Cultura

Giulio Destri in cattedra a Cremona:
"Ecco l'Imprenditoria Digitale"

"La digitalizzazione massiva, solo a titolo di esempio, nell’ambito del commercio con l’e-commerce, ha cambiato i modi di operare sul mercato, i modi di avere contatto con i clienti. E la pandemia ha accelerato enormemente una trasformazione in corso, pensiamo solo all’avvento del lavoro da remoto".

Da quest’anno, grazie all’impegno di un gruppo di docenti della sede di Piacenza e Cremona della Università Cattolica del Sacro Cuore, è attivo presso il nuovo Campus di Santa Monica a Cremona il Master in Innovazione e Imprenditoria Digitale, frequentato da 50 laureati in Economia e materie affini provenienti dalle Università di tutta Italia.

Che vantaggi crea, anche sul territorio, un percorso formativo di questo tipo? Ne abbiamo parlato con l’ing. Giulio Destri, di Casalmaggiore, che tiene, insieme al prof. Zanrei di Piacenza, il modulo di Business Analysis e Soluzioni IT presso il Master. Destri è Digital Transformation Advisor e Innovation Manager con l’azienda di consulenza direzionale LINDA Srl e professore a contratto di Sistemi Informativi presso l’Università di Parma sin dal 2003 e conosce bene l’evoluzione nel settore avvenuta in questi anni.

Cosa significa innanzitutto formare persone in Innovazione e Imprenditoria Digitale?
Significa dare a studenti con alle spalle un buon percorso formativo in materie economiche, le conoscenze multidisciplinari e le capacità di base necessarie per comprendere ed agire nella realtà della Trasformazione Digitale, che ha cambiato completamente il nostro modo di vivere e lavorare negli ultimi 20 anni e che continuerà a farlo. Soprattutto significa formare persone che possono entrare nelle aziende e dare dall’interno il proprio contributo al miglioramento del modo di lavorare.

Perché è necessario innovare e trasformare il proprio modo di lavorare?
La digitalizzazione massiva, solo a titolo di esempio, nell’ambito del commercio con l’e-commerce, ha cambiato i modi di operare sul mercato, i modi di avere contatto con i clienti. E la pandemia ha accelerato enormemente una trasformazione in corso, pensiamo solo all’avvento del lavoro da remoto. Questa serie di fenomeni va affrontata, gestita e sfruttata. Sempre con riferimento all’e-commerce, è inutile lamentarsi che vengono fatti acquisti su Amazon e non su portali italiani se questi ultimi non sono all’altezza del servizio offerto da Amazon. In sostanza occorre organizzare il proprio modo di lavorare per sfruttare al meglio le tecnologie ed ottenere un vantaggio competitivo, attraverso cui dare forza alla qualità dei propri prodotti e/o servizi. Senza questo passaggio… si rischia di non rimanere sul mercato.

Questo per la parte di “innovazione”. E per la parte di “imprenditoria” digitale?
In Italia c’è poca cultura in merito. Chi ha idee valide deve spesso recarsi all’estero per realizzarle. La partnership del Master con numerose aziende del territorio e non, organizzata dal direttore Prof. Antoldi, è un passaggio fondamentale per far si che idee valide, che emergono dai lavori degli studenti durante esami e laboratori, possano concretizzarsi in iniziative imprenditoriali congiunte con le aziende partner.

Il suo modulo, con l’associato esame, che compito specifico ha nella preparazione del Master?
Il mio modulo fornisce gli strumenti, basati su standard internazionali ben collaudati, per analizzare il contesto, trasformare un’idea in un obiettivo ben definito e poi pianificare tutte le azioni necessarie per raggiungere tale obiettivo. In sostanza, trasformare un sogno in un prodotto o servizio da vendere sul mercato.

Nella difficile congiuntura internazionale che stiamo vivendo, la innovazione digitale è ancora importante quanto gli scorsi anni?
Se intendiamo con trasformazione digitale l’uso ottimale delle tecnologie e delle loro possibilità per rendere più rapide, efficaci ed efficienti e con meno tasso di errore tutte le attività che contribuiscono alla produzione di prodotti e servizi, assolutamente sì. Anzi è ancora più preziosa e indispensabile. Se invece ci limitiamo al settore dei social media e di tutti i servizi connessi, a mio parere (pronto ad essere smentito) questi subiranno una contrazione nei prossimi anni o quanto meno la loro espansione diventerà molto più lenta.

redazione@oglioponews.it

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