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Chiedi chi era Icio, il videoricordo
di Ferrari di chi l'ha conosciuto

Sono passati trent’anni dalla sua scomparso eppure il ricordo è ancora vivo: in un club di calcio che ha preso il suo nome nel 1992 nella sua Torre dè Picenardi, in uno stadio, in zona Baslegna a Casalmaggiore, a lui intitolato. GUARDA IL SERVIZIO DI TUTTI IN CAMPO

Potremmo partire da quella maledetta curva in località Drizzona, in una notte piovosa più che nebbiosa. L’uscita di strada, le ferite gravissime un venerdì notte, che porterà alla morte più o meno due giorni dopo. Potremmo partire da una striscione che per anni ha campeggiato al Vecchio Comunale di via Corsica a Casalmaggiore: “Icio con te per te”. Ma non sarebbe giusto nei confronto di Maurizio Ferrari, per tutti Icio.

Sono passati trent’anni dalla sua scomparsa, eppure il ricordo è ancora vivo: in un club di calcio che ha preso il suo nome nel 1992 nella sua Torre dè Picenardi; in uno stadio, in zona Baslegna a Casalmaggiore, a lui intitolato.

I primi gol a Torre, appunto, poi nella seconda metà degli anni ’80 il passaggio alla Casalese del presidente Carlo Gardani, che al Torre si era rivolta per l’altro bomber, Ferdinando Volpi. Icio Ferrari, nato nell’aprile 1964, esplode proprio alla Casalese: vince un campionato di Prima al primo anno, poi retrocede quello successivo ma con una squadra tutta fatta in casa. E inizia l’epopea che porterà la Casalese alla Prima all’Interregionale sotto la guida in panchina di Tino Boni.

L’ultima recita, o una delle ultime è quella del Trofeo Acqua Vera a Roma, il meglio delle prime categorie nazionali. La Casalese stravince la semifinale contro i pavesi del Bressana e Icio fa una doppietta, poi viene sconfitta soltanto ai rigori in finale contro i viterbesi della Sorianese. E lì emerge tutto il carattere di Ferrari.

L’anno dopo Icio riesce a giocare tre partite, la Casalese domina, vincerà quel campionato con 51 punti su 60 a disposizione. La domenica successiva all’incidente, il 13 ottobre 1991, la Casalese vince 4-2 con la Cannetese ma non può essere la solita domenica.

La storia terrena di Icio finisce lì. O forse non è mai davvero finita: racchiusa in un club di calcio. Racchiusa in uno stadio, racchiusa in mille ricordi. Una curva, una notte di nebbia e un incidente stradale non bastano a mettere la parola fine. Dopo quello striscione del vecchio Comunale, dopo tutto ciò che è stato, per dirla con Gaetano Curreri e con gli Stadio, se passate da Torre o da Casalmaggiore, anche voi chiedete chi era Icio…

Giovanni Gardani

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