Solidarietà

RiPartenza di Antonella Pizzamiglio,
1000 euro all'Associazione MIA

Ieri sera, ad Arte Studio, la casa di Antonella Pizzamiglio e Barbara Sereni, sono stati consegnati i primi 1000 euro frutto dei proventi della vendita del libro. Consegnati ad Annise Grandi, all'associazione MIA, per aiutare qualche piccola altra RiPartenza. GUARDA LA FOTOGALLERY E IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

A riguardarle adesso, tutte quelle foto, adesso che il mondo si è lentamente – seppur ancora con qualche apprensione – rimesso in moto, si ha ancor di più l’impressione di un lavoro d’infinita passione, e bellezza. Il fotografo è un po’ psicologo, spiega Antonella Pizzamiglio. Il vero fotografo, quello che entra nelle storie prima di fotografare e in ogni scatto quella piccola parentesi di storia la racchiude per lasciarla ai posteri. RiPartenza racchiude la fatica, qualche lacrima, la paura ma anche l’anima di tanti commercianti casalaschi, ne svela il coraggio, la forza, quella scintilla che c’è e che si riaccende dopo il temporale, o proprio durante, per poi divenire luce. E, in questo caso colore.

Ieri sera, ad Arte Studio, la casa di Antonella Pizzamiglio e Barbara Sereni, sono stati consegnati i primi 1000 euro frutto dei proventi della vendita del libro. Consegnati ad Annise Grandi, all’associazione MIA, per aiutare qualche piccola altra RiPartenza. Quelle di donne che escono da situazioni grevi per riprendere in mano la loro vita. Serviranno a ridare un po’ di sereno, e un po’ di fiato ad altre donne. D’altro canto RiPartenza è un progetto soprattutto di donne.

“Abbiamo passato un anno terribile – ha spiegato Antonella – e purtroppo non è ancora finito. Abbiamo passato un anno dove non ci potevamo vedere, dove non potevamo entrare nei negozi, dove non potevamo fare niente e a novembre dell’anno scorso, in un mio sogno, parlando con Barbara abbiamo deciso di fare questo libro. Questo libro perché volevamo incontrarci, rincontrarci, e poterci passare delle emozioni. Ma tutto questo è stato fatto anche per riuscire a devolvere qualcosa a chi sicuramente ha sofferto più di noi. Era la fine del 2020, ho coinvolto questi bravi ragazzi, che hanno capito che col cuore si possono fare tante cose. Ci siamo uniti, abbiamo unito l’amministrazione comunale, che ci ha dato il permesso perché non si poteva neppure venire qui a fare le foto. Io non potevo fotografare e gli esercenti non potevano venire. Abbiamo unito scrittori del territorio, per cercare di dare parole a delle immagini che raccontassero la rabbia, la chiusura di quel momento ma che raccontassero anche la voglia di ripartire, la voglia di avere la forza di ripartire per riaprire le nostre botteghe. Come in tutta Italia, ma noi abbiamo portato Casalmaggiore come paese che può raccontare quello che in tutti gli altri paesi, in tutti gli altri borghi, in tutte le altre città è successo in quel periodo. La vendita del libro, lo avevamo detto dall’inizio che il ricavato sarebbe andato in beneficenza. Ne abbiamo venduti e facciamo la prima beneficenza all’Associazione MIA. Perché abbiamo scelto loro? Ve lo dico subito, perché l’idea è partita da delle donne e dalle donne vogliamo partire per aiutare qualcuno. Abbiamo creduto in questa cosa e vogliamo continuare a crederci, vorremmo venderli tutti. In questo momento diamo il ricavato a MIA e 18 libri. Spero e vi auguro un buon Natale e vi dico che questo potrebbe essere un ottimo regalo di Natale. Il libro lo trovate in vendita presso la libreria Il Seme, presso la Salsamenteria Piasa Vecia, o via Web. E vi devo dare una buona notizia: siamo stati riconosciuti come uno dei migliori tre libri del Fotofestival Milano”.

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Annise Grandi ha ricevuto il ricavato per l’Associazione MIA: “Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato a questo progetto che hanno pensato a noi. So che non è facile fare una cosa del genere perché tante idee nascono ma poi non è facile realizzarle. Per noi qualsiasi donazione è manna dal cielo. Ripartenza è tra l’altro una parola molto evocativa, molto simbolica di quello che vivono e stanno vivendo le donne che intraprendono un percorso di fuoriuscita dalla violenza e mai come in questo periodo questi percorsi sono stati durissimi. Si è parlato molto della recrudescenza della violenza all’interno delle mura domestiche durante il lockdown, forse si è parlato molto meno di quella che è la difficoltà da parte delle donne di ricominciare la vita, di quelle donne che erano già uscite da situazioni di violenza ma che con il lockdown si sono trovate completamente spiazzate e perse. Perché magari il lavoro non c’era più, perché non si sapeva come conciliare lavoro e gestione dei figli. Problemi che tantissime donne hanno ma che soprattutto quele che vivono una situazione di violenza, che non hanno una rete familiare che li supporti, sentono. Per le donne che intraprendono questo percorso la Ripartenza è simbolica, perchè significa rifarsi una vita, rifarsi un lavoro, rinascere. Vi ringrazio perché queste donne hanno bisogno anche di aiuto materiale, non solo del supporto psicologico o del calore umano che noi come operatrici diamo. Stiamo creando, in collaborazione con altre associazioni, aiuti detti doti di autonomia: sono piccoli aiuti economici che servono a dare un po’ di respiro alle donne vittime di violenza”.

Per i commercianti e come membro attivo del progetto ha parlato Giorgio Pognani: “Si possono fare ancora tante cose positive, quella di MIA è una testimonianza ma si possono fare ancora tante cose in più, facendo un regalo utile e intelligente”. Il libro, da quello che ha spiegato Antonella Pizzamiglio, è andato in vendita in varie parti d’Italia ed è presente in due librerie, legate alla fotografia, a Milano”.

“Essendo stato creato in un periodo così difficile e unico di fatto nella nostra storia – ha spiegato Giuseppe Boles – credo che acquisterà importanza col passare degli anni. Mi piace pensare che tra dieci, venti, quaranta, cinquant’anni avrà ancora del potenziale perché ci si rivedrà, in maniera forse nostalgica, proprio in questo periodo unico che è stata ed è una ferita aperta nella vita di tutti quanti. Un libro diverso perché legato ad un periodo unico”.

Anche Giovanna Anversa e Giampietro Lazzari sono intervenuti. Giovanna ha riportato il libro alla dimensione del viaggio, Giampietro ha spiegato che il libro è un’opera d’arte grazie al lavoro di Antonella e Barbara. A portare il saluto dell’Amministrazione Comunale l’Assessore ai Servizi Sociali Linda Baroni: “Mi sento anche io di usare questa parola, ripartenza, che è ripartenza da tutto quello che c’è stato. Date sfogo alle idee perché c’è bisogno di ripartire, e questa penso sia davvero una bella cosa. Grazie a tutti voi a nome dell’Amministrazione”. Barbara ha letto anche i saluti di don Claudio, assente perché non in città.

Tempo per un bicchier di vino, e qualche racconto, sulle foto che vi risparmiamo. Pezzi di vita che sono entrati nello spazio di Antonella e Barbara, hanno portato un poco della loro anima che la fotografa ha saputo cogliere, con la qualità e l’occhio dell’artista. Il libro è una testimonianza che da locale diviene universale. Il panettiere, il pizzaiolo, il toelettatore, la bottegaia, gli uomini e le donne della ristorazione sono al contempo personaggi locali, con nome e cognome e diventano simbolo. Di un lavoro, di un  brusco stop che ha interessato tutti e di una RiPartenza  che non tutti hanno potuto godere.

Antonella ha ragione: il fotografo è una sorta di psicologo – con tutto il rispetto per la categoria – quando sa mettersi in ascolto. Perché la foto, quella vera e quella che ha un suo peso specifico, non è l’immagine di un momento uguale ad un altro, uno scatto qualunque. E’ lo specchio di un momento, di sentimenti, di emozioni, di stati d’animo unici. Chi ha una macchina fotografica può intercettarne a caso. Chi si occupa ed è artista della fotografia ferma, in un’istante, tutto il peso della vita, e di una vita. Antonella fa parte della seconda categoria: intercetta anime e assieme a quelle anime viaggia la sua.

N.C.

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