Opinioni

Comuni e minori, Mario Bazzani:
"Solidarietà al sindaco di Ceretto"

"Solidarietà al Sindaco di Ceretto Lomellina e una proposta per i programmi delle forze politiche che si candidano a governare questo paese. Le spese per il mantenimento in comunità dei minori devono essere sostenute dalli Stato. L'inserimento in comunità è sempre disposto dalla magistratura e i comuni devono provvedere alle spese che sono altissime"

La vicenda di Ceretto Lomellina, comune del Pavese di 200 anime che ha dovuto dichiarare il dissesto finanziario per 93 mila euro di spese inalienabili legate al pagamento delle rette per tre ragazze destinate dal giudice alla comunità ha fatto discutere alcuni dei sindaci del cremonese. E’ giusto che debbano essere i comuni a pagare? E’ giusto che debbano essere le amministrazioni locali a farsi carico di una situazione che non hanno scelto, né voluto e che per i comuni piccoli può essere (come è stato per il comune del pavese) un disastro? Ad avviare la discussione Mario Bazzani, primo cittadino di Torre de Picenardi che ha rivelato di aver vissuto la medesima situazione tempo fa. “Solidarietà al Sindaco di Ceretto Lomellina e una proposta per i programmi delle forze politiche che si candidano a governare questo paese. Le spese per il mantenimento in comunità dei minori devono essere sostenute dalli Stato. L’inserimento in comunità è sempre disposto dalla magistratura e i comuni devono provvedere alle spese che sono altissime. Torre de’ Picenardi ha corso lo stesso richio di Ceretto. Si è salvato solo grazie al contributo fusione. Ma non è finita: abbiamo altri casi alle porte. Queste spese impreviste possono far saltare i conti dei piccoli comuni in qualsiasi momento. È ora che lo Stato si faccia carico del problema. Lo scorso anno si è limitato ad erogare ai comuni interessati una insignificante elemosina“. Dello stesso parere il sindaco di Gussola, Stefano Belli Franzini: “La gestione, il seguire ed individuare le strutture concordo che sia compito degli enti locali, attraverso le varie forme di gestione dei servizi sociali. Ma il rimborso di tali costi deve essere a carico dello Stato. Se direttamente dal ministero oppure se attraverso le Regioni non importa. Ma è una tematica che non può essere lasciata gestita dal punto di vista economico dai singoli enti locali. Quest’ultimi si ritrovano soli, addirittura devono tagliare servizi per rispettare sentenze prese da altri. È un tema che va messo al centro della politica riferita agli enti locali. Ma dubito che vi sia interesse in merito, anche perché vige il detto “è sempre stato così“. Questo il parere di Maria Grazia Bonfante, ex sindaco di Vescovato: “Questo come altri disagi sociali sono frutto di disinvestimento nella scuola, funzioni sociali dei Comuni deboli, ecc… Lo spostamento dei minori dalle famiglie dovrebbe essere l’ultima ratio. Non è così perché il sistema di prevenzione ed educativo è saltato“. Nel dibattito è intervenuto anche Agostino Alloni: “Tocca ai comuni occuparsi dei propri cittadini. Semmai in unione, aziende sociali, consorzi con i comuni del territorio di cui fai parte. Allo stato, ma più che altro alla Regione, sempre poco presente, si deve chiedere un concorso nelle spese. Idem per il Reddito di cittadinanza. Deve essere gestito dagli enti locali, partendo dall’impostazione del Reddito di Inclusione“.

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