Cronaca

Pro Loco Casalmaggiore, la crisi
c'é: si dovrà cercare una soluzione

La risposta comunque la si avrà alla prossima convocazione del Consiglio della Pro Loco. Sarà quello il momento della verità: se l'appello cadrà nel vuoto non ci saranno altre vie che pensare ad una rivoluzione radicale. Non resta dunque che attendere giorni migliori, o comunque diversi dagli attuali

Una crisi nera, per la quale, almeno al momento, non si intravvedono soluzioni di continuità. 15 persone all’assemblea per il rinnovo del Consiglio ed un disinteresse che è ormai cronico per il lavoro (e le possibilità offerte) della Pro Loco. L’ultimo appello lanciato, quello che chiama a dare una mano tutte le persone di buona volontà, sembra l’ultimo canto del cigno più che il richiamo dell’araba fenice.

La crisi è piuttosto evidente e parte – in primo luogo – dal disinteresse dei cittadini (da quelli semplici a chi ha un’attività) a farsi parte delle dinamiche legate alla promozione turistica, alle feste sul territorio, alle iniziative. Il ringiovanimento del gruppo che sta reggendo (adesso) pro tempore l’ente casalasco, se da una parte avrebbe dovuto portare un po’ di freschezza nelle iniziative, dall’altra ha perso individui che – in pensione – potevano dedicarsi con maggior spazio all’organizzazione. Che è compito più complesso di quanto appaia ai più. Sui social sono in tanti a chiedere iniziative, rinnovamento, novità. Perché poi scriverlo non è così difficile. E’ poi quando si tratta di fare che i nodi vengono al pettine. Non solo dal punto di vista economico gli appelli lanciati dalla Pro loco cadono in genere quasi nel vuoto, ma anche dal punto di vista organizzativo.

CHE FARE – La speranza, naturalmente, resta quella che all’appello dei sette reduci un po’ di gente risponda. Si andrebbe avanti. Speranza, ma anche timore. Perché all’interno di quello che resta del consiglio le posizioni non sembrerebbero essere univoche. Le ipotesi su tavolo, a quel punto, sarebbero più d’una. Una di queste vedrebbe una stretta collaborazione, una sorta di fusione, con la Pro Loco di Martignana Po. Due comuni che su tanti versanti già collaborano. La Pro Loco di Martignana ha un gruppo di ragazzi che si danno un gran da fare: unire le forze significherebbe lavorare su entrambi i fronti. L’altra ipotesi è quella – economicamente più onerosa ma già utilizzata da altri comuni su sponda emiliana – di spacchettare le due finalità Pro Loco. Da una parte la promozione turistica che potrebbe essere gestita in loco e dall’altra eventi, feste e iniziative, che potrebbero essere affidate ad una società che si occuperebbe proprio di quello. In fondo tante iniziative che funzionano, al di là dal Po, vengono affidate ad organizzazioni private. Organizzazioni non estemporanee, ma formate da professionisti. L’ipotesi che tutti sembrano voler scongiurare è quella che si scriva la parola fine alla Pro Loco. Diventerebbe un bel problema, in primo luogo per l’Amministrazione perché si tratterebbe di prendere in mano due capitoli gravosi (turismo e soprattutto eventi) investendo energie e risorse già comunque al limite.

La risposta comunque la si avrà alla prossima convocazione del Consiglio della Pro Loco. Sarà quello il momento della verità: se l’appello cadrà nel vuoto non ci saranno altre vie che pensare ad una rivoluzione radicale. Non resta dunque che attendere giorni migliori, o comunque diversi dagli attuali.

N.C.

 

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