Cronaca

La mafia, le paure e il coraggio: ottima
mostra quella degli studenti della Diotti

Un percorso, ed un invito ad una riflessione sulla legalità. Una mostra - quella proposta all'interno della Festa della Legalità promossa da Cisvol Lombardia Sud - non semplice da digerire in una volta sola. D'altro canto è frutto del lavoro di tutte le classi della Scuola Media Diotti di Casalmaggiore

… la paura è umana, combattetela con il coraggio… è una delle frasi, quella di Giovanni Falcone, che restano in mente. Una di quelle che i ragazzi hanno deciso di stampare in grande e appendere, tra i loro lavori. La paura, il coraggio, la mafia e le mafiosità. La legalità. I temi sono stati declinati in tanti modi diversi: ed anche questa volta, girando tra le tavole, le istallazioni, gli scritti ed i disegni, sono proprio i ragazzi ad insegnarci qualcosa. A partire da quei tre moschettieri che accolgono i visitatori e le classi spiegando il senso di ogni sezione, arrangiandosi (meglio degli adulti) con il computer e proponendo il frutto del loro lavoro e di quello di tutti gli studenti. Una bella lezione. Di scuola e di vita. Soprattutto di vita.

Un percorso, ed un invito ad una riflessione sulla legalità. Una mostra – quella proposta all’interno del Festival dei Diritti promossa da Cisvol Lombardia Sud – non semplice da digerire in una volta sola. D’altro canto è frutto del lavoro di tutte le classi della Scuola Media Diotti di Casalmaggiore. Un lavoro approfondito, durato mesi. I ragazzi hanno molte più risorse di quanto si creda, soprattutto se coadiuvate nel lavoro da docenti attenti e preparati, come nel caso della scuola di Casalmaggiore. Ogni classe ha lavorato su un tema. Chi sulla mafia, chi sulle mafiosità (concetto interessante per spiegare tutti quei comportamenti che possono riguardarci anche nel quotidiano e che possono essere assimilate ad un comportamento di tipo mafioso), chi sulle persone che hanno saputo dire no, altri ancora su sfruttamento del lavoro, situazione carceraria e droga.

E’ un lavoro davvero bello. Bello perché intenso, e vero. Bello perché fatto dai ragazzi per i ragazzi, con tanto di pensieri da leggere e approfondire. Con tanto di citazioni, riferimenti bibliografici, libri che tutti possono segnarsi per poi prendere, magari nella stessa biblioteca – la Mortara – nella quale è ubicata la mostra. Bella per l’intenso lavoro che c’è dietro. Lavoro di classe: incontri, letture, approfondimenti, ricerca.

La nostra scuola, l’Istituto Comprensivo Diotti di Casalmaggiore – ci spiega la professoressa Maria Vittoria Dall’Astal’anno scorso ha proposto un progetto molto interessante sulle tematiche della legalità. La cosa più bella e più importante che è stato un progetto fatto in rete con le associazioni sul territorio, con Micromacchina, con Avviso Pubblico, con Assaggio di Libri e soprattutto con l’autore, Alessandro Gallo, che ci ha raccontato la sua storia in diverse occasioni d’incontro: la prima volta on line, poi in un video che ci ha fatto avere, e poi in presenza l’8 giugno scorso nella festa della legalità presso la nostra scuola. In ocasione del Festival dei Diritti, Risvegli, c’è stato proposto di allestire la nostra mostra, quella che avevamo realizzato lo scorso anno scolastico presso la biblioteca. Siamo al secondo piano della biblioteca, abbiamo la possibilità di vedere il lavoro dei nostri ragazzi, la mostra con tutti i cartelloni e il materiale. Una prima parte della mostra è basata sul lavoro allestito dalle prime medie sulle scelte coraggiose che noi dobbiamo fare, di fronte alle tematiche della legalità. La nostra esperienza non è quella della mafia, ma il dire no alle mafiosità. Tutta l’esperienza delle seconde ha riguardato la conoscenza dei personaggi che con forza, che con coraggio, hanno detto di no: Peppino Impastato, Giancarlo Siani, Rosaria Livatino, la storia di tantissime donne che sono morte per le loro scelte coraggiose. Ed infine il lavoro delle terze che proprio di fronte alla parola magica legalità, e alla parola magica mafiosità si sono investiti nel porsi alcuni interrogativi. Ad esempio il senso della pena di morte, il senso delle carceri oggi, la droga che dilaga sul territorio, ecco tutto questo è stato un investimento importante, interessantissimo sulle loro riflessioni“.

N.C.

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