Politica

Giovani Democratici: "No
all'aumento spese militari"

Da ultimo, ormai abbiamo imparato che non esistono bombe intelligenti, che non esistono armi buone, che le armi prima o poi da qualche parte, anche se lontano dai nostri confini, sparano. E quando le armi sparano uccidono uomini, donne e bambini. Perché questo fanno le armi: uccidono

Dopo un dibattito aperto a tutti gli iscritti, i Giovani Democratici della Lombardia prendono una posizione netta sul tema dell’aumento della spesa militare italiana. Con un breve comunicato, pubblicato sui loro profili social e nelle chat del Partito Democratico di tutte le province lombarde, i giovani dem si schierano contro l’aumento della spesa militare. “Se vogliamo davvero l’Esercito Europeo a cosa servire aumentare la spesa militare dei singoli stati? Siamo rimasti sconvolti dalla banalità e semplicità con cui il Parlamento ha inizialmente dato per scontato il fatto di aumentare di 13 miliardi la spesa pubblica per le armi. Ora si parla di gradualità, meglio, ma non ci basta” commenta Lorenzo Pacini, segretario regionale dei giovani dem.

L’appello, circola nei canali dei Giovani Democratici di tutta Italia, si rivolge al Partito Democratico per chiedere proprio riflessione e contrarietà all’aumento della spesa militare.

Siamo i/le giovani democratici/democratiche della Lombardia, ogni giorno ci impegniamo sul nostro territorio come amministratori locali, militanti, esponenti, iscritte e iscritti, che vogliamo nei valori del centro-sinistra e cercano di metterli in pratica giorno.

Il 24 febbraio è cambiato il mondo, l’azione di guerra di Putin e l’invasione dell’Ucraina trafigge al cuore la nostra Europa ei nostri fratelli e sorelle ucraine. Crediamo e sosteniamo la resistenza del popolo ucraino. Tramite donazioni, volontariato e viaggi ai confini continuiamo nel nostro piccolo a offrire tutto l’aiuto che possiamo offrire per i profughi che scappano dalla furia e dall’orrore della guerra.

Abbiamo osservato con incredulità il dibattito che in poche ore ha raggiunto le alte sfere del Parlamento e del Governo italiano. È parso, e come a noi a molti altri italiani, che il tema del riarmo e di conseguenza l’aumento della spesa pubblica a favore delle forze armate sia quasi passato come qualcosa di scontato, inevitabile. Mentre le migliaia di famiglie italiane che hanno deciso di accogliere donne e bambini ucraini non vedono l’ombra di un sostegno economico, in Italia si dava già per certo il raggiungimento del 2% del PIL come spesa militare.

Un aumento di 13 miliardi di euro, mentre di famiglie hanno conosciuto la fama a causa della pandemia Covid19, mentre corre l’energia e consumi, mentre la spesa per energia e consumi rallenta la ripresa di persone e aziende.

Le priorità oggi sono chiare: aiutare l’Ucraina e fermare la Russia, non si capisce però come l’incremento alla spesa militare ci aiuti a raggiungerle. È davvero questa la strada migliore? Se il Parlamento riesce a trovare una somma così ragguardevole; un investimento di 13 miliardi di euro (o anche) nella transizione ecologica, per esempio, ci aiuterebbe ad aiutare l’indipendenza dal gas russo, e di conseguenza ad indebolire il potere di ricatto di Putin verso l’Europa, permettendoci di aumentare la pressione nei suoi confronti.

Ci sembra un passo avanti quello rendere l’aumento delle spese militari graduale e che in generale il discorso sul tema sia ritornato brevemente su parametri meno militareschi. Ma non ci basta.

Tutti parlano di esercito europeo, dell’importanza di razionalizzare le spese militari, di mettere insieme forze e strategie. Ma nel frattempo gli stessi Paesi dell’Unione Europea corrono al riarmo, per garantirsi il primato militare, per tutelare le sfere di influenza geopolitica, anche a costo di scendere a patti con regimi autoritari. Se volessimo realizzare davvero l’Esercito Europeo, perché aumentare le spese militari dei singoli Stati? D’altronde, come ci ricorda l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borell “aumentare la spesa individualmente senza un coordinamento europeo rischia di moltiplicare gli attuali doppioni tenendo le stesse lacune”.

Da ultimo, ormai abbiamo imparato che non esistono bombe intelligenti, che non esistono armi buone, che le armi prima o poi da qualche parte, anche se lontano dai nostri confini, sparano. E quando le armi sparano uccidono uomini, donne e bambini. Perché questo fanno le armi: uccidono.

Crediamo quindi che la spesa militare del nostro Paese non debba aumentare di un solo euro, e continueremo a impegnarci affinché il nostro partito di riferimento, il Partito Democratico, sostenga questo principio e linea politica”.

redazione@oglioponews.it

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