Cinque anni fa si spegneva don
Giampaolo Rossoni: un ricordo
Don Giampaolo Rossoni ha lasciato tanti ricordi belli: apparentemente schivo, era una persona che si apriva quando conosceva qualcuno. Quando era vicario a Casalmaggiore il suo ufficio accoglieva tutti. Di tutti i ragazzi gli piaceva ascoltare storie, disagi, problemi ma pure condividerne la gioia e cercare, nella sua maniera sempre estremamente riflessiva, di risolvere le questioni aperte
Cinque anni fa, il 2 dicembre del 2016, si spegneva – a soli 54 anni – don Giampaolo Rossoni. Dopo un calvario – legato alle conseguenze del gravissimo incidente stradale in cui era rimasto coinvolto, nell’aprile dello stesso anno – che aveva affrontato con pazienza, umiltà, coraggio e tanta fede. Era nato a Vailate nel 1962 e a 26 anni era stato ordinato sacerdote. Era stato vicario a Viadana per sei anni ed altri sei li aveva trascorsi, sempre da vicario, a Santo Stefano di Casalmaggiore. Nel 2000 per le grandi capacità organizzative e di gestione delle situazioni era stato messo alla presidenza della FOCR (Federazione Oratori Cremonesi) ed era diventato responsabile diocesano per la pastorale giovanile. A Cremona era rimasto anche successivamente all’incarico in curia. Nel 2011 era stato nominato parroco dell’unità pastorale di Sant’Agata e Sant’Ilario. Tre anni di parrocchia in città. Nel 2014 era stato poi nominato parroco Di Torre de Picenardi (che riunisce, oltre a Torre, San Lorenzo, Pozzo Baronzio e Ca’ D’Andrea. Il 16 aprile del 2016 il gravissimo incidente che lo aveva costretto a fermarsi. Era stato curato prima a Cremona, e poi in provincia di Bergamo dove poi era spirato. Don Giampaolo Rossoni ha lasciato tanti ricordi belli: apparentemente schivo, era una persona che si apriva quando conosceva qualcuno. Quando era vicario a Casalmaggiore il suo ufficio accoglieva tutti. Di tutti i ragazzi gli piaceva ascoltare storie, disagi, problemi ma pure condividerne la gioia e cercare, nella sua maniera sempre estremamente riflessiva, di risolvere le questioni aperte. Uomo di profonda fede e di ancor più profonda umanità ha lasciato un vuoto incolmabile in chi aveva imparato ad apprezzarlo.
N.C.