tutti. Restituirà al tempo il suo respiro vitale e a noi farà riscoprire tratti, quali amore/dolore morte/vita, che ci renderanno uomini in ogni tempo"

Ci sono sculture che sono piccole opere d’arte, capolavori di devozione, malinconia, assenza. I cimiteri, nelle loro parti monumentali, sono scrigni che andrebbero custoditi e protetti. Anche Casalmaggiore ha le sue opere, le sue sculture. Anche Casalmaggiore come purtroppo tanti altri cimiteri, ha lapidi e piccoli manufatti segnati dallo scorrere del tempo. Proprio per valorizzare le opere della parte monumentale la parrocchia di Santo Stefano e don Claudio Rubagotti hanno deciso che il Calendario del prossimo anno raccoglierà le foto delle opere che sormontano le ultime dimore dei casalaschi. Un’idea che lo stesso Abate Mitrato di Santo Stefano spiega così. Parte dall’immagine di copertina, che è poi quella che vi proponiamo in foto. “Il volto di una giovane donna con lo sguardo rivolto altrove, la spallina delicatamente abbassata e le mani occupate a dialogare con un fiore. Non è una immagine usuale quella della copertina del calendario 2022; come audace è stata la scelta di proporre le sculture nel nostro Cimitero Monumentale. Il termine cimitero deriva dal greco “koimetérion”, ossia luogo di riposo tra un viaggio e l’altro; per i cristiani… nell’attesa di essere risvegliati dal bacio di Cristo Risorto. Gli scatti di Paolo Mangoni offrono ambientazioni e particolari che ci portano fuori dal tempo proprio dove, in questo luogo, il tempo ha superato l’aspetto cronologico. Da qui il titolo “custodi del tempo” perché, queste opere realizzate nel tempo, continuano a parlare oggi, come hanno parlato ieri, come avranno una parola per l’interlocutore del domani. Custodiscono il valore del tempo nel senso più pieno, riscattandolo dalla voracità della frenesia che, atomizzandolo, lo rende insignificante. Il rimando è al nostro presente perché sia capace di futuro; al nostro tempo, il quale è umanamente tale proprio quando trascende sè stesso. Il calendario – termine che viene dal latino calendarium, il libro dei conti dove erano annotati i debiti pagati dai Romani il primo giorno del mese, le calendae – è uno strumento utile, immediato, che offre, giorno dopo giorno, l’idea di misurare il tempo”. Un’idea – quella del calendario con le immagini funerarie – particolare, piuttosto inusuale ma – concedeteci di sbilanciarci – davvero originale e bellissima. “Mi rendo conto – conclude don Claudio – che appendere in casa un calendario come il presente è un azzardo ma, ne sono convinto, farà bene a tutti. Restituirà al tempo il suo respiro vitale e a noi farà riscoprire tratti, quali amore/dolore morte/vita, che ci renderanno uomini in ogni tempo“.

N.C.

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