Opinioni

Sabbioneta e i suoi monumenti
a che serve una Fondazione?

Non si ponevano solo le basi per cedere la gestione e il turismo ad un organismo terzo ma anche la programmazione culturale da affidare a professionisti del settore per permettere all'Ente Comunale di "liberarsi da incombenze extra", e occuparsi "dell'ordinarietà" perseguendo economie di scala

Cercavo una definizione per il Consiglio Comunale di venerdì scorso svoltosi a Sabbioneta per votare lo statuto e l’adesione alla costituenda fondazione Sabbioneta Heritage ets. Mi è venuta in aiuto una frase di Enrico Berlinguer che nel comizio del 1983 a Mantova dedicato alla cultura, a proposito dello sfruttamento delle risorse naturali in modo sconsiderato che avrebbe portato alla situazione di oggi, così si esprimeva: “Altro che modernità! Questa è solo moderna barbarie”.

Potrebbe essere appropriata per ciò che si sta attuando a Sabbioneta?

E’ stata individuata la forma della fondazione di partecipazione come “strumento idoneo per il raggiungimento di obiettivi prefissati addivenendo ad un sistema unico di gestione funzionale e amministrativo del patrimonio storico-artistico monumentale della città, obiettivo ritenuto prioritario politico amministrativo e volano per la crescita economica e per lo sviluppo strategico della città attraverso uno strumento giuridico, innovativo, capace di raggiungere gli scopi coinvolgendo i soggetti pubblici e privati del territorio”. Ciò detto non è già insito nelle prerogative dell’Ente Comunale? Qual’è la necessità di far nascere un ente terzo che nella sua costituzione, per poter eliminare il soggetto pubblico proprietario dei beni, ha dovuto “inventarsi” che il Sindaco non agirà come Sindaco nella nomina dei membri della fondazione tra cui il presidente, ma come “mera personificazione della comunità sabbionetana”? A quale titolo conferirà alla fondazione l’uso dei beni della collettività se non agendo come rappresentante dell’amministrazione comunale? Perchè ribadire più volte, nello statuto, che la fondazione agirà in perfetta autonomia senza nessuna forma di “controllo, dominio, vigilanza o influenza di alcun tipo dell’Amministrazione Comunale sulla Fondazione la quale è e rimarrà soggetto del tutto autonomo ed indipendente dall’Amministrazione medesima”? Forse perchè avendo come fondatore un Ente Pubblico proprietario dei beni, che il nuovo organismo dovrà gestire e ricavarne utili, dovrebbe assoggettarsi alla normativa pubblicistica in tema di appalti, trasparenza, antiriciclaggio, controlli e vigilanza? Un sito Unesco non ha la priorità nei bandi pubblici e privati per l’assegnazione di fondi per la conservazione e valorizzazione dei suoi beni artistici e monumentali? Per far quadrare il bilancio, nel piano finanziario del nuovo ente c’è bisogno di un conferimento annuo da parte di soggetti privati benefattori di oltre duecentomila euro! L’eventuale adesione della Parrocchia col museo d’arte sacra e le chiese monumentali potrebbe farci rischiare di vedere le sue preziose opere utilizzate per necessità di marketing o sponsorizzazioni?

Non si ponevano solo le basi per cedere la gestione e il turismo ad un organismo terzo ma anche la programmazione culturale da affidare a professionisti del settore per permettere all’Ente Comunale di “liberarsi da incombenze extra”, e occuparsi “dell’ordinarietà” perseguendo economie di scala. Un’amministrazione comunale che ha deliberatamente approvato uno statuto che la esclude da qualsiasi tipo di controllo e vigilanza sulla gestione, manutenzione, uso, destinazione e fruizione di beni culturali della comunità senza nessun tipo di tornaconto economico, anzi con la necessità di dover partecipare alle spese di gestione così come gli altri fondatori. Si è deliberato lo svuotamento dell’ente pubblico su una materia così fondamentale per la comunità sociale proseguendo a realizzare ciò che da anni si sta verificando nella nostra “povera Patria” vale a dire il progressivo discredito delle istituzioni attraverso l’impoverimento degli enti pubblici a favore di organismi privati che necessiteranno sempre per il loro funzionamento di sovvenzioni, finanziamenti e contributi pubblici. L’istruzione che ha visto tagli sulle ore d’insegnamento anche in materie fondamentali come storia, storia dell’arte, geografia … il Ministero della cultura che per la conservazione del patrimonio artistico e monumentale ha trovato risorse nei proventi derivanti dal gioco d’azzardo o invitando le aziende a fare donazioni per poter usufruire di sgravi fiscali.

Qual’è il messaggio trasmesso a noi cittadini e soprattutto quale sentimento civico alle nuove generazioni?

E’ questa la modernita? La risposta è nei versi di Bob Dylan”The answer, my friend, is blowin’ in the wind, The answer is blowin’ in the wind”.

(La risposta, amico mio , se ne va nel vento, La risposta se ne va nel vento).

Giuliano Sarzi Sartori

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