Ambiente

La nebbia della bassa e una
vecchia mailing list di provincia

La nebbia ci sta sempre, in qualunque modo si presenti o si ripresenti. E' una sorta di carta d'identità che - nella bassa - ci lega tutti indissolubilmente. Abbiamo fiume, abbiamo terre piatte, abbiamo estati di caldo umido e zanzare. E abbiamo nebbie. Di fuori e di dentro. E di queste, qualche volta, val la pena scriverne...

Una vecchia mailing list. Gli albori dell’internautica, quando a viaggiare erano più che altro le parole, in forma mediata e discreta. Versi metrici, 9 e cinque sillabe legate dalla rima ABBA. Il tema non è nuovo, e neppure originale ma poco importa. La nebbia è l’essenza di queste terre, di questi spazi. E’ coltre che si fa profonda quando – come nel caso di questi giorni – un’area di alta pressione decide di gettare l’ancora sulla pianura per giorni, a volte settimane, sino a quando arriverà una perturbazione a spostarla un poco oltre. Una vecchia mailing list, e una poesia musicale. Forse il testo di una piccola canzone, o forse altro, non ci è dato sapere…

… randagi raccogli i tuoi sassi
di nebbie, di fango, di gelo
di brina si veste lo stelo
e restano i passi
… randagi raccogli dolori
di nebbie, di zolle e sterrate
di fronde, di foglie staccate
che cadono fuori
… siam nebbie, nascosti dal bianco
cediamo ogni giorno colori
siam solo il ricordo di fiori
che cedono il fianco…

Tempi lontani. Tempi presenti. La nebbia è la stessa, da sempre. Si posa sulla campagna, con maggior vigore nella golena, celando vita che comunque resta, anche se la si può solo percepire. La nebbia di fuori che è nebbia di dentro in un composto alchemico caratteristico della bassa che non muta le pietre in oro, le foglie morte in gemme, il bianco ovattato in colore ma lo conserva, ne cristallizza gli istanti. Sono istanti della bassa, lunghissimi, brandelli di tempo nel susseguirsi di giorni e notte, o sulla linea di confine che non è mai definita. Ieri in quei dodici versi ci siamo caduti dentro.

Spesso, internauti come allora, viaggiamo anche se oggi è un po’ più difficile imbattersi in terre più tranquille, in baie con poco vento. In nebbie perenni. E forse questo non è neppure un articolo di giornale. Ma anche di questo – qualche volta – poco ci importa. La nebbia ci sta sempre, in qualunque modo si presenti o si ripresenti. E’ una sorta di carta d’identità che – nella bassa – ci lega tutti indissolubilmente. Abbiamo fiume, abbiamo terre piatte, abbiamo estati di caldo umido e zanzare. E abbiamo nebbie. Di fuori e di dentro. E di queste, qualche volta, val la pena scriverne…

N.C.

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